Con la Chiesa di Francesco, in cammino con i poveri e con il Creato

Nella festa del Santo di Assisi, giorno di apertura del Sinodo dei Vescovi e dell’uscita della Laudate Deum, mons. Napolioni ha presieduto la Messa nella chiesa dei Frati Cappuccini di Cremona

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Nella giornata in cui si è aperto il Sinodo dei Vescovi e in cui è stata pubblicata l’esortazione apostolica Laudate Deum scritta da Papa Francesco e che va a integrare e a completare l’enciclica Laudato si’, il vescovo Antonio Napolioni come consuetudine del 4 ottobre ha presieduto l’Eucaristia nella festa di san Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, nella chiesa del convento dei cappuccini di Cremona.

La Messa, alla presenza dei frati della comunità francescana con il nuovo guardiano padre Andrea Cassinelli e di alcuni membri degli istituti religiosi della città, è stata concelebrata dal vescovo emerito Dante Lafranconi.

«In questo giorno sono accadute molte cose per la Chiesa e per il mondo. Portano tutte la firma di Francesco Papa, ma nel nome di Francesco d’Assisi», ha sottolineato il vescovo all’inizio dell’omelia, sottolineando che in tutte le chiese del mondo si ricorda «un santo così affascinante, disarmante, impegnativo, sempre attuale».

«Il Sinodo serve a ricordarci che la nostra Santa Madre Chiesa ha sempre bisogno di purificazione, di essere riparata, perché noi tutti siamo un popolo di peccatori perdonati, sempre bisognosi di ritornare alla fonte che è Gesù e di rimetterci sulle strade dello Spirito per raggiungere tutti con l suo Vangelo – ha ricordato Napolioni –. Francesco d’Assisi, in un tempo di grandi lotte e divisioni, tra il potere temporale e quello religioso, tra la Chiesa istituzionale e le correnti eretiche, tra i cristiani e altri credenti, non criticò e non si scagliò contro nessuno, imbracciando solo le armi del Vangelo, cioè l’umiltà e l’unità, la preghiera e la carità. Facciamo anche noi così!».

Parole sempre attuali «che riguardano anche noi». Da qui l’appello perché «in questo giorni di Sinodo accompagniamo le riflessioni e i dialoghi di questa assemblea rappresentativa di tutta la Chiesa cattolica con la nostra preghiera, la nostra fiducia, magari con il silenzio», ha detto riprendendo l’invito di Papa Francesco. «Solo così una Chiesa che si lascia riparare dallo Spirito e dai Santi, dai piccoli e dai poveri, può compiere la sua missione nel mondo. Che è una missione di gioia, di lode, di gratitudine».

La riflessione del Vescovo è proseguita legandosi al secondo evento di giornata: la pubblicazione dell’esortazione apostolica Laudate Deum.

«Perché il Papa vuole fare sul serio! Non ci limitiamo ad aver fatto una riflessione una volta se le cose non cambiano», ha detto Napolioni. Che ha proseguito: «”Lodate Dio per tutte le sue creature”. Questo l’invito che san Francesco ha fatto con la sua vita». «Un rapporto con le creature che ha fatto sì che le creature fossero il vestito, la luce, la bellezza di quest’uomo e che lui le potesse cantare».

Un monito, dunque, che abbraccia il tema della salvaguardia della Terra, della casa comune, proprio nel giorno in cui si chiude il Tempo del Creato. «Il Papa dice che dopo otto anni dalla pubblicazione della Laudato si’, con la quale ha condiviso in maniera approfondita lo sguardo sulla situazione della nostra casa comune, con il passare del tempo dobbiamo renderci conto che non reagiamo abbastanza – ha voluto evidenziare il Vescovo –. Perché il mondo che ci accoglie si sta sgretolando, si sta avvicinando a un punto di rottura. L’impatto del cambiamento climatico danneggerà sempre di più la vita di molte persone e molte famiglie».

E allora, in tempi come questi, occorre essere ancor più come san Francesco. «La Bibbia ci ricorda che la terra è di Dio e noi ne siamo solo amministratori e che l’essere umano deve rispettare le leggi della natura e il delicato equilibrio tra tutti gli esseri viventi, contemplando la bellezza seminata dal Padre». «Occorre provare una vera tristezza davanti alla natura che è lasciata a se stessa o addirittura violentata – ha affermato il Vescovo –. C’è una crisi del nostro amore verso le cose».

«La chiamata è quella a camminare in comunione e in corresponsabilità. Guardate un po’, il Sinodo, che non si fa solo a Roma, o nelle diocesi e nelle parrocchie per parlare solo di Chiesa; si cammina insieme al creato, al mondo», ha spiegato monsignor Napolioni. C’è quindi bisogno di una svolta, di darsi una mossa. Lo dice il Papa, lo dicono i Vescovi, lo dice il buonsenso». E ancora: «Non ci sono cambiamenti duraturi senza cambiamenti culturali. Non ci sono però cambiamenti culturali senza cambiamenti in ciascuno di noi – ha concluso il Vescovo –. Il Vangelo ci dice che i piccoli capiscono la volontà di Dio. E allora non stiamo a lamentarci perché i grandi non si accorgono, ma cominciamo anche noi a fare piccoli cambiamenti, perché così i grandi capiranno dai miti, dagli umili, qual è la strada da percorrere».

 

Ascolta l’omelia del vescovo Antonio Napolioni

 

 

Papa Francesco nella Laudate Deum: “Di fronte alla crisi climatica non reagiamo abbastanza”

Matteo Cattaneo
TeleRadio Cremona Cittanova
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