Società e lavoro, guarda alla festa dei lavoratori la nuova puntata di Chiesa di casa

Ospiti in studio Eugenio Bignardi (incaricato Pastorale sociale e lavoro della Diocesi di Cremona) e Michele Fusari (presidente Movimento Cristiano Lavoratori di Cremona-Crema-Lodi).

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Lavoro e lavoratori. Questo il centro della festa del Primo Maggio, che pone l’attenzione sulle dinamiche interne al mondo del lavoro, con lo sguardo sempre rivolto al futuro. Nata a Chicago come rivolta operaia nel 1886, la Festa dei lavoratori si è poi trasformata in un simbolo della lotta per i diritti, e viene celebrata ogni anno con manifestazioni, discorsi e attività culturali. In questo senso guarda al domani: il Primo Maggio non nasce semplicemente per ricordare le conquiste e le necessità dei lavoratori, ma si pone l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le singole coscienze sul valore del lavoro, sulle sue condizioni e sulla valorizzazione che esso merita.

Proprio per questo motivo la nuova puntata di Chiesa di casa, il talk settimanale che la Diocesi di Cremona dedica agli approfondimenti sulla vita della comunità, ha visto la presenza di Eugenio Bignardi, responsabile dell’ufficio diocesano di pastorale sociale e del lavoro, e Michele Fusari, presidente del Movimento cristiano lavoratori di Cremona, Crema e Lodi.

«Per la Chiesa è importante parlare di lavoro – ha sottolineato Bignardi – perché rappresenta una parte consistente della vita di ciascuno. Sul lavoro si vivono relazioni, incontri e dinamiche che coinvolgono in modo consistente le persone, sia nei rapporti tra loro, sia con le istituzioni. L’ufficio di pastorale sociale cerca proprio di inserirsi in questo continuo dialogo per portare lo stile del Vangelo nel quotidiano della vita di ciascuno».

Oltre ad una presenza istituzionale, però, quella della Chiesa è anche una vicinanza concreta ai singoli lavoratori. «Noi come Movimento cristiano lavoratori – ha spiegato Fusari – cerchiamo di farci prossimi alle persone che incontriamo, occupandoci di formazione, accompagnamento e sostegno. Di fatto, ciò che ci sta maggiormente a cuore, è il bene della persona, che spesso passa anche dal suo modo di vivere il lavoro».

Di nuovo, lavoro e lavoratori. Cura del mondo sociale, ma, soprattutto, dei singoli. E a fare la differenza, secondo Bignardi, «è la capacità di sensibilizzare i lavoratori, stimolando, da parte loro, una vera e propria partecipazione attiva alla vita della società».

Lo stesso magistero della Chiesa prevede un coinvolgimento della comunità cristiana nelle dinamiche istituzionali e sociali di ogni tempo. «Mi piace pensare che ci sia chiesto di comprometterci con la realtà che ci circonda – ha scherzato il presidente di Movimento cristiano lavoratori – ovvero di non fermarci a guardare ciò che accade come spettatori. L’idea che ci guida è quella di entrare nel mondo per abitarlo davvero».

Il riferimento alle questioni salienti del nostro tempo è chiaro: crisi socio-economica, attenzione all’ambiente, ricerca di condizioni di lavoro eque… Per Bignardi «noi cristiani siamo invitati caldamente a dire la nostra, a interrogarci, a trovare e proporre strade e soluzioni utili al bene di tutti. Ecco perché il Primo Maggio è, una volta di più, occasione utile per fermarci a pensare al contributo che ciascuno di noi può dare alla realtà in cui vive».

Festa dei lavoratori, dunque, che non fa rima esclusivamente con il lavoro inteso in senso stretto. Secondo Michele Fusari, infatti, «è difficile pensare ad un agire umano, cristiano, che non abbia alla base un percorso di formazione spirituale. Ciò significa che a fare la differenza non sono semplicemente le nostre azioni, bensì ciò che le guida. Per questo la pastorale sociale e del lavoro è molto spesso un’esperienza di carità: non si limita a tentare di risolvere problemi, ma si preoccupa di farsi carico, a tutto tondo, della vita delle persone».

Lavoro e lavoratori. Ma non solo. Persone, si potrebbe dire, sintetizzando il pensiero della Chiesa, espresso da Eugenio Bignardi e Michele Fusari.

Il Primo Maggio, caratterizzato ancora oggi dalle battaglie per i diritti, portebbe essere l’occasione per portare alla luce l’interrogativo vero quello più autentico e personale, che ciascuno può rivolgere a se stesso: come portare l’umanità, il Vangelo, nel quotidiano? E anche un momento per celebrare i progressi fatti in questo campo e per guardare al futuro con speranza.

Andrea Bassani
TeleRadio Cremona Cittanova
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