Silenzio, luci e preghiera per la Veglia dei giovani al Palazzetto. Il Vescovo: «Davanti alla Croce sia il vostro “eccomi”»

La Gmg torna al PalaRadi dopo due anni, in una serata di festa e profonda spiritualità. Coinvolgente testimonianza di impegno di Nicolò Govoni

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Alla vigilia della Giornata Mondiale della Gioventù 2021 è tornata in presenza la veglia diocesana dei giovani che da tutte le parrocchie sono giunti al Palasport “Mario Radi” di Cremona per l’incontro con il vescovo Antonio Napolioni.

La data non è più quella della vigilia delle Palme: la veglia si è tenuta, infatti, nella serata di sabato 20 novembre, vigilia della solennità di Cristo Re, indicata da Papa Francesco come data annuale per la GMG. Il titolo della veglia “Alzati perché hai visto!” è stato suggerito proprio dal messaggio del Papa per la Giornata, riprendendo le parole di Gesù rivolte a san Paolo.

Un gesto, quello della veglia, di ascolto e riflessione, ma soprattutto di preghiera, accompagnata anche dal canto di una sezione del Grande coro diocesano.

La veglia è iniziata nel buio del palazzetto. Buio poi riempito da luci: sono le starlight indossate dai ragazzi. I loro volti sono carichi dell’entusiasmo di chi finalmente può tornare ad incontrarsi per in un’occasione da sempre attesa e partecipata, dopo un periodo di lontananza e sofferenze.

A sottolineare il filo delle Gmg che non si è mai spezzato, un video sui monitor della scenografia ripercorre alcune tappe delle Giornate mondiali della gioventù e un gioco a quiz, con domande sul tema della veglia, apre la serata. L’idea, infatti, è quella del rimettersi in gioco: «Alzati, ti costituisco testimone di ciò che hai visto», come ha scritto il Papa nel messaggio per la Giornata mondiale della gioventù.  Il vescovo Napolioni ha premiato i vincitori del quiz con una palma, simbolo del legame vivo fra le precedenti Giornate mondiali della gioventù e la nuova forma di questa Giornata.

Successivamente, è intervenuto come ospite Nicolò Govoni, giovane cooperante cremonese fondatore della ong “Still I Rise”. La sua testimonianza è stata incentrata sulle motivazioni del suo percorso personale, oltre che della nascita della ong: «Ho cominciato il mio percorso in quello che prima era il volontariato e poi è diventato cooperazione – spiega Nicolò – Il passo è stato all’interno di me stesso: se, da una parte, incontrando le persone più fragili, non potevo fare del bene, desideravo prima di tutto non nuocere». Nella sua esperienza, Nicolò ha scoperto di amare l’insegnamento e questo l’ha portato ad interessarsi alla povertà educativa dei campi profughi: «Il rialzarsi non riguarda solo chi viene aiutato da Still I rise, ma riguarda prima di tutto noi volontari. Quello che mi fa alzare alla mattina non è l’impatto numerico, quante persone Still I rise aiuta, ma sapere che sto andando ad insegnare, in classe. Sono spettatore di un divenire. È pensare, “questi avranno una famiglia, faranno un lavoro…”! Questo è ciò che mi fa dire: “voglio continuare a vivere”».

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Dopo la testimonianza, seguita con grande interesse e attenzione dai ragazzi sugli spalti, è iniziato il momento di preghiera, cuore della Veglia, caratterizzato nella sua prima parte dal continuo dialogo fra il vescovo Napolioni e le provocazioni poste dai giovani, ispirate alla figura di Saulo di Tarso che con la sua vita ha attraversato le domande di senso che scuotono anche i ragazzi d’oggi, cercando e trovando risposte nel seguire Cristo.

Il vescovo Napolioni, a proposito di Saulo e dei primi cristiani, ha commentato: «Mi stupisce che questa storia non sia archiviata. Soprattutto perché alla radice c’è un fallimento: un Dio che si manifesta nel fallimento. Com’è possibile?» e poi la sua riflessione continua, tenendo in considerazione gli interrogativi dei giovani: «Il fallimento era un seme, un seme che ha generato vita, non “cose”, non parole. I semi disturbano il terreno gelato, il deserto. Potrebbero essere gettati via per indifferenza. È l’avventura della libertà: nasce il Mistero della Chiesa».

Dopo la lettura di un brano della Lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi (3,4-14), il Vescovo ha poi suggerito di riflettere sulle parole di San Paolo «”Non sono più io che vivo, ma è Cristo vive, vive in me!”», aggiungendo l’augurio che l’incontro con Cristo «questa sera susciti vocazioni, vocazioni di ogni genere, ma che siano tutte tutte educative» e che la questione non sia «lo sforzo di volontà» bensì «lo stupore di un incontro. La grazia di un dono», esattamente come l’incontro fra Gesù e Saulo di Tarso che ha «gli cambiato i connotati da dentro!».

Il Vescovo ha guidato, poi, la preghiera di adorazione davanti alla croce della GMG: «La preghiera davanti alla croce sia un continuo “eccomi” del cuore», ha pregato il Vescovo accanto ai giovani, in ginocchio davanti alla Croce, ora con un sussurro, ora intonando un canto nel raccoglimento profondo del palazzetto. «Alzati – ha ripetuto richiamando ancora il Messaggio di Papa Francesco – e testimonia la tua esperienza di cieco che ha incontrato la luce».

In seguito a questo momento centrale di preghiera, segnato dal silenzio attento dei giovani, il Vescovo ha consegnato dei ceri – come segno della Presenza de Signore nella comunità anche attraverso l’impegno, la vitalità e la voce dei giovani -, insieme ad un messaggio tratto dalle parole del Papa, alle singole delegazioni presenti.

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Nell’ultima parte della veglia, poi, il vescovo Napolioni ha conferito il mandato missionario a Marco Allegri, giovane della parrocchia di Sant’Agostino che partirà a breve per il Brasile come missionario, raggiungendo un’altra laica cremonese, Gloria Manfredini. Marco non aveva potuto partecipare alla Veglia di inizio anno Sinodale, tenutasi lo scorso 16 ottobre e durante la quale Gloria aveva ricevuto il suo mandato ufficiale dal vescovo Napolioni. Quale momento più adatto per recuperare e ricevere il proprio mandato: la veglia dei giovani riuniti attorno alla croce della GMG. «La fede è ciò che mi ha convinto a partire per un anno – ha detto Marco – voler verificare la mia fede in missione». La benedizione del Vescovo che lo ha inviato a nome della Chiesa cremonese, e i segni della croce e della luce lo accompagneranno in questa nuova esperienza di servizio

Dopo la consegna del mandato, anche il saluto al diacono William, che presto riceverà l’ordine sacerdotale, prima della benedizione del Vescovo che ha rivolto il suo saluto paterno ai giovani ai quali ha augurato un buon cammino di Avvento.

 

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Matilde Gilardi
TeleRadio Cremona Cittanova
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