Università Cattolica e AC dal Papa nel nome di Armida Barelli, «modello di leadership femminile nella società e nella Chiesa»

Anche una delegazione di 160 tra studenti e docenti della Sede di Cremona e Piacenza della Cattolica in piazza San Pietro per l'Udienza a un anno dalla beatificazione della co-fondatrice

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La delegazione della sede di Piacenza-Cremona
dell’Università Cattolica in Piazza San Pietro

 

Circa dodicimila tra soci e socie dell’Azione Cattolica Italiana da 130 diocesi, studenti, docenti e dipendenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e appartenenti all’Istituto Missionarie della Regalità di Cristo, hanno preso parte all’Udienza con papa Francesco promossa dalle tre realtà a un anno dalla beatificazione di Armida Barelli avvenuta il 30 aprile 2022 nel Duomo di Milano. Folta la delegazione della sede di Cremona-Piacenza, con studenti e docenti guidati dai presidi delle facoltà di Economia e Giurisprudenza, Anna Maria Fellegara, e di Scienze agrarie alimentari e ambientali Marco Trevisan.

La mattinata in Piazza San Pietro è stata condotta dai giornalisti di Tv2000 Antonella Ventre e Gennaro Ferrara. Ad aprire il programma la proiezione di un video sulla cerimonia di beatificazione dello scorso anno, di cui l’udienza con Papa Francesco (inizialmente prevista in Aula Paolo VI e poi spostata in piazza San Pietro per il gran numero di adesioni) rappresenta continuazione ideale e occasione di ringraziamento da parte delle realtà a cui Armida Barelli ha dedicato la sua missione

In attesa dell’arrivo di Papa Francesco testimonianze e letture dagli scritti di Armida Barelli hanno sottolineato l’attualità della sua figura per la Chiesa ma anche per la società di oggi, insistendo sui temi della vocazione laicale, di una spiritualità in grado di tenere insieme fede e vita e di una scommessa su formazione e cultura in grado di rispondere alle sfide poste dai tempi presenti. È stato quindi  monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica Italiana e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, a proporre una momento di preghiera con una riflessione sul messaggio e sull’eredità della co-fondatrice, introducendo l’arrivo di Papa Francesco, accolto dall’entusiasmo delle migliaia di giovani in piazza e dal saluto, a nome delle tre realtà che hanno promosso la causa di beatificazione, di Emanuela Gitto, vicepresidente per il Settore Giovani dell’Azione Cattolica Italiana, che per questa speciale occasione indosserà i gioielli lasciati da Armida Barelli in eredità alla Gioventù femminile e alle responsabili di AC che ne raccolgono il testimone nel tempo: una croce e una spilla d’oro con l’immagine dell’Immacolata.

 

(VATICAN MEDIA Divisione Foto)

Rivolgendosi alla delegazione dell’Università Cattolica il Papa ha sottolineato come Armida sia stata «una donna generativa»; una generatività nel tempo riconosciuta come tipicamente femminile, ma che «si può realizzare in un dialogo di reciprocità con l’uomo». La Barelli – ha aggiunto il Santo Padre – è stata «tessitrice di grandi opere e lo ha fatto realizzando una trama formidabile di relazioni».

Un tratto che spinge a riflettere sul nostro tempo e in particolare sulle «spinte de-generative, così dannose a livello famigliare, ma che si riconoscono anche a livello sociale nelle polarizzazione e negli estremismi che non lasciano spazio al dialogo».

Sempre rivolgendosi alla delegazione dell’Ateneo del Sacro Cuore, il Papa ha sottolineato il tema «della leadership femminile in ambito ecclesiale e sociale di cui la Barelli può essere considerata formidabile anticipatrice: abbiamo bisogno di un modello integrato […] che unisca la competenza e la prestazione, spesso associate al ruolo maschile, con la cura dei legami, l’ascolto, la capacità di mediare, di mettere in rete e di far crescere le relazioni, a lungo ritenute appannaggio del genere femminile e spesso sottovalutate nel loro valore produttivo. Anche in questo caso – ha proseguito – è l’integrazione, la reciprocità delle differenze a garantire reciprocità. È un compito affidato in modo particolare all’Università Cattolica di cui domani si festeggia la 99 giornata Nazionale sul tema Per amore di conoscenza. Le sfide del nuovo umanesimo» e che, ha sottolineato ancora il pontefice – è chiamata «ad avere oggi lo stesso slancio educativo e la stessa intraprendenza formativa che hanno ispirato padre Gemelli e Armida Barelli». Non è quindi mancato un riferimento al contributo della beata alla formazione della coscienza di migliaia di giovani e di donne in particolare, nel delicato periodo della costruzione della democrazia in Italia: «Abbiamo oggi bisogno di donne che, guidate dalla fede, siano capaci di lasciare segni nella vita spirituale, nell’educazione e nella formazione professionale».

