Fare comunità, accettare le sfide e essere guida spirituale: le tre coordinate della missione di don Ghilardi nell’unità pastorale di Pomponesco

Le parrocchie di Bellaguarda, Casaletto, Pomponesco e Salina nel pomeriggio di sabato 27 settembre, nell'Eucaristia presieduta dal vescovo Napolioni, hanno dato il benvenuto al nuovo parroco

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Fare comunità con un proprio personale stile di fraternità. Accettare le grandi e impegnative sfide accogliendo la ricchezza – e le povertà – di ciascuno. Essere una guida spirituale prima ancora che un organizzatore. Queste le tre coordinate della missione don Maurizio Ghilardi come nuovo parroco dell’unità pastorale “Pomponesco ed Uniti”, nel Mantovano, formata dalle parrocchie di Bellaguarda, Casaletto, Salina (tre frazioni della città di Viadana) e Pomponesco. Nel pomeriggio di sabato 27 settembre il vescovo Antonio Napolioni ha presieduto la celebrazione d’insediamento nella chiesa dei Ss. Sette fratelli martiri, alla presenza di autorità civili, Protezione civile, gruppi e associazioni di volontariato e i parrocchiani delle comunità. Hanno concelebrato l’Eucaristia alcuni sacerdoti diocesani e un gruppo di frati cappuccini, presso i quali don Ghilardi ha vissuto nell’ultimo anno una esperienza vocazionale.

A dare il benvenuto al sacerdote è stato anzitutto il sindaco di Pomponesco Giuseppe Baruffaldi, affiancato da Nicola Cavatorta, primo cittadino di Viadana, sul sagrato esterno della chiesa parrocchiale. Baruffaldi ha sottolineato l’importanza del nuovo ruolo del parroco all’interno delle parrocchie che gli sono state affidate. «Il suo ingresso – ha detto rivolto a don Ghilardi – deve rappresentare per la nostra comunità un nuovo inizio, un momento di cambiamento e sentimenti positivi, di fiducia e speranza per il futuro. Specialmente in questi periodi difficili dove troppo spesso prevale la difficoltà, l’incertezza e la differenza». Ricordando come i paesi sono fortemente legati alla tradizione e alla fede, il sindaco di Pomponesco ha invitato a collaborare nella sfida di «saper integrare e integrarci con altre realtà», e nel caso «recuperare i valori della nostra storia culturale e di identità attraverso dialogo e preghiera».

 

Il saluto del sindaco di Pomponesco

 

Dopo la lettura del decreto di nomina da parte del nuovo vicario zonale della Zona pastorale 5, don Marco D’Agostino, (che ha preso il posto di don Davide Barili, ormai ex parroco dell’unità pastorale di Pomponesco, trasferito a Cremona come vicario episcopale per il Clero e parroco di S. Sebastiano), il nuovo parroco ha ricevuto il saluto delle parrocchie con Filippo Formica che ha espresso gratitudine al vescovo per il dono della guida spirituale e ha poi descritto le «sfide tipiche delle aree interne italiane» in cui si troverà a vivere don Ghilardi: l’urgenza dei problemi giovanili ed educativi negli ultimi anni nelle tante storie di vita dell’oratorio, il calo demografico, il declino culturale e socio-economico, l’aumento della popolazione straniera e la difficoltà a entrare in relazione con queste nuove famiglie. «Ci conforta però – ha detto il giovane rappresentante dell’unità pastorale – la tua formazione di esperienza missionaria e la vicina unità pastorale di Dosolo, con la quale recentemente il vescovo Antonio ci ha indicato la prospettiva di una crescente sinergia. Abbiamo ancora tanta strada da fare per crescere e soprattutto responsabilizzarci: contiamo proprio tanto sulla tua presenza e competenza». Come dono di accoglienza è stata regalata una lampada da scrivania, «con il suo aiuto potrai dal tuo studio disegnare le idee e tracciare le strade che percorreremo affinché possa illuminare i nostri passi».

