Dal Centro missionario diocesano l’invito a ricordare nella preghiera il sacrificio di Nadia De Munari e del vescovo Christan Carlassare

Intervista a don Maurizio Ghilardi, responsabile dell'Ufficio diocesano per la Pastorale missionaria che propone alle parrocchie della diocesi due intenzioni di preghiera da usare nelle celebrazioni di domenica

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Anche oggi, nel 2021, la Chiesa continua a farsi missionaria in ogni angolo del mondo. Purtroppo, come raccontano le cronache degli ultimi giorni, le cose non vanno sempre nel modo sperato e i rischi, calcolati benché non desiderati, a volte si concretizzano nella maniera peggiore. Lo testimoniano la drammatica vicenda della missionaria laica vicentina Nadia De Munari, uccisa in Perù, e l’aggressione di cui è stato vittima in Sud Sudan padre Christan Carlassare, missionario comboniano e vescovo eletto della Diocesi di Rumbek, che il Papa aveva nominato soltanto un mese fa. L’area è dilaniata da anni da conflitti tribali e dal 2011, anno in cui morì padre Cesare Mazzolari, un altro comboniano, la diocesi era rimasta sede vacante.

Il Perù è scosso da quanto accaduto a Nadia, che faceva parte di “Operazione Mato Grosso”, movimento missionario fondato nel 1967 dal salesiano don Ugo De Censi (scomparso nel 2018). L’ong nel Paese conta 40 comunità (altre 17 sono in Ecuador, 12 in Brasile e 9 in Bolivia) e in passato ha già subito due perdite importanti. Come riporta Vaticanews, infatti, in Perù  sono morti  anche Giulio Rocca,  trentenne volontario permanente di Sondrio, che , partito ateo, nel 1992 stava per entrare in seminario, quando fu ucciso dai terroristi di Sendero Luminoso, e don Daniele Badiali, il “martire delle Ande” per il quale è in corso la causa di beatificazione. Il 16 marzo del 1997 si è offerto come ostaggio al posto di una volontaria italiana, ed è stato poi ucciso dai rapitori, banditi locali che agivano per denaro e che il sacerdote aveva riconosciuto.

Essere missionari non è dunque facile, semplice o scontato. Ne abbiamo parlato con don Maurizio Ghilardi, responsabile diocesano della pastorale missionaria. A lui chiediamo che cosa significhi essere missionari in questo momento storico.

«Oggi la vita delle missioni è profondamente cambiata: basti pensare che non partono più solo i consacrati o le consacrate, ma anche tanti uomini e donne del mondo laicale. Questo è un fatto importante perché dice di come i carismi nella Chiesa sono esercizio di un popolo sacerdotale. La presenza dei missionari laici – come la storia di Nadia testimonia – è legata spesso a delle istituzioni che comunque portano un ideale evangelico. Lei aveva scelto di prestare servizio in una zona del mondo in cui pochissimi avevano accettato di rimanere e lo aveva fatto per quei bambini e quelle famiglie che sapeva aver bisogno di un’istruzione e di cibo per sopravvivere. Portare il messaggio evangelico oggi però non è cosa banale, perché bisogna mettere in conto che c’è una forte opposizione all’operato della Chiesa cattolica, anche in ragione della denuncia delle ingiustizie sociali di cui si fa portavoce e della prevaricazione da parte di chi ha interessi di carattere economico in certe aree del mondo».

«Nel caso poi di monsignor Carlassare – prosegue don Ghilardi – una delle ipotesi è che l’attentato sia nato in seno ad alcuni movimenti della chiesa locale contrari ad un vescovo “straniero”. Nei giorni scorsi padre Franco Moretti, comboniano originario di Mozzanica, è riuscito ad andare a trovare padre Christian nell’ospedale di Nairobi dove è ricoverato e mi ha raccontato della grande fede che lo anima, del perdono che ha già accordato a chiunque sia responsabile della sparatoria. Queste vicende ci ricordano la preziosità di chi dona la vita per annunciare il Vangelo. Anche per questo le Chiese lombarde hanno messo in atto diverse iniziative per tenere desta l’attenzione sul mondo missionario e ricordare il sacrificio di Nadia e monsignor Carlassare. Nel fine settimana ci saranno veglie, momenti di preghiera o un ricordo nella preghiera dei fedeli, come proposto in diocesi di Cremona».

In questo contesto il pensiero va anche ai due sacerdoti cremonesi “fidei donum” in Brasile, don Emilio Bellani e don Davide Ferretti, dato che le notizie che arrivano dal Paese non sono sempre incoraggianti. «Noi del Brasile sentiamo e vediamo notizie raccapriccianti, ma grazie a Dio i nostri due missionari che stanno a Salvador de Bahia stanno bene e la loro comunità sta riprendendo un ritmo di vita più normale. I due sacerdoti mi hanno scritto nei giorni scorsi: il quartiere dove vivono sta riprendendo le normali attività. Certo sono preoccupati perché molte famiglie che già prima della pandemia erano in condizioni di difficoltà, oggi sono ancora più provate a causa della mancanza di lavoro. Le sfide sono molteplici, ma non dimentichiamo che essere missionari oggi significa essere portatori del messaggio evangelico ma anche di dignità. E la ricchezza di quanto accade nella nostra missione a Salvador lo testimonia bene».

 

LE INTENZIONI DI PREGHIERA

Queste le due intenzioni di preghiera che tutte le comunità della diocesi di Cremona sono invitate a usare durante le celebrazioni di domenica 2 maggio.

Padre, che chiami ognuno di noi ad annunciare il Vangelo del tuo Figlio Gesù, che ci chiami ad essere operatori di giustizia e di carità, sostieni la famiglia della missionaria laica Nadia De Munari, sostieni la comunità nella quale ha svolto il suo servizio in Perù, sostieni tutti coloro che in lei hanno trovato accoglienza, difesa e protezione, fai sentire loro la forza del tuo Spirito e la nostra vicinanza. Il seme da lei gettato, nel fango della povertà, irrorato dal sangue della sua vita, possa crescere e tornare a dare i frutti da lei sperati e per i quali, in nome del Vangelo, ha speso la sua esistenza. Preghiamo.

Padre, che ci chiedi di rispondere al male con il bene, sostieni l’opera del nuovo vescovo Christian Carlassare, chiamato a guidare la Chiesa in Sud-Sudan. La violenza subita in questi giorni non oscuri il suo entusiasmo nel servirti nelle persone che incontrerà; il tuo Spirito sostenga il suo compito di pastore e guida in una terra che necessita pace e riconciliazione. Preghiamo.

TeleRadio Cremona Cittanova
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