Sono stati presentati nella serata di martedì 22 ottobre a Casirate d’Adda, nel salone dell’oratorio San Marco, i lavori di restauro della chiesa parrocchiale di Santa Maria Immacolata, edificio costruito alla fine del Settecento sulle fondamenta della vecchia chiesa parrocchiale (“Demolita perché fatiscente e angusta”, si legge nei documenti d’archivio).
I presenti hanno potuto ascoltare gli interventi dei tecnici incaricati: l’ingegner Stefano Tedeschi, che sarà il direttore dei lavori, gli architetti Ida Castelnovo e Ivan Moia e don Umberto Bordoni, direttore della Scuola Beato Angelico di Milano, che seguirà tutta l’operazione di restauro. Al loro fianco il parroco di Casirate e Arzago don Matteo Pini. C’era anche il sindaco Mario Donadoni che ha assicurato alla Parrocchia la massima collaborazione da parte degli uffici comunali, a cominciare dal primo intervento, in ordine di tempo, quello del restauro conservativo delle mensole in cemento decorativo di una parte del sagrato che potrebbe essere avviato entro un mese o poco più.
Santa Maria Immacolata sorge in pieno centro, in posizione sopraelevata, adiacente all’ex statale Bergamina (che in questa zona del paese prende il nome di via Grossi e di via Menclozzi): quando questa strada era a doppio senso di marcia e il traffico veicolare soffocava letteralmente il cuore di Casirate è capitato che i mezzi pesanti urtassero più volte il muro del sagrato, danneggiandolo.
Approssimativamente potrebbero occorrere attorno ai 60mila euro per un restauro conservativo. Tale somma è l’unica che al momento don Pini si sente di poter dare. Per la quantificazione di tutti gli altri interventi, dipenderà dall’esito delle verifiche tecniche. Saranno queste, ad esempio, a dire che tipo di lavoro andrà effettuato sul tetto.
Di certo quella sulla copertura sarà la parte più costosa. Ne abbiamo parlato con l’ingegner Stefano Tedeschi. «Per quanto riguarda la copertura – spiega il professionista – ho già verificato personalmente la presenza di vari detriti rimasti dall’ultimo intervento e di spioncini da cui filtra acqua piovana, ma una volta che saremo saliti ad effettuare le verifiche, che riguarderanno anche lo stato degli affreschi dell’abside, avremo un quadro della situazione più chiaro e potremo iniziare a quantificare le spese più importanti da sostenere. Inizieremo il restauro dalla parte absidale, che è la più urgente».
Una volta fatto il tetto ci si potrà dedicare al restauro delle facciate dove la pittura esterna è andata totalmente perduta. «Dovremo agire –continua Tedeschi – di concerto con la soprintendenza di Brescia, competente per territorio. Essendo questa una chiesa di epoca neoclassica non presentava colori sgargianti. Effettueremo una campagna di tassellature per vedere se esistono ancora degli strati di pittura sottostanti».
Un’indagine sarà eseguita anche sullo stato della rete fognaria mentre non ci sarà bisogno di un intervento relativo all’antisismicità.
Una buona notizia è che per tutto l’arco dei lavori la chiesa rimarrà agibile. Per la zona absidale, ad esempio, il ponteggio che sarà montato consentirà ai tecnici di lavorare in quota senza che sia necessario interrompere la liturgia.
«Si tratta di lavori necessari – afferma il parroco – che potrebbero richiedere due, anche tre anni per essere completati. Intanto con la serata di martedì abbiamo iniziato a parlarne e mi fa piacere che in oratorio siano venute una sessantina di persone. Molto dipenderà anche dai fondi che avremo a disposizione. Faremo appello alla generosità di tutti sottolineando il fatto che la parrocchiale è un bene non solo ecclesiastico ma di tutta la comunità».