«Scendiamo dal divano dell’indifferenza e scegliamo la nonviolenza»

Venerdì 30 dicembre al santuario della Fontanta di Casalmaggiore mons. Zuppi, arcivescovo di Bologna, ha presieduto la veglia per la pace promossa dalle zone IX,X e XI. Presente mons. Napolioni

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«La nonviolenza ci impone di scendere dal divino e di  abbandonare l’indifferenza verso quanto accade nel mondo, perchè chi non sceglie la nonviolenza, per forza di cose si fa complice del male». È un grido forte e chiaro quello lanciato da mons. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, durante la veglia di preghiera per la pace promossa nella serata di venerdì 30 dicembre nel santuario della Madonna della Fontana di Casalmaggiore. Il momento di preghiera, diventato ormai una tradizione consolidata, è stato promosso dalle zone pastorali nona, decima e undicesima e coordinato da don Luigi Pisani, parroco di Rivarolo del Re, e da don Ernesto Marciò, guida delle comunità cristiane di Cividale Mantovano e Spineda. Ad animare il canto le corali della zona decima dirette dal maestro Donato Morselli e accompagnate all’organo da Claudio Leoni. A fare gli onori di casa il rettore del santuario casalasco padre Bruno Signori insieme a tutta la comunità dei frati cappuccini.

Mons. Antonio Napolioni, che ha affiancato l’arcivescovo Zuppi durante l’intera liturgia, ha brevemente salutato all’inizio: «Sono grato alle zone pastorali casalasco-mantovane per questa significativa veglia di preghiera. Siamo tra Natale e l’inizio del nuovo anno, siamo alla Fontana in preghiera per la pace, direi proprio che Maria è la fontana della pace, perché ci ha donato Gesù e nell’umanità di Gesù la nostra umanità salvata, redenta, riconciliata diventa strumento di pace. Siamo assetati di pace non solo per noi ma per il mondo intero».

Ascolta il saluto di mons. Napolioni

Don Pisani introducendo la serata ha ricordato che mons. Zuppi è stato già ospite della veglia della pace nel 2010, quando era ancora assistente spirituale della comunità di S. Egidio: «Stasera – ha spiegato il sacerdote – gli abbiamo chiesto di aiutarci a riflettere sul messaggio del Papa, per suggerirci vie e strade che possano anche nel nostro tempo esprimere la sollecitudine della Chiesa ad essere voce profetica di pace».

La prima parte  è stata caratterizzata dalla lettura di alcuni brani del messaggio del Santo Padre Francesco per la 50a Giornata mondiale per la pace dal titolo: «La nonviolenza: stile di una politica per la pace». Alla numerosa e attenta assemblea è stato offerto anche uno stralcio del libro “Tu non uccidere” di don Primo Mazzolari, vero e proprio antesignano profeta di pace. In quel testo il parroco di Bozzolo ricordava che «il cristiano è un “uomo di pace”, ma non un “uomo di pace” perchè fare la pace è la sua vocazione».

Dopo la proclamazione del brano del Vangelo delle Beatitudini – indicate nel messaggio pontificio come carta di identità dell’operatore di pace – ha preso la parola l’arcivescovo di Bologna. Zuppi ha ricordato la sua appartenenza alla comunità di S. Egidio fin da quando era ragazzo e l’impegno di questo realtà ecclesiale fondata da Andrea Riccardi a favore della concordia e della solidarietà tra le nazioni.

Commentando il messaggio papale il presule ha ripreso l’invito del Santo Padre Francesco ai giovani della Gmg di Cracovia di scendere dal divano e di diventare protagonisti della storia: «La nonviolenza ci impone di abbandonare l’indifferenza verso quanto accade nel mondo, perchè chi non sceglie la nonviolenza, per forza di cose si fa complice del male».

Per Zuppi la nonviolenza è un atteggiamento per nulla passivo, ma uno stile attivo e propositivo che mette al centro sempre il dialogo e l’accoglienza del diverso. «La nonviolenza – ha rimarcato – è l’unica via capace di spezzare la logica del male» e ancora «Se non si sceglie la nonviolenza, inevitabilmente si finisce per considerare la guerra come l’unico modo di risolvere i conflitti».

«Papa Francesco – ha proseguito l’Arcivescovo – definendo i tanti conflitti nel mondo come una guerra mondiale a pezzi ci aiuta a superare l’inganno che quei tragici eventi non ci interessano: se è una guerra mondiale a pezzi ogni pezzo riguarda tutti».

E dopo aver ricordato che è la solidarietà che fa la storia ha invitato ad assumere uno stile di vita nonviolento: una scelta significativa soprattutto per il cristiano che «convinto dell’amore di Dio e della sua potenza non ha paura di affrontare il male».

Mons. Zuppi ha quindi spronato tutti ad essere «artigiani di pace», con il Vangelo delle Beatitudine nel cuore e nella mente «dobbiamo impegnarci ad essere persone che hanno bandito dal loro cuore la violenza, anzitutto quella verbale, perchè ci sono parole che sono peggio delle pietre». Occorre poi rifiutare il pettegolezzo e il giudizio negativo nei confronti degli altri: il nonviolento, infatti, cerca sempre il bene delle persone.

Quindi un accenno alla politica: «La pace non può essere mai una conquista individuale, rifugio in un mondo fatato dove tutto va bene. Se cerco la pace devo cercarla per tutti, così ci ricorda Thomas Merton, ma anche il vostro don Primo Mazzolari». La politica, dunque, deve assumere anch’essa uno stile nonviolento: l’esempio viene da Francesco che “convertì” il lupo che vessava la popolazione di Gubbio dandogli da mangiare e togliendogli quindi il motivo di tanta violenza. Poi lo portò in città e invitò la popolazione a sfamarlo: da quel momento la gente non ebbe più paura del lupo, anzi quando due anni dopo morì fece il lutto. Per l’arcivescovo Matteo questo fatto della vita di Francesco fu un atto squisitamente politico, di buon governo della città.

Ascolta la testimonianza di mons. Zuppi

La celebrazione si è concluda con la benedizione del vescovo Antonio e uno significativo scambio di pace tra tutti i presenti. L’assemblea si è sciolta mentre il coro offriva il poderoso e sempre suggestivo Magnificat di Lorenzo Perosi.

Sabato 31 dicembre proprio a Bologna si tiene la 49a marcia nazionale per la pace promossa dalla Cei e da diversi organismi ecclesiali: clicca qui per saperne di più.

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