Verso il 6 novembre: i Vescovi in cammino con i giovani lombardi. Intervista a mons. Antonio Napolioni

“Iniziamo un cammino insieme…”: i Vescovi lombardi esprimono l’intenzione di avviare un cammino condiviso con i giovani

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Un giovane è «un ragazzo o una ragazza che cerca la propria strada, che vuole volare con i piedi, che si affaccia sul mondo e guarda l’orizzonte con occhi colmi di speranza, pieni di futuro e anche di illusioni. Il giovane va con due piedi come gli adulti, ma a differenza degli adulti, che li tengono paralleli, ne ha sempre uno davanti all’altro, pronto per partire, per scattare. Sempre lanciato in avanti. Parlare dei giovani significa parlare di promesse, e significa parlare di gioia. Hanno tanta forza i giovani, sono capaci di guardare con speranza. Un giovane è una promessa di vita che ha insito un certo grado di tenacia» (Christus Vivit, n.139).

 «I giovani ci appartengono come parte di un organismo vivente, di una famiglia (che dunque deve saper affrontare anche la loro ricerca di autonomia), come grande risorsa – approfondisce il Vescovo di Cremona, Mons. Antonio Napolioni – In una società meno adulta e viziata di giovanilismo, è decisivo ristabilire un rapporto corretto tra le generazioni, stimando il carisma della giovinezza, che non consiste nell’esteriore esuberanza ma nella profonda ricerca di senso e di strade per la vita».

Punto di partenza del cammino insieme sarà l’incontro del 6 novembre in Duomo a Milano. Un’occasione straordinaria per i Vescovi, che potranno così dialogare con i giovani, ascoltarne le loro esperienze e il loro vissuto, e, per i giovani, per esprimere i loro pensieri e le loro proposte. Un prezioso esercizio di incontro, perché i giovani possano aiutare i pastori nel discernimento di alcune dinamiche culturali, decisive proprio per la vita dei giovani. Sui cinque “sentieri” “Giovani e Vescovi” si preparano a muovere i loro passi.

«I cinque ambiti di confronto scelti per il 6 novembre sono molto ampi, e direi anche molto “laici”, il più possibile vicini al vissuto reale di tutti i giovani, non tanto per indulgere a forme di sociologismo, quanto per rispettare la logica dell’incarnazione – prosegue il Vescovo Antonio Napolioni – Cristo è già invisibilmente presente nelle attese di giustizia, nei gesti di bella umanità, nelle domande e nei silenzi, nella ricerca e nel dono… di cui tanti giovani sono portatori. A noi Vescovi spetta riconoscere e valorizzare ciò che lo Spirito suscita ovunque, senza tacere la narrazione ecclesiale del Vangelo che tanta gioia e santità ha seminato nella storia, anche nelle nostre realtà».

«Innanzitutto venga l’ascolto, paziente e fiducioso, empatico e aperto al nuovo, di cui i giovani possono essere portatori. Quindi la comunicazione di una passione per la vita, testimoniata e non solo detta. La questione del linguaggio ha questi fondamenti, prima di essere tradotta in tecniche e metodiche, che altrimenti avrebbero il fiato corto. Sono convinto che la pedagogia evangelizzatrice di Gesù conservi sempre la sua grande attualità: sulle strade e nelle case, affiancando il cammino degli altri, guardando negli occhi, ascoltando e educando le domande, annunciando la densità del Mistero che salva, offrendo spazi di condivisione ed esperienza, per giungere ai segni della fede. Troppo spesso pretendiamo di celebrare subito questi ultimi, che invece richiedono una marcia di avvicinamento, che parta dal punto reale in cui ogni giovane vive».

«La brevità dell’incontro che avremo a Milano sarà comunque fruttuosa, perché davvero si colloca in un continuum di dedizione delle nostre Chiese ai giovani, in tanti modi e momenti. Sarà il rilancio di un cammino, forti del magistero del Papa nella Christus Vivit e anche del suo esempio. I ragazzi crescono in fretta e nuovi volti attendono di essere riconosciuti e accolti nel dialogo educativo e spirituale che i credenti vogliono condividere con loro. Mi auguro che ogni parrocchia, gruppo, associazione… ne tragga stimolo a non temere di ricominciare, di osare strade nuove, di farsi magari anche mettere in discussione dalle nuove generazioni».

«Ben venga questa iniziativa, espressiva di un amore di sempre delle Chiese di Lombardia alle nuove generazioni». Un’iniziativa desiderata da tutti i Vescovi lombardi «per le nostre comunità diocesane, forti della collaborazione costante delle Pastorali giovanili e dei coordinamenti degli oratori».

«Noi abbiamo bisogno di voi – conclude il Vescovo -, non come manovalanza, non per avere seguaci, ma per discernere il passaggio del Risorto, il Messia sempre giovane, nel presente e nel futuro della Chiesa. Per questo sono molto curioso di scoprire cosa imparerò e porterò a casa dall’incontro».

 

TeleRadio Cremona Cittanova
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