“Tra l’argine e il bosco”, alle radici delle parole di don Primo

Venerdì 25 maggio la lettura alla cascina San Colombano del Boschetto, casa natale di don Mazzolari

image_pdfimage_print

“Tra l’argine e il bosco”, è questo il titolo del nuovo appuntamento del progetto “Le parole di don Primo”, organizzato dal Comune di Cremona, Diocesi di Cremona e Fondazione Don Primo Mazzolari nell’ambito del programma cultura dedicato al Novecento.

Venerdì 25 maggio, alle 18, nella cascina San Colombano (via Ossalengo, zona Boschetto, gentilmente concessa dalla famiglia del liutaio Simeone Morassi, che risiede oggi nella casina), l’attrice Daniela Coelli, in sintonia con il professor Mario Gnocchi, curatore dell’ultima edizione del libro di don Primo “Tra l’argine e il bosco”, e con il musicista Fabio Turchetti, hanno fatto una scelta quasi cinematografica, come loro stessi dichiarano, di alcune parti del testo in modo da poter raccontare, attraverso “immagini sonore”, tra parole e musica, gli aspetti che più li hanno colpiti della figura di Don Mazzolari, che nelle pagine dell’opera emerge in tutta la sua umanità. Sorretto dalle atmosfere alternate di chitarra e fisarmonica, “si snoderà così un racconto che tocca il cuore e lo trasporta indietro nel tempo, tra radici che sono anche le nostre, in paesaggi che fanno parte della nostra storia, della nostra terra”.

Nel libro Tra l’argine e il bosco don Primo parla dei momenti della sua infanzia nella cascina di San Colombano, dalla solitudine e senso di inadeguatezza dei primi incarichi nelle piccole parrocchie di paese, dove affronta la diffidenza dei contadini verso la figura del prete, alla fiducia che, piano piano, riesce ad instaurare con il suo popolo di poveri.

E’ così che diventa “il parroco dei lontani”, con i suoi sogni, il suo amore per la natura, tra nebbie cupe e primavere sfolgoranti, fino alla visione poetica della “cura d’anime in campagna”.

Emerge da quest’opera lo squarcio di un dopoguerra denso di disperazione e speranza, di dubbi e perseveranza, di profonda fede nel riscatto di una giustizia sociale che solo uno scomodo parroco, “povero tra i poveri”, poteva descrivere con così toccante passione.

Facebooktwittermail