A Castelleone il ricordo dell’Apparizione (VIDEO)

La Messa dell'11 maggio presieduta dal vescovo Napolioni, pur con le restrizioni imposte dall'emergenza sanitaria, è iniziata con il cero offerto dall'Amministrazione comunale

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È l’11 maggio, giorno anniversario delle apparizioni della Madonna a Domenica Zanenga, avvenute a Castelleone nel 1511, ma la tradizionale processione che dal centro del paese, dopo la messa nella chiesa parrocchiale, vede la comunità castelleonese recarsi in pellegrinaggio al Santuario della Misericordia, quest’anno non si è svolta. Le regole imposte dalla quarantena per limitare il contagio della pandemia hanno impedito lo svolgimento comunitario della processione, ma le numerose candele accese davanti all’altare testimoniano che i castelleonesi continuano, singolarmente, nel loro inesausto affidarsi a Maria nel Santuario a lei dedicato.

Manca la processione, manca il festoso incontrarsi dei pellegrini sui prati che circondano la chiesa, manca il consueto e divertito giro per le bancarelle, ma non è mancata la messa alle 11, presieduta dal vescovo, mons. Antonio Napolioni, con la partecipazione del clero della parrocchia: don Giambattista Piacentini (parroco e rettore del Santuario), don Renato Onida (custode del Santuario), don Matteo Alberti (vicario) e don Giovanni Sanfelici (collaboratore parrocchiale) con il diacono permanente Angelo Papa.

A rappresentare l’intera comunità di Castelleone, il sindaco Pietro Fiori, che ha offerto il cero alla Madonna. Le letture – la lettera agli Efesini di Paolo e la visita di Maria a Elisabetta del vangelo di Luca – hanno guidato l’omelia del vescovo, il quale in questo momento, dove man mano riprende a incontrare le diverse comunità, non vuole predicare, ma soprattutto vorrebbe ascoltare.  Ascoltare in silenzio i racconti, i pensieri, i sentimenti delle famiglie, in particolare quelle colpite dalla morte dei propri cari, quelle che hanno attraversato la paura della malattia e la gioia della guarigione.

Ma di tutti, perché tutti hanno sofferto una stagione di paura, di distanziamento, di innaturale modo di vivere eppure portatore di intuizioni: c’è anche un gran bene in mezzo a tanto male.

Il Vescovo vorrebbe vedere l’incontro tra nonni e nipoti, tra gli sposi. Incontri che non è possibile vedere. Ma il Vangelo propone uno di questi incontri, quello tra Maria ed Elisabetta. Maria si reca a incontrare la cugina, nessuno conosce il suo stato, ma quando arriva da Elisabetta il bambino che questa porta in grembo sussulta di gioia: Maria ed Elisabetta sono due madri che si incontrano dando voce al mistero che si manifesta nelle loro vite. Il momento di sospensione che si sta vivendo è l’occasione per ringraziare il Signore per i doni più semplici che si manifestano nella vita di tutti.

All’incontro segue il canto del Magnificat che invita tutti a cercare gratitudine e speranza anche nelle giornate più nere. Ha guardato l’umiltà della sua serva, i servi umili mandano vanti il mondo. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beatail ricordo delle generazioni che si succedono e sembrano accavallarsi, solo ora si pensa a com’è doloroso aver perso così tanti anziani della comunità. Ha spiegato la potenza del suo braccio, si potrebbe pensare che il Signore ha dato un ceffone per risvegliare, per scuotere non solo dagli errori inflitti alla natura, ma dal peccato della ricchezza, del potere, dell’egoismo, dell’individualismo. Ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, governanti che dapprima hanno sottovalutato il problema sanitario, per poi ricredersi; i troni non consentono l’arroganza. Ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, quante testimonianze di solidarietà che vogliono collaborare con l’opera di Dio. Ha soccorso Israele suo servo ricordandosi della sua misericordia, in questo manifesta il cuore umanissimo di Maria e di Gesù, a cui si aggiunge quello di Dio.

Il Vescovo ha concluso l’omelia pensando ai defunti e citando testualmente le parole della lettera di Paolo. Fratelli, Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo: per grazia infatti siete stati salvati. Con lui ci ha anche risuscitati e ci ha fatti sedere nei cieli, in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù.

Nell’invocazione finale il Vescovo ha ripreso le parole  della preghiera che augura di cantare in cielo a Maria le misericordie, invitando a farlo fin da ora, augurio che lega benedizione sulla carissima comunità di Castelleone e  su tutti coloro che hanno partecipato all’Eucarestia.

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Eugenio Clerici
TeleRadio Cremona Cittanova
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