Chi si prende cura di chi cura? Sabato convegno all’Ordine dei Medici di Cremona

Tra i relatori dell'incontro, promosso in sinergia con Amci Cremona e Comitato etico S. Giuseppe Moscati, sarà monsignor Renzo Pegoraro, medico bioeticista e cancelliere della Pontificia Accademia per la Vita

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L’Ordine nei Medici di Cremona, in collaborazione con la sezione locale dell’Associazione Medici Cattolici Italiani e il Comitato etico S. Giuseppe Moscati, promuove nella mattinata di sabato 21 maggio, presso la nuova sede dell’Ordine dei Medici di via dell’Innovazione digitale 10, il convegno dal titolo “Chi si prende cura di chi cura? Quando gli ‘eroi’ non vincono e gli ‘angeli’ non volano”. Un momento di riflessione e approfondimento che sarà occasione per riflettere, dopo due anni difficili e impegnativi, sull’esperienza di chi cura.

Tra i relatori monsignor Renzo Pegoraro, medico bioeticista e cancelliere della Pontificia Accademia per la Vita, che proporrà una relazione dal titolo “Il disagio morale di chi cura: una risposta etica per prevenirlo e curarlo”. Sarà inoltre presentata una relazione dal tema “Il disagio emotivo di chi cura: l’altra epidemia” da parte dello psichiatra Franco Spinogatti e delle psicoterapeute Raffaella Galli e Antonella Polla dell’Asst di Cremona. Il convegno proseguirà poi con una tavola rotonda che coinvolgerà varie figure sanitarie operanti sul territorio lombardo.

Ogni operatore sanitario – precisano dall’Amci cremonese – deve confrontarsi quotidianamente con la malattia e la sofferenza. Questo comporta la condivisione di esperienze emotive e umane che “accompagnano” medici e infermieri anche al di là dell’orario di lavoro. E il pensiero va naturalmente alle esperienze vissute negli ultimi due anni, «che hanno fortemente modificato il nostro sentirsi operatori sanitari: abbiamo fatto esperienza dell’inimmaginabile. Tutti siamo andati in crisi. Chiamati a ritmi vertiginosi, con la consapevolezza di dovere fare al meglio, ma con risultati spesso deludenti. Qualcuno di noi intanto si ammalava gravemente, qualcuno è morto. Tutti avvertivamo il terrore di contagiare le nostre famiglie. In quei momenti, quando la maggior parte di noi era anestetizzata dal dolore e dalla fatica, l’opinione pubblica ha iniziato a chiamarci “eroi”, “angeli”, e poi siamo tornati ad essere i bersagli delle accuse di malasanità e i destinatari di avvisi di garanzia. Quando la pressione del virus ha iniziato ad allentarsi, siamo tornati a confrontarci con i problemi di “prima”: scarsità di personale, riposi saltati, ritmi che impediscono la qualità del nostro lavoro e delle nostre vite. Tutto questo ha lasciato via libera a un disagio morale che ci opprime e di cui qualcuno di noi fatica a prendere coscienza. La domanda è d’obbligo: chi si prende cura di chi cura?».

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TeleRadio Cremona Cittanova
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