Cattolica, università radicata nel territorio

Mercoledì 22 marzo il “Dies Academicus” con la lectio del vescovo Napolioni alla presenza dell'assistente generale mons. Giuliodori

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È stata la “lectio” del vescovo Antonio Napolioni a caratterizzare il “Dies Academicus” celebrato nel pomeriggio di mercoledì 22 marzo presso la sede cremonese dell’Università Cattolica del S. Cuore, in via Milano 24. L’attenzione è andata a quanti abitano l’università: i giovani. Naturale il richiamo al Sinodo: da un lato quello diocesano che sta entrando nel vivo e dall’altro quello voluto da Papa Francesco. Un legame evidente già nel titolo della “lectio” – “Fate sentire il vostro grido” – con un chiaro riferimento al messaggio di Papa Francesco.

Il tradizionale momento d’incontro della comunità universitaria ha visto riunirsi nell’aula magna di palazzo Ghisalberti non solo studenti e professori, ma anche tutte le rappresentanze civili, politiche e imprenditoriali – tra le quali spiccava il cav. Giovanni Arvedi – conferma dello stretto legame tra territorio e ateneo.

Al tavolo dei relatori, accanto al magnifico rettore, prof. Franco Anelli, il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, il presidente della Provincia, Davide Viola, il presidente della Camera di Commercio, Gian Domenico Auricchio, e il vescovo Antonio Napolioni. Presente anche mons. Claudio Giuliodori, assistente generale della Cattolica, insieme all’assistente di sede don Maurizio Compiani e quello per Piacenza, mons. Luciano Baronio.

Introducendo l’incontro il magnifico rettore ha voluto rimarcare il senso della presenza a Cremona dell’Ateneo, ricordando quindi i tanti campi d’eccellenza nel quale l’università è impegnata. Una realtà scientifica ed educativa capace di intercettare tendenze sovranazionali per farle interagire costruttivamente con il territorio. In questo senso, l’esperienza di collaborazione con le Istituzioni e le imprese del territorio maturata prima e durante l’Expo 2015, ha lasciato un’eredità preziosa che si intende ulteriormente valorizzare per confermare il ruolo di Cremona come realtà significativa e centrale della food valley italiana».

Un auspicio di sempre maggiore collaborazione tra università, istituzioni e privati ripreso anche dal sindaco Galimberti che ha voluto evidenziare le linee strategiche di sviluppo della città: dal distretto culturale della liuteria all’agroalimentare con il polo del dolce e le filiere lattiero-casearia e della carne. Parola d’ordine rilancio, fondato su tre pilastri: impresa, sapere e formazione (scuola e università) e ricerca.

Lo sguardo al territorio, con i suoi 115 Comuni, anche nelle parole del presidente della Provincia, e alle ricadute positive che la Cattolica garantisce alla cultura e all’economia cremonese.

Non solo istituzionale l’intervento del presidente della Camera di Commercio, che stimolato anche dalle parole di Viola ha ricordato il 140° della ditta Auricchio, non dimenticando che questo successo è stato ottenuto anche grazie alle consulenze di docenti della Cattolica e all’impegno di giovani lavoratori formati proprio nell’ateneo di via Milano.

Il pomeriggio è quindi proseguito con la “lectio” del vescovo Napolioni e, al termine, la consegna dei diplomi agli allievi che hanno concluso il proprio percorso formativo nell’anno accademico 2015/16.

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Sintesi della lectio “Fate sentire il vostro grido”

In questo Dies academicus, ritengo significativo cogliere insieme a voi questo “segno dei tempi”: la Chiesa che riparte dall’ascolto dei giovani. Lo faccio sapendo quanto l’Università Cattolica ci è stata e ci sarà di guida in tali itinerari, come attestano le successive edizioni del Rapporto Giovani, la ricerca Dio a modo mio, e soprattutto la quotidiana prassi didattica e formativa che tutti le riconoscono.

