Aperta in Cattedrale con una veglia ecumenica la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

Giovedì alle 17.30 al Centro pastorale diocesano l'intervento del pastore valdese Paolo Ricca con una riflessione sul tema “La misericordia di Dio e l’uomo”

image_pdfimage_print

Ha preso avvio con una celebrazione ecumenica in Cattedrale la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio), quest’anno incentrata sul tema “Chiamati per annunziare a tutti le opere meravigliose di Dio”. L’iniziativa è stata come sempre promossa dal SAE (Segretariato per le attività ecumeniche) di Cremona, in collaborazione con la Commissione diocesana per l’ecumenismo e il dialogo e le altre le Chiese cristiane presenti sul territorio.

A presiedere la veglia sono stati i rappresentanti delle diverse confessioni cristiane presenti a Cremona: accanto all’amministratore apostolico mons. Dante Lafranconi vi erano come sempre il parroco della Chiesa ortodossa romena padre Doru Fuciu e il pastore della Chiesa avventista Franco Evangelisti. Nuovo volto, invece, per la Chiesa evangelica metodista che è stata rappresentata da Andrea Rosa, presidente del Consiglio di Chiesa. Assente, infatti, il pastore Antonio Lesignoli (che è succeduto alla pastora Joylin Galapon), impegnato a Crema per un’analoga iniziativa ecumenica di preghiera.

A introdurre la serata, illustrandone il significato e l’origine, è stato il parroco della Cattedrale, mons. Alberto Franzini, che ha quindi acceso il cero posto ai piedi dell’altare, e accanto al quale era posta una ciotola con del sale. I segni di questa veglia.

Sotto la guida del prof. Mario Gnocchi, la preghiera è stata scandita da invocazioni e letture, che sono state brevemente approfondite dai quattro concelebrati.

Primo intervento quello di Andrea Rosa che, commentando il brano di Isaia (55, 1-3), ha ripreso l’immagine del mercante per guardare alla “economia di Dio”, così diversa dalle logiche umane. Da qui il compito del credente di “drizzare le orecchie e parlare con intelligenza”. “Preghiamo che lo Spirito di Dio – ha concluso – possa donare anche a noi la stessa passione per il Signore che abbiamo ascoltato dalle parole di Isaia, lo stesso entusiasmo per il suo Evangelo, la stessa spontaneità nel viverlo, la stessa sincerità nel testimoniarlo e la stessa onestà nell’annunciarlo, a noi stessi e a chi ci sta vicino”.

Il Salmo 145 [144] 8-9, 15-16; 17-18 è stato invece commentato dal vescovo Lafranconi, che ha riletto il testo individuando gli atteggiamenti del credente nella preghiera: anzitutto riflettendo su Colui al quale si guarda nella preghiera. Proprio a questo Dio l’uomo espone le proprie speranze e sofferenze, facendo anche eco degli aneliti degli altri uomini. Una preghiera dunque aperta all’universalità: “Quasi rientrando in me stesso – ha detto – constato che la preghiera non è stata inutile, perché giusto è il Signore in tutte le sue vie, santo in tutte le sue opere”. E ancora: “È bello che dalla preghiera si ritorni con un cuore che crede in Dio, perché il Signore è vicino a quanti lo invocano. È con questi sentimenti che noi viviamo anche questo momento di preghiera, chiedendo al Signore non inutilmente l’unità di tutti i suoi discepoli, la forza di testimoniare il suo nome, la grazia e la gioia di espandere quella luce che da Lui abbiamo attinto e che agli altri tutti vogliamo donare”.

Al pastore ortodosso il compito di aiutare a riflettere su un passaggio della prima lettera di san Pietro (2, 9-10), concentrando l’attenzione in particolare sulla “stirpe eletta” che sono i cristiani. Nonostante gli scandali di alcuni uomini di Chiesa, cattolici così come ortodossi, quella cristiana rimane una religione di amore e perdono: è questo, secondo padre Fuciu, l’elemento che deve essere tenuto sempre ben presente, perché “dobbiamo pensare a quale futuro diamo ai nostri bambini. Noi siamo stirpe regale. Dobbiamo essere un popolo che sa amare e non ha nemici”. Un impegno a cui ciascuno è chiamato a dare il proprio contributo per non rischiare di “essere noi l’anello debole della catena”. Poi tanti temi di grande attualità – dalla famiglia alla sessualità – per i quali secondo alcuni l’opinione della Chiesa riporta al Medioevo: “Se è così – ha detto il pastore – allora loro sono ancora più indietro del Medioevo”. Una sola la certezza: “Cristo sarà per sempre il nostro punto di riferimento”.

Il brano del Vangelo della Montagna (Matteo 5, 1-16) è stato analizzato dal pastore Evangelisti che, contestualizzando le parole di Gesù, ha sottolineato come il suo “manifesto” sia presentato lontano da Gerusalemme, nella Galilea dei gentili, il “luogo meno rappresentativo per lanciare la campagna di proclamazione del Regno da parte del Messia”. È il “Dio degli sconfitti” – ha affermato – che “ha lasciato il Cielo per incarnarsi in ogni uomo e donna, che si può trovare quando perdiamo i punti di riferimento della nostra vita, per scoprire nella debolezza la forza di un Dio che può fare l’impossibile”. E non è mancata una testimonianza personale: “Nel mio ministero – ha ricordato – le più belle esperienze le ho vissute quando mi sono trovato a scontrarmi con le sconfitte più grandi”. E qui ha raccontato la storia di Ludovica, ragazza di bona famiglia che dopo aver subìto abusi in casa ha perso il senso della vita, finendo logorata dall’Aids. “La nostra società – ha detto ancora – se vuole avere un futuro ha bisogno di realizzare l’Incarnazione nei bisogni di ogni creatura”. Essenziale dunque l’aiuto al prossimo: “Non si può vivere l’Evangelo di deleghe!”.

La veglia è proseguito con la luce del cero pasquale, acceso all’inizio della celebrazione, che si è propagata tra tutta l’assemblea e la preghiera che è culminata nell’invocazione del “Padre nostro” e nello scambio della pace.

A caratterizzare l’incontro del 18 gennaio in Cattedrale anche un’attenzione alla solidarietà, naturalmente di tipo ecumenico. La metà di quanto raccolto, infatti, è stato devoluto a favore delle Cucine Benefiche della Conferenza di Cremona della San Vincenzo de’ Paoli, che quotidianamente offrono in modo gratuito un pasto alle persone più bisognose della città. L’altra parte sarà utilizzata per un progetto che la Chiesa avventista, attraverso l’organizzazione “Adra”, sta portando avanti in Tunisia, in particolare a favore delle donne sfruttate nel confezionamento di tappeti: grazie alla creazione di cooperative è garantita loro la giusta retribuzione.

Photogallery della veglia ecumenica in Cattedrale

Altro momento nell’ambito della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani sarà nel pomeriggio di giovedì 21 gennaio, alle 17.30, presso il Centro pastorale diocesano di Cremona, quando il pastore valdese Paolo Ricca proporrà una riflessione sul tema “La misericordia di Dio e l’uomo”. Si tratterà di una riflessione di tipo meditativo sulla Misericordia come nome di Dio, con l’obiettivo di rileggere una tematica di grande attualità con l’insolita voce di un protestante.

122935074-2be1701e-161c-49a5-86b6-0062c7de20e5

Facebooktwittermail