Settimana liturgica, con don Paolo Carrara una riflessione sulla liturgia a fronte dei cambiamenti di questo tempo

Il sacerdote bergamasco nella seconda relazione di martedì 24 agosto ha analizzato il rapporto tra vita sacramentale e pastorale, l'educazione rituale e l'attenzione al mondo digitale

image_pdfimage_print

«Il tempo che stiamo vivendo ha messo in luce, e ha accelerato, alcuni processi di cambiamento all’interno della Chiesa». Partendo da questa premessa di fondo, don Paolo Carrara – docente di Teologia Pastorale presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale – nella seconda relazione di martedì 24 agosto ha sviluppato la propria relazione nella seconda giornata della Settimana Liturgica Nazionale in svolgimento nella Cattedrale di Cremona.

Tre sono state le tematiche chiave, attorno alle quali costruire una seria riflessione, indicate dal sacerdote bergamasco: «Il rapporto tra vita sacramentale e pastorale, intesa nel suo significato più ampio; l’educazione rituale, da parte della Chiesa, che va sostenuta ed incentivata; l’attenzione al mondo digitale, che presenta innumerevoli risorse, ma per il quale è necessaria un’adeguata preparazione».

Don Carrara ha dunque riletto, a livello fenomenologico, le principali dinamiche emerse durante le varie ondate pandemiche, mettendo in luce come «la Chiesa, sottoposta a un vero e proprio stress test, abbia palesato la propria effettiva condizione: una sorta di sfilacciamento che inerisce ai rapporti tra Chiesa e famiglie, giovani e presbiteri».

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

Prendendo spunto dalle difficoltà intra ed extra ecclesiali emerse negli ultimi mesi, il relatore ha poi fornito un’istantanea della realtà ecclesiale, realtà in cui «la comunità cristiana fatica a riconoscersi e, di conseguenza, a farsi vedere».

Tuttavia, secondo don Carrara, il periodo di crisi contemporaneo può essere sfruttato per «tentare di recuperare valide alleanze soprattutto con quelle fasce sociali rispetto a cui il processo di sfilacciamento si mostra in tutta la sua forza: famiglie e giovani». In questo senso il sacerdote bergamasco ha richiamato proprio l’importanza delle relazioni come «linfa vitale della vita liturgica e pastorale della Chiesa».

Non tutto di quanto è stato vissuto, dunque, rappresenta un mero problema, «anzi può essere letto come stimolo per proseguire quel cammino di riforma che ormai è avviato già da alcuni anni». A conferma di ciò, secondo la lettura di don Carrara, «è la centralità che il discorso attorno all’Eucaristia ha sempre avuto, insieme alla riscoperta di alcune dinamiche tipiche della vita di fede cristiana: il sacramento della penitenza, l’adorazione Eucaristica e le forme di pietà popolare». Da non mettere in secondo piano, poi, è il discorso relativo all’utilizzo dei media, «che spesso hanno svolto la funzione di vero e proprio collante tra i membri della comunità cristiana, permettendo a molti di partecipare in prima persona alla vita della Chiesa».

Concludendo il proprio intervento, don Carrara ha individuato quattro obiettivi verso cui mettersi in cammino. In primo luogo ha sottolineato la necessità di «una liturgia, una ritualità capace di intercettare effettivamente la vita concreta delle persone, che sarebbero così aiutate ad identificarsi come comunità che si riunisce». Conseguentemente è stato rilevato il bisogno di acquisire una consapevolezza di fondo: «I singoli cristiani, spesso, faticano a mantenersi autonomamente in un cammino di fede maturo». Da queste considerazione emerge poi l’esigenza di una «azione volta all’integrazione dei vari campi della pastorale, con la liturgia che non si pone come dinamica sostitutiva di qualsiasi altra iniziativa, bensì come fonte della vita di fede di ciascuno». Infine è stata messa in luce la necessità di una maggior «unificazione e riconciliazione a livello ecclesiale. La comunità cristiana non ha bisogno di presbitéri lacerati, ma di pastori capaci di guidare, insieme, il gregge».

Clicca qui per il video integrale della relazione

 

Don Paolo Carrara, presbitero della diocesi di Bergamo dal 2010, ha conseguito il dottorato in Teologia presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale con una tesi in cotutelle con la Faculté de Théologie et de Sciences religieuses dell’Università Laval in Québec. Insegna Teologia pastorale presso la Scuola di Teologia del Seminario di Bergamo, l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Bergamo e il Ciclo di specializzazione della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Milano. È collaboratore pastorale presso la parrocchia di Casazza, in diocesi di Bergamo.  Ha all’attivo diverse pubblicazioni di teologia e prassi pastorale, tra le quali: La fede cristiana alla prova dei giovani (Quodlibet 36), Glossa, Milano 2018; Forma ecclesiae. Per un cattolicesimo di popolo oggi: “per tutti” anche se non “di tutti” (Quodlibet 34), Glossa, Milano 2017.

 

 


in collaborazione con

    

partner tecnici

 

TeleRadio Cremona Cittanova
Facebooktwittermail