Un grido da ascoltare Perché uno, due, tanti sinodi sui/dei giovani? Non per retorica, […] non per emergenza, quella che tardi riconosce la denatalità dei ricchi, insidiata dalla bomba demografica dei poveri […] Ma per il fascino della verità, per un giudizio di valore, che i credenti raccolgono dal Vangelo […]. Gesù vuole incontrare e benedire i bambini, e si indigna perché – nell’allontanare proprio loro – i discepoli mostrano di non aver capito la sua novità, che rivela la volontà stessa del Padre. Il privilegio dei bambini è insieme reale e simbolico: vi riconosciamo la predilezione di Dio per tutti i piccoli e i poveri, rivelata già nell’AT, e la concreta indicazione di ciò che, tipico dei bambini, diviene condizione per entrare nel Regno […]. Il “vangelo del bambino, il vangelo della giovinezza” ha al centro non solo la scena di Gesù tra i bambini, o l’incontro di Gesù col giovane ricco […] quanto il segno annunciato da Isaia e dagli angeli del Natale: “Vi è stato dato un figlio… troverete un bambino… l’Emmanuele”. Il segno diviene realtà, poiché il Figlio di Dio si fa uomo, bambino, giovane, è un Messia giovane […].

Un grido da decifrare Per non “predicare in casa d’altri”, chiederò un cambiamento innanzitutto alla comunità ecclesiale, perché se ne faccia strumento nella più ampia collettività. Una Chiesa che sa ascoltare per riconoscere l’iniziativa di Dio, […] aiuta anche la società ad ascoltare i bambini e i giovani, per cogliere attese e potenzialità. Una Chiesa che sa raccontare la vita come storia di salvezza, impara dalla pedagogia stessa di Dio ad andare incontro al mondo. […] Sono queste le coordinate fondamentali di quello sforzo di discernimento, personale e comunitario, che Papa Francesco ci chiede di imparare e praticare sempre. Chiesa e società diventano così un mondo degli adulti che parla i linguaggi della vita dei ragazzi e dei giovani, senza scimmiottarli né mimetizzandosi tra di loro. […]

Un grido da educare Generati… nella carne. Il generare è l’esperienza umana radicale, di cui non possiamo smarrire, confondere, o ricostruire arbitrariamente l’alfabeto. La scuola e l’università sono espressioni nobilissime di come le civiltà hanno condiviso e sviluppato questa coscienza generativa, per e-ducere e formare uomini e donne sempre più ricchi, liberi, significativi… umani. […] Se la Chiesa è con-vocazione, all’interno della più ampia famiglia umana, in essa siamo chiamati alla vita grazie all’evento umano della generazione, con cui gli uomini collaborano all’opera creatrice di Dio. Se la Chiesa è tradizione, trasmissione viva del Vangelo, l’esperienza concreta dell’essere generati ne è la condizione e la dinamica. Eppure da tempo si vedono “giovani senza generazione”, e si denuncia la rapidissima trasformazione e crisi dei processi di trasmissione della cultura e dei valori. Siamo davanti ad un’emergenza socioculturale, decifrata a più livelli: ci appare come emergenza educativa – relazionale – affettiva – psichica […] Cercansi educatori motivati, e competenti, maturi e fecondi, che non lavorino in proprio ma in squadra. Mi permetto di chiedere a voi, uomini e donne che vi spendete nella ricerca e nell’azione pedagogica, di guidarci in questa progressiva integrazione degli approcci, a servizio di un efficace accompagnamento, dis-interessato e sinfonico, della libera maturazione di ciascuno.

Per essere ri-generati nello Spirito Nell’immagine di Chiesa che il Concilio ci ha consegnato e che cerchiamo di attuare più o meno sinfonicamente, segnalo ancora due piste… Dalla maternità di Dio […] alla maternità della Chiesa (che non si fa padrona della grazia preveniente di Dio, ma che la serve responsabilmente, con fiducia) […] Dalla paternità di Dio alla paternità della Chiesa (in cui l’autorevolezza dei Pastori e di quanti a vario titolo partecipano della loro missione in Cristo si deve manifestare come saggezza e competenza educativa). Fedele a Dio e all’uomo, paterna e materna insieme, questa Chiesa coi bambini e i giovani al centro sceglie di parlare e praticare un binomio preciso: educa evangelizzando ed evangelizza educando. Anche facendo un passo indietro rispetto alla fretta di vedere risultati catechistici e formativi compiuti, o peggio standardizzati.

