A Rivarolo Mantovano la celebrazione diocesana della Giornata del Migrante con la professione di suor Maria Regina Happy Banassan

Mons. Lafranconi nell'omelia ha sottolineato come proprio la Vita consacrata con la professione dei consigli evangelici sono richiamo a non dimenticare che tutti sono pellegrini sulla terra

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Si è svolta quest’anno a Rivarolo Mantovano, nella chiesa che mensilmente è punto di ritrovo del gruppo di nigeriani della zona, la celebrazione diocesana in occasione della Giornata mondiale del Migrante e Rifugiato. L’appuntamento è stato nel pomeriggio di domenica 17 gennaio per l’Eucaristia presieduta dall’amministratore apostolico, mons. Dante Lafranconi. Durante la Messa la professione solenne di suor Maria Regina Happy Banassan, religiosa delle Suore di Nostra Signora di Nazareth.

È stata come sempre una festa di colori e musica la consueta celebrazione diocesana nella Giornata mondiale del Migrante e Rifugiato. I romeni nei loro abiti tradizionali, gli africani con i briosi canti. Sono stati gli stessi gruppi di migranti ad animare la celebrazione, con le letture proposte nelle diverse lingue.

A introdurre la Messa il direttore della Caritas, don Antonio Pezzetti, in questo caso nella vesta di responsabile diocesano del Segretariato Migrantes.

Introduzione di don Pezzetti

Accanto al Vescovo quattro sacerdoti africani, tra cui don Cosmas Edochia, cappellano del gruppo di nigeriani che mensilmente si ritrovano proprio nella chiesa parrocchiale di Rivarolo Mantovano. Non mancava don Anton Jicmon, responsabile della comunità cattolica romena di Cremona e alcuni sacerdoti della zona: oltre al parroco don Luigi Carrai, don Ernesto Marciò (parroco della frazione di Cividale oltre che di Spineda), padre Francesco Zambotti (Tenda di Cristo) e don Francesco Pigola, parroco di Cicognolo. Comunità rappresentata anche dal diacono permanente Cesare Galantini e dai seminaristi fra Richard Kossi Aglah e fra Justin Messanvi, religiosi togolesi dei Missionari di Gesù e di Maria.

Originaria del Togo anche suor Maria Regina Happy Banassan, superiora della comunità di Cremona delle Suore di Nostra Signora di Nazareth, Istituto presente in diocesi da poco più di un anno con quattro consacrate. Dopo una prima esperienza di servizio presso Cascina Moreni, con l’Associazione «Famiglia Buona Novella», le religiose stanno collaborando con Caritas Cremonese, in particolare nell’accudimento dei bambini delle donne ospiti nelle strutture d’accoglienza diocesane mentre stanno completando la formazione di ausiliarie socio assistenziali (Asa) anche in vista del loro prossimo incarico nella rinnovata struttura di Casa di Nostra Signora, in via Ettore Sacchi, Cremona.

Per la sua professione solenne è giunta dal Togo la superiora generale della Congregazione, madre Samuel-Laurance Bitoka.

Dopo la proclamazione del Vangelo la chiamata delle religiosa, che ha manifestato pubblicamente il desiderio di totale consacrazione al Signore.

Nell’omelia il Vescovo ha voluto mettere in relazione la professione religiosa con la Giornata del Migrante e del rifugiato. Non solo per il fatto che si trattasse di una religiosa originaria di un altro paese. Alla varietà dell’umanità data dalle diverse tradizioni etniche e culturali, mons. Lafranconi ha paragonato infatti la varietà di vocazioni presenti nella Chiesa. Solo in questo insieme si può dare visibilità al volto di Dio.

L’amministratore apostolico ha ricordato quindi che ogni uomo, in fondo, è un migrante e pellegrino, in quanto consapevole che è sulla terra solo provvisoriamente, quasi con “un piede alzato per andare oltre” verso la sua destinazione ultima. Un anelito che sa accomunare l’intera umanità.

Proprio la Vita consacrata e la professione dei consigli evangelici – ha sottolineato mons. Lafranconi – diventano un richiamo per tutti a non dimenticare di essere pellegrini sulla terra.


Omelia di mons. Lafranconi

Dopo l’omelia il rito della professione con di suor Maria Regina Happy Banassan che si è prostrata a terra, coperto da un drappo, mentre tutti hanno cantato le Litanie dei Santi. Un momento particolarmente intenso, cui è seguita la professione, pronunciata in ginocchio di fronte alla Superiora generale. Quindi la firma del testo della professione e la preghiera di benedizione da parte del Vescovo, seguita dalla consegna dell’anello e dall’abbraccio di pace con il Presule e la Madre generale.

La Messa è quindi proseguita con liturgia eucaristica. Dopo le comunioni la religiosa ha di nuovo preso la parola e in francese ha confermato la propria adesione di vita a Cristo e al carisma dell’Istituto. Poi, tra alcune invocazioni a Maria e un canto tipico, il saluto e il ringraziamento.

Il ringraziamento di suor Maria Regina Happy Banassan

Parole a cui hanno fatto seguito quelle del parroco, che ha voluto esprimere al Vescovo l’affetto e la vicinanza dell’intera comunità in questi giorni che segnano la conclusione del proprio ministero in diocesi, con il grazie per quanto donato negli anni e anche le scuse per qualche mancanza.

Il saluto del parroco don Luigi Carrai

Dopo la benedizione finale i presenti hanno avuto modo di stringersi letteralmente attorno al Vescovo per una foto ricordo. Non è mancato neppure un regalo: un crocifisso di legno nel tipico stile africano, quale segno tangibile delle tante Giornate del migrante e del rifugiato vissute dal vescovo di Cremona.

Il pomeriggio, che ha visto la presenza anche del sindaco Massimiliano Galli, si è concluso nel vicino salone parrocchiale con un momento conviviale condiviso con i piatti tipici delle diverse tradizioni, il tutto in una cornice di festa in cui non sono mancati canti e balli folcloristici.

Photogallery della celebrazione

Il messaggio degli Uffici Migrantes delle diocesi lombarde in vista della Giornata

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