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«Siamo contenti che anche quest’anno tu sia rimasto fedele al nostro appuntamento. Il nostro è sempre un bentornato a casa, non solo perché qui trovi la Chiesa madre del tuo sacerdozio, ma perché qui trovi ancora tanti amici ad aspettarti, anche se purtroppo molti oggi festeggiano con noi dal Cielo. Noi ci stringiamo intorno a te, e ti chiediamo di portarci all’altare con te ancora una volta, mentre ringraziamo il Signore per il grande dono che ha fatto a te e a tutti noi». Con queste parole il rettore della Cattedrale, mons. Attilio Cibolini, ha dato il bentornato a mons. Carmelo Scampa, il cremonese vescovo emerito della diocesi di São Luís de Montes Belos, in Brasile, che alla vigilia dell’Epifania ha presieduto la Messa delle 18 in Cattedrale, festeggiando il 22° anniversario di ordinazione episcopale.
Era infatti il 5 gennaio del 2003 quando mons. Scampa veniva ordinato vescovo dall’altra parte del mondo. Per l’occasione, una delegazione di sacerdoti cremonesi, guidata dall’allora vescovo di Cremona Dante Lafranconi, si era recata in Sud America per partecipare alla solenne celebrazione. Una data che nel tempo era rimasta tradizionale appuntamento per festeggiare con la sua Chiesa d’origine l’anniversario di episcopato nel periodo di rientro in Italia dopo le festività natalizie. Una consuetudine che quest’anno si è potuta nuovamente rinnovare.
Originario di Scandolara Ripa d’Oglio, dove sta trascorrendo queste settimane di ritorno a casa, il vescovo Scampa ha presieduto l’Eucaristia nel Duomo, dove fu ordinato sacerdote il 27 giugno 1971, affiancato dai canonici della Cattedrale, dal presidente del Capitolo mons. Antonio Trabucchi, dal rettore della Cattedrale mons. Attilio Cibolini e dal parroco dell’unità pastorale S. Omobono Antonio Bandirali. I Magi e la Stella sono stati i due elementi su cui il vescovo Scampa ha voluto riflettere nell’omelia.
La stella, «simbolo della vita interiore, che stimola ogni uomo e ogni donna alla ricerca». «Non siamo abbandonati e soli – ha detto il vescovo cremonese – in un mondo venuto fuori per caso, non siamo sballottati in un vortice di eventi senza significato, ma siamo amati da Dio, siamo amati senza limiti, siamo amati senza meritarcelo». E ancora: «Noi abbiamo bisogno di essere amati da Dio, per potere diventare buoni e amare gli altri. La pretesa di essere buoni per primi ci fa entrare in un vicolo cieco: Dio né si compra né si vende, Dio è gratuità assoluta. Non siamo capaci di amare sul serio per primi, accettiamolo».
Partendo quindi dall’immagine dei Magi, «rappresentanti dei popoli lontani chiamati alla fede, che si mettono alla ricerca di un Dio che salva», Scampa ha messo in guardia dal rischio di sminuire Dio: «Attenti alle confusioni di oggi: si vuole fare credere che tutto è buono e tutte le religioni salvano, e si sminuisce la centralità della persona di Cristo come unico mediatore, come unico salvatore. L’Epifania è la festa del viaggio, dell’uomo che cerca Dio nel pellegrinaggio della propria vita». Il vescovo emerito di São Luís de Montes Belos ha aiutato a riflettere sulla solennità dell’Epifania e il suo messaggio, che «è quello dell’universalismo della fede e della salvezza, che esprime la globalizzazione della solidarietà. Diceva Papa Giovanni Paolo II: “Dio opera perché l’umanità diventi una grande famiglia: famiglia di famiglie, di popoli dove tutti siamo fratelli e sorelle”».
Per concludere la riflessione il vescovo Scampa ha condiviso con i fedeli tre temi, invitando ad approfondirli ciascuno nella propria interiorità: «Il primo è che Gesù è l’unico salvatore, unica porta santa che ci fa entrare nella Casa del Padre, e deve essere conosciuto e raccontato con chiarezza». «Il secondo tema – ha continuato – dice che la missione è fare di ogni uomo un discepolo di Gesù, vivendo lo spirito delle Beatitudini. Ma la missione non va confusa con le missioni: ci si accontenta di qualche opera di solidarietà, si scarica la coscienza con opere di carità che mettono in secondo piano l’annuncio esplicito di Cristo». Il terzo tema su cui meditare è quello di «lasciarci amare, lasciarci illuminare e condurre da Dio, non avere la pretesa di portare avanti i nostri piani quando chi ci conduce sulla strada giusta è proprio il Signore. Lasciarsi amare è segno di nobiltà e grandezza, che ci porta ad accettare noi stessi e gli altri».
Il vescovo Carmelo Scampa ha condiviso infine l’augurio che «la Stella ci illumini e ci conduca sulla strada giusta. Perché senza l’incontro con Cristo la nostra vita non avrà un futuro. Ogni scorciatoia e ogni via parallela non è ammissibile. Che la luce di Betlemme ci accompagni per scoprire sempre più la persona di Gesù Cristo».