Chiesa e società: comunità educante “Educatore” è termine che si declina meglio al singolare o al plurale? […] Nella continua ricerca di un punto di equilibrio tra questi estremi, facciamo un atto di fede nella realtà della “comunità educante”, che ci è dato di sperimentare continuamente: nel sistema-famiglia che bene o male ci ha plasmato; nella storia di salvezza che la Chiesa racconta e incarna storicamente qui e ora; nelle appartenenze ai singoli contesti relazionali, educativi, associativi, reti non virtuali che tessono la vita, e che tanto possono dare in un tempo di identità deboli; nella concreta testimonianza di amicizia e collaborazione che ogni équipe deve gustare e dare […]. Ne deriva una comunità educante concepita e vissuta in maniera circolare e policentrica, che dilata gli spazi delle relazioni che ci impegnano, specie quando ci fanno soffrire. Una rete che non può essere solo tecnologica, perché è prima ancora umana, sociale ed ecclesiale, spirituale e teologica. […]

Chiediamo troppo? Al mondo degli adulti, dei formatori e degli educatori? Credo che certi blocchi che soffriamo, e che paralizzano lo sviluppo, potrebbero sciogliersi se provassimo a diventare “grandi come bambini”, alla maniera di Gesù, prendendo ogni giorno la nostra croce di figli per seguirlo da fratelli. Chiediamo troppo ai bambini e ai giovani? Il Vangelo ci insegna a rinnovare stupore e fiducia: “Che sarà mai questo bambino?” (Lc 1,66) – “Ho scritto a voi, giovani, perché siete forti e la parola di Dio rimane in voi e avete vinto il Maligno” (1Gv 2,14).

Il testo integrale della lectio

 

L’Università Cattolica a Cremona

Nella sede di Cremona della Cattolica gli spazi per la didattica sono integrati con i laboratori e le strutture destinate alla ricerca. Cremona, infatti, si caratterizza come sede di importanti centri di ricerca e di alta formazione. A disposizione degli studenti 7.000 metri quadrati, comprendenti 2 aule multimediali, un’aula per la teledidattica, laboratori d’esercitazione e una biblioteca collegata in rete con le altre sedi dell’Ateneo.

Le prime attività didattiche dalla SMEA, ora Alta Scuola di Management ed Economia Agro-alimentare furono inaugurate nel novembre 1984. Grazie alla collaborazione delle istituzioni e degli enti locali, l’offerta formativa negli anni si è ampliata, comprendendo le lauree triennali in Scienze e tecnologie alimentari e in Economia aziendale, la laurea magistrale erogata in lingua inglese in Economia e Gestione del Sistema Agro-alimentare, il master Master in Management Agro-alimentare.

Il numero studenti iscritti, al 14 marzo 2017, era di 374.

I Centri di Ricerca:

  • Centro Ricerche Biotecnologiche (CRB)
  • Osservatorio sul Mercato dei Prodotti Zootecnici
  • Centro di Ricerca per lo Sviluppo Imprenditoriale (CERSI)

Laurea Magistrale in inglese – La laurea magistrale in Agricultural and food economics (Economia e gestione del sistema agro-alimentare) è impartita integralmente in lingua inglese.

Doppia laurea – Nell’ambito dello stesso Corso di laurea magistrale è attivo ormai da anni il Double Degree in Economia agro-alimentare con l’Università di Wageningen (Olanda). L’accordo consente agli studenti dell’Università Cattolica di frequentare il secondo anno presso la sede dell’Università partner e di conseguire il doppio titolo.

Programmi di scambio – Oltre ai programmi di scambio internazionale proposti dal servizio UCSC International a tutti gli studenti della Cattolica, a Cremona sono operativi ulteriori programmi di scambio con importanti università straniere: University of Connecticut, North Dakota State University, Università di Monaco l’Università di Davis in California e James Cook University in Australia.

Presentazione dell’ateneo cremonese

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