Settimana liturgica nazionale, mons. Caiazzo: “Ricreare nelle nostre liturgie un’accoglienza ospitale”

E' iniziata a Matera la 69ª edizione sul tema “La Liturgia risorsa di umanità. Per noi uomini e per la nostra salvezza”

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Si svolge a Matera, quest’anno, la Settimana liturgica nazionale giunta alla 69esima edizione, dal 27 al 30 agosto. “La Liturgia risorsa di umanità. Per noi uomini e per la nostra salvezza” sarà il tema delle riflessione e dello studio sulla liturgia che si svolgerà nella Casa di Spiritualità Sant’Anna, a Matera. A organizzarlo, il Centro di azione liturgica (Cal) con il coinvolgimento delle diocesi italiane.

“Oggi, in un rinnovato sentire di senso di comunità, la Chiesa italiana, attraverso il Cal, si ritrova a Matera a riflettere su ‘La liturgia risorsa di umanità. Per noi uomini e per la nostra salvezza’. È necessario ritrovare oggi quel senso ‘comunitario’ in modo che il singolo oltre passi la sua solitudine e, pur nella sua espressione individuale, viva una concreta comunione ecclesiale”. Lo scrive l’arcivescovo di Matera-Irsina, mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, nel suo messaggio ai convegnisti della 69ª Settimana liturgica nazionale che inizia oggi, 27 agosto, a Matera. “La liturgia è il luogo privilegiato in cui si celebra l’unità di Cristo, perché gli uomini si rivestano di lui – continua il messaggio –. Come con i discepoli di Emmaus, Gesù si accosta loro e sta con loro.

Oggi più che mai la stessa accoglienza ospitale deve essere ricreata nelle nostre liturgie per assaporare l’unità di Cristo che si fa parola, ascolto, pane spezzato”.

L’augurio dell’arcivescovo è quello che “la ricchezza delle riflessioni che animeranno questo convegno possa ricadere sulle nostre comunità parrocchiali, consentendoci di vivere le nostre liturgie con più consapevolezza e partecipazione”.

“Fare scelte coraggiose” e “affrancarsi dalla cultura dello scarto, del respingimento di una umanità sofferente, che si nutre della paura” delle diversità. E’ l’invito rivolto ieri dal vescovo di Matera-Irsina, nell’omelia della messa di inizio della 69ª Settimana liturgica. “Come cristiani – ha detto – siamo chiamati a fare scelte coraggiose, ad adoperarci, attraverso un impegno costante e sincero, indipendente dal pensiero dominante, in un’azione tesa a seminare vita e speranza. Un’azione tesa ad accrescere il bene, già tanto incisivo nella nostra società. Un bene che nel silenzio si opponga alla presenza fragorosa del male”. “Ci sono tanti fratelli e sorelle, indipendentemente dal loro credo religioso – ha sottolineato -, che quotidianamente lottano contro forme di ingiustizia, di discriminazione, in nome di principi puramente umanitari. Noi cristiani siamo spinti dall’amore di Cristo che ci ha conquistati e perciò agiamo in suo nome”. Per il vescovo, la parola di Gesù “è un invito all’uomo, all’uomo d’oggi, a liberarsi dalle forme imperanti di pessimismo, di rassegnazione, di isolamento, di protagonismo esasperato a scapito del bene comune”.

(AgenSir)

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