Nelle giornate dal 10 al 17 agosto si è tenuto a Ravascletto (UD) il campo estivo diocesano dell’ACR dal titolo “Hai la mia parola”. Al centro delle attività di riflessione la storia di Geremia, inviato da Dio al popolo d’Israele per risvegliare la speranza in un tempo di angoscia. Nonostante le difficoltà, anche quando sembra che Dio abbandoni il popolo d’Israele la speranza si fa viva.
La Parola muove la vita di Geremia e lo accompagna lungo il suo cammino: la sequela nasce, si irrobustisce, porta frutto e diventa generativa. Così anche nell’esperienza dei ragazzi la Parola diventa immersiva e invita a condividere i propri talenti arricchendo il gruppo e la comunità. Con la propria testimonianza essi annunciano la fedeltà di Dio che si prende cura della Chiesa e di tutta l’umanità.
Per accompagnare la riflessione sono state predisposte cinque tappe che, partendo da alcuni passi tratti dal libro del profeta Geremia, hanno condotto i ragazzi a riflettere sul loro essere cristiani e sul loro rapporto con Dio. Ascoltare: apriamo il nostro cuore all’ascolto della Parola per rintracciare i segni del progetto di Dio nella nostra vita; Restare: il Signore ci invita a fidarci ed affidarci, riconoscendo in Lui la fonte di ogni bene; Rendere grazie: accogliamo nelle nostre vite la promessa di Dio; Prendersi cura: ci impegniamo a vivere pienamente il nostro tempo per essere generatori di bellezza; Vedere: sperimentiamo la vicinanza di Dio che rallegra il cuore e realizza il nostro desiderio di felicità.
Sono state moltissime anche le occasioni di divertimento per creare un forte spirito di gruppo e sancire nuove amicizie come ad esempio le due gite, la prima per raggiungere il rifugio Tamai e la seconda lungo il sentiero degli Sbilfs, creature fatate che popolano i boschi del Friuli Venezia Giulia e i grandi giochi pomeridiani. Attraverso questi momenti i ragazzi hanno sperimentato ancora di più lo stare insieme e l’importanza di fare squadra tra di loro, in ogni gioco e attività è essenziale la partecipazione di tutti poiché solo se ognuno condivide il proprio talento e si dona agli altri si può fare tanta strada insieme.
L’esperienza del campo diventa quindi un laboratorio per apprendere una convivenza all’insegna della pace, della tolleranza e dell’ascolto, dove sperimentare ed esercitare valori e atteggiamenti che i ragazzi incontreranno durante la loro crescita spirituale e personale. Alla fine di ogni campo ci si accorge di aver creato e consolidato i legami reciproci così da poter intraprendere insieme le attività del nuovo anno associativo con slancio e motivazione. Anche per gli educatori è stato un campo particolarmente denso di nuove sfide e arricchimenti reciproci. L’augurio è quello di aver consolidato il lavorare insieme con fiducia gli uni verso gli altri, facendo nostro il messaggio di impegno e dono trasmesso al campo.
Eleonora Buttarelli