«Vivere la vecchiaia è un privilegio», le parole del Papa all’incontro regionale dei preti anziani e ammalati a Caravaggio

L'incontro e la Messa al Santuario con i vescovi della Conferenza episcopale lombarda riunita a Santa Maria del Fonte

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Nella mattina di giovedì 16 settembre 2021 presso il Santuario di Caravaggio si è tenuta la settima edizione dell’incontro di amicizia e preghiera dei vescovi lombardi insieme ai sacerdoti anziani e malati delle diocesi di tutta la regione. Ad aprire l’incontro la lettura del messaggio di Papa Francesco letto da mons. Roberto Busti, vescovo emerito di Mantova e assistente regionale Unitalsi che come sempre offre collaborazione e supporto logistico per l’evento promosso dalla Conferenza episcopale lombarda, in concomitanza con la riunione regionale a Caravaggio.

Fulcro della giornata la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo di Milano e metropolita di Lombardia, mons. Mario Delpini, che ha voluto dedicare la giornata alla memoria, nella preghiera, per tutti i sacerdoti lombardi vittime della pandemia da coronavirus: sui quasi trecento presbiteri morti in Italia, poco meno di un terzo, ben 92, sono state le vittime lombarde.

L’incontro tra il clero ammalato e anziano e i vescovi lombardi è iniziato con l’accoglienza presso il Centro di Spiritualità, da cui è partita la processione accompagnata dalla recita del Rosario, fino al Santuario dove è iniziata la Santa Messa. All’inizio della celebrazione monsignor Roberto Busti ha quindi letto il messaggio inviato da papa Francesco per l’occasione: «State vivendo una stagione, la vecchiaia, che non è una malattia ma un privilegio – ha scritto il Papa – pensate a Simeone e ad Anna: proprio quando sono anziani il Vangelo entra pienamente nella loro vita e, prendendo fra le braccia Gesù, annunciano a tutti la rivoluzione della tenerezza».

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«Anche chi di voi è malato – ha scritto ancora il Santo Padre nel suo messaggio – vive, possiamo dire, un privilegio: quello di assomigliare a Gesù che soffre e portare la croce proprio come Lui. Voi siete malati di cui la comunità si prende cura: una comunità, quella delle vostre Diocesi, delle parrocchie e dell’Unitalsi, che si prende cura dei malati è una comunità ben radicata su Gesù».

Il Papa ha voluto quindi mettere al centro il ruolo dei sacerdoti anziani e malati: «Voi non siete però solo oggetto di assistenza ma protagonisti attivi nelle comunità: siete portatori di sogni, sogni carichi di memoria e per questo importantissimi per le giovani generazioni proprio perché i vostri sogni sono la radice. Da voi viene la linfa per fiorire nella vita cristiana e nel ministero».

Al termine della sua lettera, Papa Francesco ha concluso impartendo la benedizione e un simpatico pensiero: «Vi saluto tutti e vi chiedo, per favore, di pregare per me che sono un po’ anziano e un po’ malato… ma non tanto!».

Nella sua omelia, monsignor Delpini ha preso ispirazione del passo del Vangelo letto durante la celebrazione, la visita di Maria alla cugina Elisabetta: «Maria in questi episodi del Vangelo è stata un saluto: ha salutato Elisabetta ed Elisabetta ha trovato nel saluto di Maria la rivelazione che ha riempito di gioia la sua casa».

«Essere un saluto: è la forma con cui Maria realizza la sua missione nella casa di Zaccaria e anche per un prete, anche per un uomo e una donna che vogliono vivere la loro missione di annunciare il Vangelo, questo è una strada irrinunciabile, essere un saluto, questa è una missione irrinunciabile, ed è praticabile in ogni condizione di salute, in ogni età» ha proseguito nella riflessione monsignor Delpini.

Da questo punto parte quindi l’augurio dell’arcivescovo di Milano indirizzato ai sacerdoti presenti: «La letizia del saluto di un uomo che riconosce nelle condizioni in cui si trova una occasione per dire il Vangelo, la buona notizia di Gesù, in sostanza la possibilità di portare a compimento la sua vocazione, il principio unificante della sua vita: la gioia del saluto di un uomo che dà testimonianza di come sia bello e lieto essere dentro una comunità, costruire e gioire della fraternità».

L’arcivescovo ha quindi concluso la sua omelia: «La gioia del saluto di un uomo che accoglie le confidenze di Gesù, la rivelazione di Gesù e si sente dire: queste cose ti ho detto perché la mia gioia sia in te e la tua gioia sia piena».

Al termine della celebrazione, prima della benedizione e della preghiera davanti alla Madonna, Vittore De Carli, presidente di Unitalsi Lombardia, ha ringraziato tutti i presenti e i Vescovi per la continua vicinanza, annunciando l’avvio di una nuova opera: Sono stati trovati i finanziamenti e i terreni per la costruzione a Lambrate di una casa di accoglienza per i bambini piccoli malati tumorali, per dare un momento di sollievo ai genitori: un progetto che come Unitalsi volevamo realizzare e che finalmente siamo pronti a far partire». De Carli ha poi concluso con il ringraziamento rivolto ai presenti: «Grazie a voi sacerdoti che ci avete fatto crescere e speriamo di potervi ricambiare con questi momenti: per me oggi è anche un saluto dopo 11 anni lascerò l’Unitalsi lombarda poiché gli anni passano per tutti ma l’importante è ritrovarci, nelle nostre parrocchie e oratori, e aver voglia di stare vicino a voi sacerdoti anziani e malati che siete la traccia e l’impronta che ci guidate ogni giorno nel nostro cammino».

Dopo la celebrazione, per i partecipanti come consueto l’opportunità di fermarsi a pranzo per un momento in fraternità nel refettorio del Santuario.

Come sempre l’Unitalsi Lombarda ha provveduto ad assicurare l’assistenza ai sacerdoti che sono confluiti a questo incontro di fraternità e preghiera, osservando tutte le norme igienico-sanitarie e di sicurezza che a quella data saranno in vigore.

Matteo Lodigiani
TeleRadio Cremona Cittanova
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