Veglia missionaria/zona 4. A Motta Baluffi le testimonianze di alcuni “Giovani per il Vangelo”

Chiara e Giulia hanno raccontato la loro avventura in Africa, mentre Claudia e Mattia hanno descritto un Brasile turbolento ma irresistibile

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La veglia della missionaria per la zona pastorale 4 – svolta nella serata di sabato 20 ottobre nella chiesa di Motta Baluffi – si è aperta con lo slogan della Giornata missionaria mondiale 2018, “Giovani per il Vangelo”, ricordando così anche il sinodo dei Vescovi voluto da Papa Francesco e in corso a Roma, insieme anche al Sinodo diocesano, conclusosi la scorsa Pentecoste.

Le parole di profeta Geremia, dopo una preghiera corale, hanno quindi esortato i giovani a non lasciarsi spaventare dalla loro età, ma anzi ad avere fiducia nel Signore che li elegge a suoi messaggeri. È giunto così il momento centrale della veglia missionaria, ovvero le testimonianze di giovani missionari che hanno osato partire verso quelle periferie del mondo così spesso ignorate: Chiara e Giulia hanno raccontato la loro avventura in Africa, mentre Claudia e Mattia hanno descritto un Brasile turbolento ma irresistibile.

Le prime due, infatti, hanno abbandonato le comodità della loro vita sospirese per affrontare una sfida in un paese lontano dell’Africa; non è stato facile – come ha ben spiegato Giulia – partire per l’ignoto senza sapere di preciso cosa avrebbero fatto, dove avrebbero vissuto, con chi, come… nemmeno erano sicure di potersi fare una doccia! Eppure, spinte da un desiderio irresistibile, Chiara e Giulia hanno vinto le loro resistenze e, con altre otto persone, hanno sperimentato che cosa significa creare un gruppo, anzi, una famiglia, non solo tra loro, ma anche con le persone che le hanno ospitate durante questa avventura. Hanno così scoperto che per aiutare il prossimo non sempre sono necessari gesti esteriori: a volte basta entrare nel suo mondo, parlare, conoscersi, e portare a conoscere Lui. Questa è, alla fine, la vera Missione.

Mattia e Claudia, invece, avevano alle loro spalle una precedente avventura in Brasile; ciononostante, si sono trovati di fronte una realtà del tutto nuova ed inaspettata, talvolta persino inquietante e caotica, ma sempre ammaliante. Mandati da una forza che non avrebbe accettato un “no” come risposta, questi due ragazzi di 22 anni, che, come loro stessi hanno detto, non avevano “nulla di speciale”, hanno potuto creare dei ponti con le persone incontrate, superando persino il problema della lingua sconosciuta, riconoscendo la comune umanità che li legava al prossimo. Un bel video ha poi raccontato per immagini quella avventura difficile da spiegare. Non solo Brasile, però: la testimonianza non ha mancato di sottolineare come vi siano distanze più incolmabili di qualsiasi abisso, ovvero i muri di silenzio che anche in Italia dividono comunità intere, spaccano famiglie, e impediscono quel rapporto col prossimo al cuore della Missione di ogni cristiano.

Dopo aver ascoltato la Parola, che ha ricordato a tutti come la vocazione di ogni cristiano sia portare frutti in Cristo, il vicario zonale don Davide Ferretti ha concisamente lodato la “divina incoscienza” di questi giovani, che hanno osato uscire, andare lungo le strade del mondo ed amare il prossimo, seguendo l’esempio di Gesù.

Dopo aver rinnovato le lodi a Dio per questi fulgidi esempi, la veglia si è conclusa con il mandato ai giovani dell’assemblea, inviando ed invitando tutti i ragazzi su ogni via, su ogni strada, perché con audacia e fiducia portino ovunque la luce del Vangelo di Gesù.

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