“Disarmiamo le guerre, sosteniamo la pace” è il tema dell’incontro pubblico che la sera di giovedì 11 aprile, alle 21, si terrà presso il Teatro Leone di Castelleone, in via Garibaldi. A poca distanza dalle recenti iniziative messe in campo nel Mese della Pace, l’Azione Cattolica di Castelleone, sempre in rete con la Parrocchia di Castelleone, il gruppo scout Agesci Castelleone2, “Alice nella città”, ArciSolidale, Anpi Castelleone, Fotoclub Elio Fornasa, con il patrocinio del Comune di Castelleone e anche con il supporto di Pax Cristi, promuove un incontro pubblico con Giorgio Beretta, analista del commercio internazionale e nazionale di sistemi militari e di “armi leggere” e dei rapporti tra finanza e armamenti, per riflettere sul tema dell’importanza della legge 185 e soprattutto di entrare nel merito delle modifiche che sono state paventate.
«È fondamentale – scrivono gli organizzatori – che la società civile conosca questa legge, la sua importanza, non solo per quel che riguarda le esportazioni militari italiane, ma anche per quanto riguarda l’informazione e la trasparenza nel settore di finanziamento bancario e del pericolo di una “Terza guerra mondiale a pezzi” come l’ha definita Papa Francesco».
Giorgio Beretta svolge la sua attività di ricerca per l’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (OPAL) di Brescia, osservatorio che fa parte della Rete italiana pace e disarmo (RiPD), e ha pubblicato diversi studi e contributi sul commercio di armi italiane e sulla diffusione delle armi in Italia. Inoltre, scrive per varie riviste e quotidiani nazionali, oltre che per diversi siti di informazione sociale. Recentemente ha pubblicato il libro “Il Paese delle armi. Falsi miti, zone grigie e lobby nell’Italia armata” (Altreconomia). Scrive per varie riviste tra cui “Il Mulino” e quotidiani nazionali tra cui “Il Manifesto” e “Avvenire”, oltre che sui siti di Unimondo.org e Osservatoriodiritti.it e per la rivista “Missione Oggi”.
«Ogni guerra – affermano gli organizzatori – è un dramma, una tragedia che grava sui popoli; nessuna guerra produce un vincitore e l’umanità intera ne esce sconfitta. Sempre più urgente è la diffusione quindi di una cultura di pace, di disarmo, di nonviolenza. Anche se è difficile dobbiamo agire, insistere e fare ognuno la nostra parte. L’Azione Cattolica, insieme a tante altre associazioni, da sempre ha a cuore il tema della pace, di cruciale importanza che riguarda tutti noi, il futuro del nostro Paese e del mondo intero». E ancora: «In questo momento storico, in cui l’attenzione dovrebbe essere ancor di più rivolta alla costruzione della pace e al benessere collettivo, assistiamo invece a scelte che sembrano andare nella direzione opposta. Non possiamo rimanere inermi di fronte ad un immane spreco di risorse preziose dissipate per un pericoloso riarmo. Ricordiamo che nella nostra Costituzione, all’articolo 11, si fa esplicito riferimento al ripudio della guerra e, coerentemente con un pensiero di pace, civiltà e di applicazione dei principi del nostro ordinamento, siamo chiamati ad opporci ad una rischiosa modifica della legge 185/90». «È sotto gli occhi di tutti – sottolineano gli organizzatori – il dato delle esportazioni di armi nel nostro Paese e la sua vertiginosa ascesa. Infatti negli ultimi quindici anni non solo la vendita si è quintuplicata, ma il fatto grave è che le armi sono state fornite a Paesi in guerra e che non rispettano i diritti umani. Di recente il Senato ha approvato un disegno di legge che modifica significativamente la legge 185/90, ossia indebolisce una normativa fondamentale per il controllo e la trasparenza sull’esportazione di armamenti, compreso l’elenco delle cosiddette “banche armate”. Queste modifiche potrebbero ridurre drasticamente i meccanismi di autorizzazione, controllo parlamentare e di trasparenza su tali operazioni. La Rete Italiana Pace e Disarmo ha lanciato con forza una petizione per chiedere ai deputati di non svuotare la legge 185 del 1990, ma piuttosto di rafforzare i principi che l’hanno ispirata, sia in termini di scopo, sia in termini di efficacia e di trasparenza». E concludono: «Lavoriamo dunque per la pace. Tutti siamo chiamati ad essere “artigiani di pace e di speranza”! Scossi dai tanti, troppi, conflitti in atto nel mondo, non possiamo e non dobbiamo far tacere la domanda di pace che interroga le nostre coscienze e ci spinge ad allargare l’orizzonte della nostra umanità, nella convinzione che la pace è un bene necessario e un dovere inderogabile, senza cui non può esservi alcun progetto credibile sul futuro per nessuno».