 

Il video completo da Vatican News

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Quindi nel suo intervento Papa Francesco si è rivolto agli associati di Azione Cattolica, richiamando una seconda caratteristica della vita e del modello della fondatrice della Gioventù Femminile: «L’essere apostola». Una scelta che ancora oggi «ci permette di contemplare come il Signore compia cose grandi quando le persone si rendono disponibili e docili alla sua volontà impegnandosi con umiltà creativa e indipendenza. La sua biografia narra grande perseveranza nel cercare di restare con il Signore e il desiderio di condividere questa esperienza con tanti altri» e ancora la sua decisione «di farsi dono per gli altri di essere lei stessa una missione, oltre limiti e imperfezioni: la missione è uno stimolo costante per non abbandonarsi alla mediocrità e per continuare a crescere»

Da questa osservazione sulla vita e le opere della beata, ancora il Papa ha invitato a guardare alla testimonianza a cui i cristiani e, in particolare rivolgendosi agli associati di Ac, ha aggiunto: «Essere apostoli oggi vuol dire essere laiche e laici con passione, appassionati del Vangelo e della vita, prendendosi cura della vita buona di tutti e costruendo percorsi di fraternità per dare anima a una società più giusta, inclusiva e solidale. Facendo tutto questo insieme, nella bellezza di un’esperienza associativa». In ogni ambito della vita – ha concluso Papa Francesco – «nella costante tensione ai più piccoli, vi incoraggio a cercare strade su cui camminare con tutti perseguendo la pace e la giustizia, come fece nel suo tempo Armida Barelli in totale affidamento al Signore e con stile improntato alla concretezza. Al cuore della vita associativa ci sia sempre una formazione integrale e al cuore della formazione la spiritualità evangelica. L’essere radicati e dedicati alla vita delle vostre Chiese locale alimenti sempre in voi la spinta missionaria per allargare ancora di più il cuore e il vostro sguardo contemplativo sul mondo» accogliendo «l’esortazione della “sorella maggiore” ad amare, amare, amare. Amare senza misura, rigenerati dall’amore di Dio».

 

Una rappresentanza dell’Azione Cattolica (VATICAN MEDIA Divisione Foto)

Infine il Papa parla alle Missionarie della Regalità di Cristo, le consacrate volute dalla Barelli, e rimarca che la consacrazione secolare è «una vocazione esigente» ma è «paradigma di un nuovo modo di vivere da laici nel mondo: laici impegnati a scorgere i semi del Verbo dentro le pieghe della storia, impegnati ad animarla dall’interno come lievito, capaci di valorizzare i germi di bene presenti nelle realtà terrene» e ancora «promotori dei valori umani, tessitori di relazioni, testimoni silenziosi e fattivi della radicalità evangelica». Ma riflette sul fatto che la beata Barelli ha promosso le donne in modo nuovo nella vita consacrata, perché non stessero in disparte, perché fossero inviate «a costruire il Regno». Francesco aggiunge, poi che la Barelli «è stata capace di leggere i segni dei suoi tempi e i bisogni più urgenti», che sono stati per lei «terreno di impegno e di missione», e ancora che ha coinvolto donne e uomini, giovani e adulti, laici e sacerdoti, in uno stile comunitario, in una collaborazione volta al «fine apostolico della Chiesa».

 

Francesco venera una reliquia della beata Armida Barelli (VATICAN MEDIA Divisione Foto)

Spesso facciamo fatica a intraprendere una strada di impegno, perché pensiamo di non essere mai all’altezza, nelle scelte personali e in quelle del servizio alla comunità. Se Armida fosse qui a parlare oggi, ci direbbe ancora che se ci affidiamo al Signore nulla è impossibile.

E allora affidarsi a Dio, ha concluso il Papa, «è un atto di fede che dà vigore e slancio alla speranza e all’azione».

Al termine dell’incontro con il Pontefice, sempre in piazza San Pietro, monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano e presidente dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi superiori, ha presieduto la celebrazione eucaristica, a conclusione della giornata di festa e ringraziamento dedicata alla memoria e all’attualità della Beata Armida Barelli.

 

TeleRadio Cremona Cittanova
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