Settimana dell’unità dei cristiani al via con un incontro a S. Abbondio

Promosso dalla Parrocchia cittadina e dal SAE la sera del 18 gennaio su “Il cammino ecumenico: rivedere il passato, guardare al futuro”

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Dal 18 al 25 gennaio si celebra, come sempre, la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. “L’amore di Cristo ci spinge verso la riconciliazione” è il motto biblico, ispirato al capitolo 5 della Seconda Lettera ai Corinzi, proposto quest’anno come occasione di riflessione. Anche in diocesi di Cremona non mancano occasioni di riflessione e preghiera, con la consueta veglia ecumenica presieduta dai rappresentanti delle diverse confessioni cristiane, che sarà presentata a breve. Ad aprtura della Settimana un ulteriore appuntamento cremonese, promosso presso la parrocchia cittadina di S. Abbondio.

L’appuntamento è per la sera di mercoledì 18 gennaio, alle 21, presso la sala della parrocchia di S. Abbondio (ingresso da piazza S. Abbondio, accedendo dal chiostro). Tema dell’incontro: “Il cammino ecumenico: rivedere il passato, guardare al futuro”. Interverranno il pastore della Chiesa Metodista in Cremona, Antonio Lesignoli, e il giornalista di “Missione Oggi”, Mauro Castagnaro.

L’incontro, aperto a tutti, e moderato dal prof. Mario Gnocchi del SAE (Segretariato per le attività ecumeniche) di Cremona, è promosso dal Gruppo missionario di S. Abbondio in sinergia con il SAE di Cremona.

Per aiutare a vivere la Settimana, la Commissione episcopale e l’Ufficio nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso della CEI, hanno predisposto una proposta di preghiera. Si tratta di una intenzione di preghiera con scadenza mensile: la proposta può essere utilizzata come aggiunta alla preghiera universale, in particolare l’ultima domenica di ogni mese.

Libretto di preghiera dei fedeli

Libretto di preghiera dei fedeli (per stampa)

Sussidio della Settimana con introduzione teologico-pastorale

 

Il tema della Settimana 2017

Il tema scelto per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani risulta in stretta connessione con il quinto centenario della Riforma protestante, avviata da Martin Lutero con l’affissione delle 95 tesi sulle indulgenze, avvenuta il 31 ottobre 1517 a Wittenberg, in Germania. E non è un caso che il materiale per la preghiera sia stato preparato quest’anno proprio dalle Chiese cristiane tedesche, attraverso la Comunità di lavoro delle Chiese cristiane in Germania (Arbeitsgemeinschaft Christlicher Kirchen, ACK), l’organismo ecumenico in cui sono rappresentate tutte le tradizioni cristiane.

Nell’Introduzione teologico-pastorale al tema di quest’anno, stilata dal Gruppo locale tedesco insieme alla Commissione internazionale, si sottolinea che al comitato preparatorio è apparso subito chiaro che i materiali per la Settimana avrebbero dovuto avere due accenti. Da un lato, la “celebrazione dell’amore e della grazia di Dio”, in particolare mettendo in rilievo quella “giustificazione per sola grazia” che è stata ed è al centro della teologia delle Chiese della Riforma. Dall’altro, un accento “penitenziale”, nel riconoscimento delle profonde divisioni di cui ha sofferto la Chiesa in seguito all’evento del 1517, offrendo al tempo stesso l’opportunità di fare ulteriori passi verso la riconciliazione.

L’apostolo Paolo nella Lettera ai Romani scrive: “Per mezzo di Cristo abbiamo anche avuto accesso, mediante la fede, a questa grazia nella quale rimaniamo e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio” (Rm 5, 2). E san Giovanni Crisostomo commenta: “Nota come Paolo precisa sempre tutti e due gli aspetti, ciò che viene da Cristo e ciò che viene da noi. Solo che da Cristo ci vengono molte e svariate cose: è morto per noi, ci ha riconciliati, ci ha dato accesso e ci ha comunicato un’ineffabile grazia; per parte nostra invece ci mettiamo solo la fede” (Omelie sulla Lettera ai Romani – 9,2-3).

Il fatto che i cristiani possano ricordare insieme, oggi, un evento del passato che ha diviso i cristiani in Occidente con un senso di speranza e ponendo l’accento su Gesù Cristo e la sua opera di riconciliazione è un “notevole risultato”, come sottolinea ancora l’Introduzione teologico-pastorale, raggiunto grazie a cinquant’anni di dialogo ecumenico.

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