Aperta a Cagliari la Settimana sociale. Il Papa: “La comunione deve vincere sulla competizione”

Venerdì 27 ottobre giornata tutta dedicata alle buone pratiche

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La 48esima Settimana sociale dei cattolici italiana si è aperta nel pomeriggio di giovedì 26 ottobre con lo sguardo fisso su Papa Francesco, che a Cagliari ha voluto rendersi presente attraverso un video-messaggio inviato agli oltre mille delegati delle diocesi italiane. Alle giornate sarde prende parte anche una delegazione cremonese guidata dal vescovo Antonio Napolioni insieme al prof. Fabio Antoldi, ma occorre contare anche la presenza del sacerdote cremonese don Bruno Bignami, nuovo vicedirettore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei.

 

Parole profetiche, di denuncia delle piaghe che affliggono il mondo del lavoro e angosciano anche il cuore di Papa Francesco: dalla disoccupazione al lavoro minorile, dai lavori pericolosi e malsani, “che ogni anno causano in Italia centinaia di morti e invalidi”, fino al “lavoro in nero e al lavoro precario” che, ha affermato Francesco, “uccidono”.

“La dignità del lavoro – ha proseguito il Papa – è la condizione per creare lavoro buono: bisogna perciò difenderla e promuoverla”. “La Chiesa – ha detto ancora – opera per un’economia al servizio della persona, che riduce le disuguaglianze e ha come fine il lavoro per tutti”. Bergoglio ha quindi proseguito: “Tra tante difficoltà non mancano tuttavia segni di speranza. Le tante buone pratiche che avete raccolto sono come la foresta che cresce senza fare rumore”.

A conclusione delle sue parole, un discorso di quasi 14 minuti che è stato accolto dai delegati giunti a Cagliari con un lungo applauso, una chiara indicazione su come proseguire il cammino già intrapreso dalla Chiesa italiana: “nel mondo del lavoro, – ha affermato Francesco –  la comunione deve vincere sulla competizione!”. “Voglio augurarvi – ha concluso – di essere un lievito sociale per la società italiana e di vivere una forte esperienza sinodale”.

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Alle parole di Francesco hanno fatto seguito le riflessioni di mons. Filippo Santoro, presidente del Comitato scientifico delle Settimane sociali, e del card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei. Se il primo ha chiesto un intervento della Chiesa che parta dal cuore, quasi che ogni persona sia un figlio o un fratello da accompagnare senza raccomandare, l’arcivescovo di Perugia ha messo l’accento sulla novità di metodo, improntato sulla sinodalità.

Il presidente dei Vescovi italiani ha ripreso il tema di una “rinovata teologia del lavoro”, di “un lavoro a servizio della persona umana”, ribadendo il no della Chiesa “all’idolatria del lavoro che produce solamente carrierismo, affermazione individualista di se stessi e desiderio avido di avere sempre maggiori ricchezze”. Mentre “un deciso sì va indirizzato al rapporto fondamentale con il tempo di riposo. Il lavoro è solo una parte della giornata di un uomo. Il resto deve essere dedicato all’otium, al tempo libero, alla famiglia, ai figli, al volontariato, alla preghiera”. Concludendo che “la difesa e la valorizzazione della dignità umana deve essere il concetto chiave di ogni teologia del lavoro”. Con un investimento sulla famiglia e un grande piano di sviluppo per l’Italia basato sulla messa in sicurezza del territorio e la valorizzazione del suo patrimonio paesaggistico e artistico.

Il testo integrale dal card. Bassetti

 

Quindi l’Intervento di apertura di Sergio Gatti, vicepresidente del Comitato, che ha reso esplicita la volontà di assumere il coraggio come atteggiamento di fronte alle sfide che attendono la società italiana. Ha ricordato che, in passato, due settimane sociali hanno avuto il merito di affrontare il tema del lavoro: a Venezia nel 1946 e a Brescia nel 1970. Nel giro di pochi mesi da quelle iniziative ecclesiali è uscito l’articolo 1 della Costituzione e lo statuto dei lavoratori. L’auspicio è che il coraggio dell’intrapresa superi anche oggi la comoda pigrizia dell’attesa.

Il testo integrale di Sergio Gatti

 

Il pomeriggio è proseguito con la presentazione della mostra “Il lavoro che vogliamo” e alcune “voci del lavoro” su cui hanno poi riflettuto il segretario generale Fim-Cisl, Marco Bentivogli, e il ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti. Chiudendo con gli spunti offerti da un monologo teatrale.

 

 

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Il sito internet della Settimana sociale dei cattolici italiani

 

 

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