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“Siamo donne: oltre la differenza c’è di più”, la testimonianza di Costanza Miriano e Paola Belletti (VIDEO e AUDIO)

Si è svolto sabato 25 gennaio il quarto appuntamento del ciclo di incontri “Testimoni” organizzato dalle Parrocchie di Vicomoscano, Quattrocase, Casalbellotto e Fossacaprara per l’anno pastorale 2018-2019. Protagoniste della serata Costanza Miriano e Paola Belletti, due donne già note sul territorio per i loro interventi negli anni passati a Vicomoscano e a Casalmaggiore. Il titolo dato al loro intervento “Siamo donne: oltre la differenza c’è di più” ha indotto le relatrici a concentrarsi sul ruolo della donna nella società attuale, a partire dalla famiglia fino all’ambito professionale e sociale.

Il quadro che è emerso è quello di una donna cui dalla società non viene riconosciuta la diversità sua specifica, insita in natura, di affidataria delle cure, che in ambito famigliare si concretizza nell’essere madre e moglie, ma viene richiesto di essere sempre performante in ambito lavorativo e di eguagliare, in una parità di genere che vorrebbe appiattire e livellare tutte le diversità tipica del pensiero unico dominante, il ruolo dell’uomo, sottraendo a quest’ultimo il suo specifico e provocando talora in esso una forte crisi identitaria.

“Il disegno del mondo e della cultura in cui siamo immersi – dice la Miriano- vorrebbe far abdicare le donne dalla loro natura, in cui è insito il lavoro di cura”.

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Le relatrici sono partite dalle loro storie, decidendo di condividere il personale per giungere ad una visione universale e complessiva del rapporto femminile-maschile, spaziando anche sulla necessità che i governanti promuovano politiche volte al bene della famiglia (flessibilità sugli orari di lavoro e sul rientro dalla maternità, sistema fiscale, sistema culturale…).

Se un lato quindi si è affermato che nell’ambito sociale si trovano parecchie difficoltà a vedersi riconosciute per il ruolo centrale che si ha di generatrici oltre che di perno attorno a cui ruotano le relazioni famigliari, dall’altro ci si è domandati come nel privato si possa vivere concretamente una proficua complementarietà tra donna e uomo, stante le numerose ed accertate differenze. Una sola risposta è giunta da entrambe le relatrici: la presenza del Signore tra gli sposi fa miracoli e riporta le difficoltà su un piano di gestibilità.

“Siamo tutte in cammino verso come Dio ci vuole” (Miriano) e il matrimonio è uno di questi spazi vocazionali in cui possiamo dirigere il nostro sguardo di donna e uomo per colmare le differenze in una logica di alleanza, pari a quella di Dio con il suo popolo.

Allora se non è possibile cambiare il mondo nella sua complessità e nelle richieste che da esso provengono, possiamo però partire dal cambiare il nostro matrimonio. Un primo passo potrebbe consistere nel restituire all’uomo il ruolo di marito-padre, sostenendolo nelle sue scelte e avallando le sue decisioni nel privato e nel pubblico, e di opporsi alla richiesta di divenire unica autorità nella vita dei figli. Così forse l’equilibrio perso a causa dell’eccessivo controllo femminile verrebbe ripristinato nel nome della reciproca fiducia, parola che non a caso ha la stessa radice della parola fede. Quindi la fiducia nel proprio marito e la fede nel Signore che vive il sacramento del matrimonio con gli sposi potrebbero divenire la chiave risolutiva per essere donna che vive appieno il suo tempo senza dover rinunciare ai ruoli di moglie e di madre.

Prossimo appuntamento previsto dalla rassegna sabato 9 febbraio ore 21 a Vicomoscano: il dott. Osvaldo Poli parlerà del modo maschile di educare, a partire dal suo ultimo libro “Cuore di papà”