Vertenza Facchini di Viadana, dal Vescovo l’invito a lasciare da parte ogni irrigidimento e sterile contrapposizione

Mons. Napolioni segue con viva preoccupazione e fraterna vicinanza la delicata situazione, in modo particolare quella degli operai e delle loro famiglie

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Il Vescovo Antonio, fuori Cremona per alcuni giorni, avendo avuto notizia della complessa vicenda che riguarda la vertenza della ex Cooperativa Viadana Facchini presso la Composad di Viadana e informato della lettera a lui indirizzata da alcuni operai che si sono appostati sul tetto dell’azienda in stato di agitazione sindacale, segue con viva preoccupazione e fraterna vicinanza la delicata situazione, in modo particolare quella di tutti gli operai diversamente coinvolti  nel caso e delle loro famiglie.

Auspica che tutte le parti in questione, lavoratori, azienda, cooperativa, operai in agitazione, sindacati ufficiali e di base, lasciato da parte ogni irrigidimento e sterile contrapposizione, ritrovino al più presto, per il bene dei singoli e dell’intera comunità viadanese, uno spirito di dialogo costruttivo volto a salvaguardare il grande bene del lavoro, tanto più prezioso in questo tempo di crisi economica, e mirato a promuovere i diritti e la dignità di tutti gli operai e delle loro famiglie, recuperando quella positiva volontà di trovare eque e giuste  soluzioni, già parzialmente manifestata nei mesi scorsi nelle lunghe ed estenuanti trattative che purtroppo non sono giunte a buon esito.

In queste situazioni difficili e complicate, nella quali sono in gioco legittimi interessi delle diverse parti in causa, la via maestra per cercare  soluzioni è sempre quella del dialogo aperto, rispettoso, pacifico, costruttivo e mai minaccioso o violento.

Se in qualsiasi modo la Chiesa cremonese potrà favorire la riapertura di sempre più feconde vie di dialogo e di confronto per la ricerca di soluzioni giuste ed eque, non farà mancare il proprio apporto e la propria disponibilità alla mediazione. Nel frattempo fa appello agli otto operai, che hanno scelto la via dello sciopero della fame e della sete, perché abbiano a sospendere queste forme estreme di protesta in nome delle loro famiglie e dei figli che intendono garantire e sostenere con i frutti del proprio lavoro.

Il Vicario Generale
Don Massimo Calvi

In foto la consegna della lettera nella mattinata del 29 giugno
da parte di Sante Mussetola (Pastorale sociale e lavoro) e don Antonio Censori (parroco Viadana)

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