Don Labadini: «Il mio compito è servire»

Sabato 6 ottobre, con la Messa presieduta dal Vescovo, l'ingresso del nuovo parroco di Casanova del Morbasco e Cortetano

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Giornata di grande festa sabato 6 ottobre per la comunità di Casanova del Morbasco e Cortetano, in occasione dell’ingresso del nuovo parroco, don Cristiano Labadini. Il rito d’ingresso, presieduto dal vescovo Antonio Napolioni, si è svolto nella gremita chiesa parrocchiale, intitolata ai santi apostoli Andrea e Matteo, con la partecipazione fra gli altri di una quindicina di sacerdoti e delle autorità locali, fra cui il sindaco Francesca Maria Viccardi, affiancato dal comandante della stazione dei carabinieri di Castelverde, Francesco Pietrangelo.

È stato proprio il primo cittadino di Sesto ed Uniti ad accogliere, prima dell’inizio delle celebrazione, mons. Napolioni e don Labadini, porgendo loro il saluto di rito a nome dell’Amministrazione comunale. Il sindaco ha ringraziato il Vescovo per aver offerto alle comunità di Casanova e Cortetano, da sempre caratterizzate da “salde tradizioni religiose”, la possibilità di poter contare su un nuovo parroco dopo l’”addio” di don Franz Tabaglio, destinato ad altra sede. La sindaca ha quindi augurato una proficua permanenza a don Cristiano, ponendo però l’accento sul rischio che si trovi a dover affrontare “un nemico invisibile ed insidioso: l’individualismo”, che rischia di generare “egoismo e chiusura”.

La celebrazione è poi entrata nel vivo con la lettura del decreto di nomina e la benedizione ai fedeli intervenuti da parte del nuovo parroco.

Il saluto della comunità parrocchiale è avvenuto attraverso le parole di Fabio Manfredi: “Ti accogliamo come padre, come fratello. Da oggi percorreremo assieme un nuovo tratto della nostra esistenza, insieme faremo fatica, impareremo a conoscerci, lavoreremo assieme”.

Nell’omelia il Vescovo ha ricordato ai presenti quello che è il reale ruolo di un parroco: non organizzatore o un giudice , ma colui che ascolta e porta la benedizione di Dio nelle famiglie, “cercando di far crescere al loro interno l’unità e la fraternità”.

Prima della benedizione di mons. Napolioni, don Cristiano, nel suo saluto alla nuova comunità, si è detto pronto ad accogliere l’invito del vescovo: “Il mio compito è servire”, ha terminato il proprio discorso il nuovo parroco.

La liturgia è stata animata dalla Schola cantorum diretta da Davide Carando.

Alla fine della Messa rinfresco in oratorio per conoscere e salutare personalmente il nuovo parroco.

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Il profilo del nuovo parroco

Don Cristiano Labadini, classe 1972, originario di Castelleone, è stato ordinato il 18 giugno 2011. Dopo essere stato vicario a Cristo Risorto in Cassano d’Adda, dal 2014 era vicario a Vailate. Nella sua prima missione da parroco, succede a don Franz Tabaglio (trasferito a Scandolara Ripa d’Oglio, Grontardo e Levata).

 

Saluto di don Labadini

È con grande sorpresa e gioia che ho accolto l’annuncio del vescovo che mi ha nominato parroco di Casanova del Morbasco e di Cortetano, ed è con queste righe che esprimo il mio desiderio di incominciare questa nuova storia con voi. Fino ad ora ho svolto il mio ministero sacerdotale come vicario parrocchiale prima nel milanese, a Cassano D’Adda, nella parrocchia di Cristo Risorto, e successivamente in quel territorio sospeso tra l’alto cremasco e il bergamasco in cui è situata la parrocchia di Vallate. In questi giorni quindi mi è chiesto lo strappo doloroso con la comunità con la quale ho condiviso per anni gioie, speranze e fatiche, ma insieme anche di vivere la disponibilità piena di letizia a iniziare una nuova strada in due comunità che attendono di essere conosciute, amate e servite. Nell’attesa di conoscervi personalmente posso già iniziare a manifestare alcuni desideri che mi stanno a cuore: Spero anzitutto in un rapporto schietto e leale con ciascuno di voi: nelle comunità io vorrò proteggere la genuinità del popolo di Dio che vuole scoprire e vivere con letizia e semplicità la bellezza della fede cristiana, che unisce e consente di ospitare la carità e la misericordia tra di noi. Il camminare insieme seguendo l’unico Pastore, scoprendo quanto è desiderabile e conveniente essere suoi discepoli, e così cercare di vivere il Vangelo che illumina la vita di tutti i giorni con il sostegno dei sacramenti, segni visibili del suo operare in noi e attraverso di noi. È mio desiderio essere disponibile per condividere e accompagnare ogni singola storia, per essere umile segno dell’abbraccio di Dio che si china nella concretezza di ogni singola esistenza. Penso allora ad alcuni ambiti della vita pastorale. La vita delle famiglie, la condivisione della passione educativa dei genitori verso i propri figli nelle diverse fasi della loro crescita, comprendendo come questo compito sia una sfida difficile e meravigliosa allo stesso tempo, ma penso anche a tutti coloro che svolgono un’attività educativa che va dall’insegnamento alla catechesi. Il pensiero va poi alla gioventù: all’età dell’infanzia, dell’adolescenza e poi della giovinezza, questo è tempo fatto di crescita, di domande, di generosità, a volte anche di contestazione: chiede una vicinanza intelligente fatta di comprensione. Mi piacerebbe in particolare che i giovani ascoltassero la fame di bene che abita nei loro cuori, che consente di avere il coraggio di orientarsi verso scelte sane e belle che rendono luminosa la vita e la allontanano dai veleni che possono insidiarla. Penso poi l’aiuto alla comprensione della fede che è offerta dalla catechesi, rivolta a tutte le fasce di età, per scoprire l’attrattiva del regno di Dio che attende di essere sempre di più accolto, vissuto e gustato. Non per ultimo penso alle persone sole, ai malati, agli anziani: con Cristo il significato della vita è un tesoro da scoprire nelle diverse situazioni dell’esistenza umana che è fatta anche di sofferenze, ma in cui la Sua presenza prorompe viva e potente. Ho pensato a queste cose di getto, a livello un po’ generico, ma per essere realista dovrò attendere di conoscere le due comunità nella loro entità e mentalità, credo che da lì, da quel momento, il Signore inizierà a far intravedere in modo più dettagliato il cammino da fare insieme. Nel frattempo il regalo che vi chiedo è quello di un ricordo quotidiano nella preghiera, il ministero del pastore ha un forte bisogno di questo “carburante”. Un carissimo saluto a tutti, e… un arrivederci a presto!

Don Cristiano

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