Un’alleanza contro i furti nelle chiese

I Carabinieri hanno restituito gli oggetti rubati nella chiesa di Acqualunga Badona, frazione di Paderno Ponchielli, fornendo un vero e proprio vademecum per difendersi da ladri e truffatori

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Domenica 3 marzo, dopo la messa delle 9 ad Acqualunga Badona, i Carabinieri di Cremona hanno riconsegnato la refurtiva alla comunità di Paderno Ponchielli. Si tratta di una pisside e un calice del XVI secolo, altri oggetti liturgici più o meno preziosi, due candelabri in ottone, la tovaglietta di cotone e la statua in gesso dipinto di San Giuseppe, rubati un mese fa dalla chiesa di Santa Maria Nascente e poi ritrovati in un canale in aperta campagna.

Lo schema è noto al nucleo Tutela patrimonio culturale dell’Arma: i malviventi individuano un edificio isolato rispetto ai centri abitati, forzano una delle entrate (nel caso quella della sagrestia) e indisturbati sottraggono oggetti di vario genere, senza curarsi della rilevanza artistica, badando più alla rapida commercializzazione e alla facilità del trasporto che al valore reale. «Spesso – spiegano i Carabinieri in una sorta di vademecum per la sicurezza dei beni culturali religiosi – sono anche riconvertiti quali elementi decorativi e di arredo». Così i tabernacoli sono rivenduti come portaliquori, gli incensieri come lampadari, le navicelle in porta caramelle…

Il fenomeno, secondo i dati rilevati nella banca dati dell’Arma – che attraverso la Centrale Tutela patrimonio culturale ha allestito il primo e più ampio database dedicato alla tutela dei beni culturali con quasi 6 milioni di oggetti catalogati – è in lieve diminuzione, anche se gli episodi di furti nelle chiese continuano ad essere tanti. Addirittura i beni ritrovati grazie al lavoro di indagine superano il numero di quelli di cui viene denunciata la sparizione. Tuttavia – fa notare il comunicato – «la salvaguardia di questi beni è un dovere verso un’eredità di valore inestimabile, intimamente legata al sentimento e all’identità religiosa delle comunità». Per questo con il Ministero dei Beni culturali e la Conferenza episcopale italiana sono state stese le linee guida per la tutela dei beni della Chiesa cattolica italiana. Sul territorio le forze dell’ordine agiscono in coordinamento con l’Ufficio diocesano dei Beni culturali, anche nella sensibilizzazione di comunità e parroci circa le misure da adottare per mettere al riparo il patrimonio artistico–devozionale: dipinti e statue, libri, materiali d’archivio, strutture architettoniche. Tra i consigli molto pratici porte rinforzate, sistemi antintrusione, inferriate alle finestre, videosorveglianza, illuminazione petrimetrale, sistemi da remoto per le chiese più isolate. In particolare però ci sono anche buone prassi che i Carabinieri invitano ad adottare. Anzitutto la compilazione di un inventario delle opere con una verifica periodica, sollecitata soprattutto in occasione di cambi di parroco o di visite pastorali, ma anche la limitazione degli accessi alla chiesa (meglio se uno solo) e delle copie di chiavi distribuite a persone fidate. C’è poi la sottolineatura di quanto sia importante una pronta denuncia ai Carabinieri e all’Ufficio diocesano per i beni culturali.

L’importanza di denunciare

Sono una trentina le denunce per furti di materiali sacri inoltrate dalle parrocchie della diocesi di Cremona ai Carabinieri. L’ultimo fascicolo riguarda alcune parti lignee del Bertesi sparite dal pulpito della chiesa di San Marcellino in città. A volte nelle borse dei ladri «cadono» pure oggetti di valore. Che poi finiscono sul mercato: «Capita di ritrovare opere – spiega l’incaricato dell’ufficio dei Beni culturali don Gianluca Gaiardi – dopo anni e scoprire che dopo essere state vendute non si sono mai mosse dalla Lombardia». Per questo – sottolinea il sacerdote – è decisivo sensibilizzare i parroci sulla importanza di denunciare tempestivamente e non sono alla locale stazione dei Carabineri. L’Ufficio infatti è in contatto con la Sovrintendenza e con il nucleo regionale per la tutela del patrimonio culturale. Per agevolare questa tempestività e poi il lavoro di indagine anche la diocesi di Cremona sta ultimando un lavoro di catalogazione completa di tutte le opere e gli oggetti sacri presenti nelle nostre chiese.

Attenzione alle truffe

La citata restituzione, oltre a essere stata l’occasione per il parroco don Claudio Rasoli ed il sindaco di Paderno Ponchielli Cristiano Strinati di ringraziare l’Arma, come annunciato anche l’occasione per il maggiore Rocco Papaleo, comandante della Compagnia di Cremona, con il luogotenente Alberto Artioli, comandante della Stazione di Casalbuttano ed Uniti, con i collaboratori, il brigadiere Francesco Lisi e l’appuntato scelto Bartolomeo Sorice, di fornire ai parrocchiani presenti e che per l’occasione gremivano la Chiesa (oltre un centinaio di persone presenti, provenienti anche dai comuni e le frazioni vicine quando Don Claudio ha riferito che normalmente la funzione domenicale non raggiunge le 40 persone)  in particolare a quelli che rientrano nelle cosiddetta “fasce deboli”, come gli anziani, notizie e consigli per prevenire i reati predatori e le truffe.

In particolare tra i tanti consigli forniti, soprattutto sul fenomeno dei finti appartenenti alle Forze di Polizia, è stato sottolineato che il truffatore per farsi aprire la porta ed introdursi nelle vostre case può presentarsi in diversi modi. Spesso è una persona distinta, elegante e particolarmente gentile. Dice di essere un funzionario delle Poste, di un ente di beneficenza, dell’INPS, o un addetto delle società di erogazione di servizi come luce, acqua, gas, etc. e talvolta un appartenente alle forze dell’ordine. Generalmente si presentano alla porta di persone anziane con la scusa di dover verificare la posizione pensionistica o contributiva; ovvero per controllare i contatori del gas della luce e del telefono, ma in realtà il loro scopo è quello di raggirare le persone facendosi consegnare soldi, sottraendo beni o altre cose di valore. I truffatori normalmente vestono in borghese e si presentano vestiti in modo elegante. Di norma «lavorano» in coppia, usano modi gentili ma molto decisi e cercano di disorientare la vittima con le chiacchiere. Spesso conoscono il suo nome e fingono di conoscere anche i figli o altri parenti.

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