Don Primo e la Costituzione: al centro la persona

Sabato 8 aprile nella sala civica di Bozzolo si è tenuto il convegno di studio promosso dalla Fondazione Mazzolari

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Una posizione “originale e significativa” fu quella assunta da don Primo Mazzolari in occasione della elaborazione della Carta costituzionale: il giudizio è di Matteo Truffelli, storico dell’Università di Parma e presidente nazionale dell’Azione cattolica italiana, intervenuto sabato 8 aprile al convegno intitolato “Don Primo Mazzolari, l’Assemblea costituente e la Costituzione repubblicana”, promosso dalla Fondazione di Bozzolo e svoltosi nella sala civica comunale. Una mattinata di riflessione nel 70° della Costituzione, cui i cattolici portarono, come noto, un contributo di grande rilievo.

Il convegno si è aperto con i saluti di Cinzia Nolli, sindaco di Bozzolo, e di don Bruno Bignami, presidente della Fondazione don Primo Mazzolari; quindi una introduzione ai lavori da parte di Giorgio Vecchio, anch’egli docente a Parma e presidente del Comitato scientifico della Fondazione. Poi le due relazioni: “La chiesa, il mondo cattolico e la Costituzione”, presentata da Francesco Malgeri dell’Università La Sapienza di Roma; “Don Primo Mazzolari e la Costituzione”, di Matteo Truffelli.

Malgeri ha ricostruito il quadro storico in cui si inserisce l’elaborazione della Carta – con un mondo cattolico impegnato a elaborare progetti ancora in piena epoca bellica e sotto il regime fascista –, per poi passare in rassegna il dibattito che attraversa gerarchia e laicato nel momento in cui, dopo la Liberazione, si insedia e comincia a operare l’Assemblea costituente, fino all’entrata in vigore del testo fondamentale della Repubblica, il 1° gennaio 1948. “Ci fu – ha spiegato Malgeri – un costante richiamo alla centralità e al valore della persona”, attorno al quale, per i cattolici di vario orientamento e provenienza, “si doveva modellare l’intero edificio costituzionale”. Tra gli esponenti di spicco di questo dibattito citati dal professor Malgeri, figurano – solo per citarne alcuni – De Gasperi, Gonella, Mortati, La Pira, Dossetti, Moro, Gui, Vanoni, Saraceno. “In loro appariva prioritaria la necessità di trasfondere lo spirito cristiano nella vita politica e sociale”; l’intento non era però quello di “cristianizzare lo Stato”.

Altrettanto ricca la relazione del professor Truffelli, il quale ha osservato – in continuità con Malgeri – come don Mazzolari, nei suoi discorsi e scritti, “insisteva sul carattere cristiano della Carta”, sempre nel senso della centralità della persona, della convivenza civile, della giustizia sociale, del primato degli ultimi, della pace, “senza mai assumere un taglio confessionale”, che non gli era proprio. Mazzolari peraltro seguiva e partecipava a suo modo al dibattito attorno alla Costituzione che si andava delineando nell’immediato dopoguerra, senza mai farne un tema di primaria rilevanza, “nel senso che egli appariva più direttamente interessato ai processi di ricostruzione spirituale, culturale e sociale del Paese, prima che alla forma istituzionale” della nuova Italia e ai “diritti sanciti solo sulla carta”.

Mazzolari – e qui sta l’originalità dell’approccio dell’arciprete di Bozzolo – non assegnava alla Costituzione “il compito di rigenerare dall’alto la società italiana”; egli la intendeva piuttosto come il quadro giuridico, uno “strumento”, un “argine” uno entro il quale “elaborare e concretizzare quelle riforme politiche e sociali”, “tempestive ed efficaci” di cui il Paese e gli italiani avevano assoluta urgenza. Truffelli ha d’altro canto sottolineato che “nel pensiero mazzolariano” successivo all’entrata in vigore della Carta, i suoi discorsi politici, gli articoli, persino le omelie “sono intessuti dei valori costituzionali” che “figurano alla base della sua azione” di uomo e di sacerdote.

Gianni Borsa

Photogallery dell’incontro

 

GLI ALTRI APPUNTAMENTO DELLA FONDAZIONE MAZZOLARI

Messa – 23 aprile

Cuore delle celebrazioni sarà la commemorazione liturgica di domenica 23 aprile a Bozzolo, nella chiesa parrocchiale di san Pietro, sede dell’appassionata predicazione di don Mazzolari e oggi custode della sua tomba. A presiedere la Messa delle 17 sarà il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città di Castello. Al suo fianco il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, il parroco don Giovanni Maccalli e il presidente della Fondazione Mazzolari don Bruno Bignami. In questa occasione sarà posta sulla tomba di don Mazzolari la rosa d’argento che Papa Francesco ha donato lo scorso gennaio.

 

Trasmissione – 25 aprile

Il 25 aprile Tv2000 (canale 28 del digitale terrestre), nell’ambito del programma pomeridiano “Siamo Noi”, che tratterà il tema della Resistenza cattolica durante la Liberazione, dedicherà spazio anche alla figura del parroco di Bozzolo.

 

Hong Kong – 21 maggio

Domenica 21 maggio, a Hong Kong, alla presenza del card. John Tong, si terrà la presentazione ufficiale della traduzione in lingua cinese del libro “Tu non uccidere” di Mazzolari, uno dei manifesti più importanti del pacifismo cattolico del Novecento. La traduzione è stata completata in collaborazione con padre Gianni Criveller, teologo del PIME, e con la Commissione “Giustizia e Pace” della diocesi di Hong Kong. Presenzieranno all’evento don Bruno Bignami, presidente della Fondazione don Mazzolari, e don Maurizio Ghilardi, direttore dell’Ufficio Missionario diocesano.

 

Fondazione – rinnovo cariche

Recentemente è avvenuto il rinnovo delle cariche interne del Consiglio di amministrazione della Fondazione “Don Primo Mazzolari” di Bozzolo, per il triennio 2017-2019, a norma di statuto. Riconfermato presidente don Bruno Bignami, docente di Teologia morale, parroco di Picenengo e alla guida della Fondazione dal 2010.

Altre conferme sono state quelle della vicepresidenza, affidata al parroco di Bozzolo don Gianni Macalli e del segretario, nella persona di Giancarlo Ghidorsi. Avvicendamenti importanti, invece, sono stati quelli in ambito amministrativo: dopo 32 anni di generoso impegno come amministratore, Carlo Bettoni è passato al Collegio dei Probiviri, mentre sono entrati in Consiglio Francesco Melegoni e Marino Freddi.

Anche il Comitato scientifico è stato confermato, con la presidenza affidata al prof. Giorgio Vecchio, ordinario di Storia Contemporanea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Parma.

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