 

Il saluto del rappresentante dell’unità pastorale

 

Nell’omelia il vescovo ha ribadito come la forza di Cristo consente di affrontare la vita e le sue fatiche, le sue sfide e le sue contraddizioni. In particolare ha ripreso la parabola del ricco e del mendicante Lazzaro, del Vangelo del giorno, collegandola con l’esperienza di don Ghilardi insieme ai frati cappuccini per sottolineare la missione di «essere ultimo in mezzo agli altri per amore di Gesù che si è fatto povero per arricchire tutti noi». Poi ha richiamato l’impegno di fraternità con tutta la parrocchia, «perché il prete ha bisogno della comunità prima ancora che la comunità abbia bisogno di lui». Da qui l’avvertimento a non fare del prete «l’unico uomo di Dio», ma di ripartire dalla volontà reciproca di essere bisognosi l’uno dell’altra, del parroco con la sua comunità. «Voi qui sapete bene che un prete si apprezza se è tanto di Dio quanto della gente, per cogliere tutto il bene che c’è in ogni persona e per aiutare ognuno a essere figlio di Dio, forti nell’impegno di cambiare la realtà che è ingiusta e che è violenta: così nasce un grande “noi”. Il prete in mezzo a voi sia non un “organizzatore” ma quel ministro dell’ascolto, della confidenza, della ricerca di Dio nella preghiera e della celebrazione della misericordia».

 

L’omelia del vescovo

 

L’invito alla conversione e ai meriti ricevuti nella lunga e variegata esperienza di vita come doni da condividere e sfruttare come opportunità: questi sono i passaggi salienti nelle prime parole dette da don Ghilardi alla nuova comunità al termine della Messa. «Sento davvero il dovere di ringraziarvi – ha detto – perché avete chiuso un capitolo di dieci anni; c’è ancora un lutto da rielaborare e già si presenta una persona esterna. Io spero solo di essere accettato per quello che sono. Io entro in casa vostra, entro nella vostra famiglia, e sconvolgo degli equilibri. In peggio o in meglio lo si vedrà solo se come in una famiglia ci si accoglierà reciprocamente». Riprendendo il passo del Vangelo “se neanche uno risorgesse dai morti potrebbero cambiare?”, il parroco ha proseguito: «Io sono autorizzato a non fare miracoli, non ho la capacità di cambiare la vostra vita se non decidiamo di cambiarla insieme». Un invito, dunque, alla comprensione e all’accettazione reciproca, a piccoli passi, con la consapevolezza di poter introdurre esperienze e conoscenze maturate, «vissuti di frontiera». I quali – ha precisato don Ghilardi – non sono frutto di un merito, «sono semplicemente i doni di Dio che nella vita si presentano e quando essi si presentano si può scegliere di sfruttarli o di evitarli. Riusciamo a fare in modo che questa sia l’occasione per sfruttare questo dono? A me piacerebbe». E nel ringraziare tutte le persone che lo hanno accompagnato in questi anni, il parroco ha concluso il suo saluto con l’invito a ricominciare dalle relazioni. «Il ricco ha rinunciato alla relazione con il povero, cioè con una parte di sé. E la parte povera di me ha bisogno di voi, così come può essere che la parte povera vostra abbia bisogno anche di me. Questo è camminare insieme in una comunità».

 

Il saluto del nuovo parroco

 

Dopo la Messa e le firme dei testimoni sugli atti ufficiali (Maurizio Flisi per Salina, Giulio Rossi per Pomponesco, Mario Badalotti per Casaletto e Giovanni Avigni per Bellaguarda), il nuovo parroco si è recato in oratorio per un abbondante momento conviviale durante il quale ha potuto iniziare a conoscere i suoi nuovi parrocchiani.

 

 

Biografia del nuovo parroco

Don Maurizio Ghilardi, classe 1968, originario di Mozzanica, è stato ordinato sacerdote il 18 giugno 1994. È laureato in Scienze della formazione, con laurea magistrale in Progettazione pedagogica nei Servizi per Minori.

È stato vicario parrocchiale a Cremona nella parrocchia di S. Bernardo (1994-1999), a Calcio (1999-2003) e Agnadello (2003-2005).

Dopo aver ricoperto per un anno l’incarico di assistente religioso della Comunità “Mondo Nuovo”, nel 2007 ha iniziato il proprio servizio presso la Casa dell’Accoglienza di Cremona, diventando nel 2012 vicedirettore degli Uffici pastorali Caritas e Migrantes. Tra il 2015 e il 2022 ha ricoperto il ruolo di incaricato diocesano per la Pastorale missionaria, ricoprendo tale incarico anche a livello regionale tra il 2019 e il 2022. Tra il 2017 e il 2024 ha ricoperto è stato incaricto diocesano per la Pastorale delle migrazioni.

È stato parroco a Cremona delle parrocchie di Boschetto e Migliaro (2015-2024). Dopo un anno di esperienza vocazionale presso i Frati Minori Cappuccini della Lombardia, rientra in diocesi come nuovo parroco dell’unità pastorale “Pomponesco ed Uniti”.

 

Jacopo Orlo
TeleRadio Cremona Cittanova
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