Associazioni e movimenti, presenza educativa negli oratori

Il presidente diocesano di Azione Cattolica Emanuele Bellani e don Matteo Alberti, assistente degli scout Agesci per la zona Cremona-Lodi, ospiti del talk Chiesa di casa

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Lo sguardo rivolto verso il futuro e al centro dell’attenzione il tema educativo. La presenza stessa di associazioni attive in questo ambito è un interrogativo forte per la Chiesa intera. E proprio sul senso di questa presenza si è sviluppato il confronto nell’ultima puntata di Chiesa di Casa, il talk di approfondimento settimanale sulla vita della Diocesi di Cremona. Ospiti del programma sono stati Emanuele Bellani, presidente diocesano di Azione Cattolica, e don Matteo Alberti, vicario parrocchiale e assistente ecclesiastico degli scout Agesci per la zona Cremona-Lodi. Sollecitazioni e stimoli utili a interrogarsi, a mettere in discussione ciò che è tradizionale e precostituito, in vista di un domani migliore.

Secondo Bellani «essere presenti significa esserci con lo stile del servizio, che non è accoglienza indiscriminata di tutto ciò che viene richiesto, ma disponibilità capace di cogliere le necessità della comunità con spirito critico. Far notare ciò che non va, con i giusti modi, è un esempio positivo di presenza».

Sulla stessa lunghezza d’onda si è articolato anche l’intervento di don Alberti, che ha sottolineato come «incontrare, condividere un pezzo di strada con le persone di una comunità è un bellissimo segno di presenza, che sta ancora a monte rispetto all’inizio del percorso scout. Lo stare con gli altri dice già molto dello stile che si vuole incarnare».

Il mettersi a fianco, in chiave educativa, è stato dunque individuato da entrambi come elemento chiave. Questa dinamica, però, come evidenziato dalla domanda provocatoria di una giovane, chiede un’attenzione particolare, insieme alla capacità di fare la differenza, rispetto a una società in cui, spesso, la parola chiave sembra essere «indifferenza».

«Il percorso scout – ha spiegato don Alberti – prevede la sua naturale conclusione con la “partenza”, ossia il momento in cui ciascun giovane, accolto quando era piccolo, è chiamato a fare una scelta profondamente politica: deve decidere come impegnare se stesso nella comunità, come, concretamente, essere un buon cittadino, e magari anche un buon cristiano. Questo è un modo per fare la differenza».

L’impegno politico e sociale ha un forte legame anche con la storia di Azione Cattolica. E infatti per Bellani «fare la differenza significa coltivare la capacità di pensare, di riflettere. In questo senso AC ha una tradizione educativa che parte dal vissuto di ciascuno, e questo aiuta a non pensarsi fuori dal quotidiano, ma ad abitarlo in modo positivo».

Il percorso educativo, però, non è mai esente da rischi e difficoltà. Le sfide del presente sono diverse da quelle del passato, «ma credo che il problema – secondo don Alberti – sia quello di sempre. Baden Powell invitava a cercare il 5% di bene che c’è in ognuno per farlo crescere a dismisura. Qui si gioca la partita».

Per Bellani il discorso non è legato agli strumenti con cui si tenta di educare. «L’educazione è una questione di cuore. Nel nostro caso è la fede a fare la differenza, ad offrire la motivazione necessaria. Se la base viene a mancare, qualsiasi contenitore educativo rimarrà vuoto».

A partire dal legame con la fede che molti cammini associativi propongono, in diocesi si stanno strutturando percorsi di iniziazione cristiana rinnovati. «Trovo molto interessante – ha concluso il presidente dell’Azione Cattolica cremonese – che anche nella nostra diocesi il percorso formativo di AC si inserisca all’interno del cammino di iniziazione cristiana. È una dimostrazione bella di come la Chiesa sia davvero rivolta a tutti, tenendo presente la storia personale e vocazionale di ciascuno».

La vera sfida secondo don Matteo Alberti è quindi quella di «provare a mettere da parte rivalità associative e personali, con l’idea di attuare un dialogo aperto, capace di generare confronto, così da poter essere utile alla crescita di tutti e della comunità stessa».

Questo è l’invito che Azione Cattolica e Agesci hanno rivolto alla Chiesa cremonese. Un invito fatto di provocazioni e spunti utili per guardare al futuro con rinnovata speranza.

Andrea Bassani
TeleRadio Cremona Cittanova
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