San Michele, il Vescovo: «La festa della Polizia di Stato occasione per rifare un patto tra noi e voi»

In occasione della festa patronale del Corpo monsignor Napolioni ha presieduto l'Eucaristia a Cremona nella chiesa di San Michele Vetere

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«La parabola del buon seme e della zizzania dà un ruolo specifico agli angeli, che hanno il compito di sistemare le cose. In realtà appaiono più come giustizieri, carcerieri, carnefici. Se è solo questo il compito di chi si ispira all’arcangelo Michele come patrono siamo messi male. E infatti voglio chiedere scusa alla Polizia di Stato e a tutte le forze dell’ordine perché questa società rischia di relegare loro in questo compito perché tutti noi nelle responsabilità non siamo altrettanto angeli custodi». E ancora: «Chiediamo alle forze dell’ordine di essere angeli, ma prima di tutto dobbiamo essere angeli noi». Si è aperta con queste parole l’omelia del vescovo Antonio Napolioni nella Messa nella ricorrenza dell’arcangelo Michele, patrono della Polizia di Stato, celebrata nella mattina del 29 settembre nell’omonima chiesa di Cremona alla presenza delle autorità civili e militari del territorio e di agenti e dirigenti della polizia.

«Che bello sentire che l’angelo del Signore non solo arriva a sistemare le cose all’ultimo minuto, ma protegge e libera. È un’azione preventiva, di accompagnamento. È un’azione ispirata dalla fiducia. Ma questo non possiamo chiederlo solo a voi», ha sottolineato il vescovo. «La festa della Polizia di Stato può essere un’occasione per rifare un patto tra noi e voi, in modo che ognuno faccia la sua parte e permetta anche all’altro di farla al meglio, in modo che la comunità sia educante, preventiva, capace di prendersi cura».

Ma san Michele, che è potente e giustiziere, non è scisso dagli altri due arcangeli che si ricordano il 29 settembre: non è separato da Gabriele, che è l’annunciatore, e da Raffaele, che è messaggero di guarigione. «Non ci possono essere repressione e ordine se non abbiamo fiducia nelle possibilità di guarigione e di recupero – ha evidenziato mons. Napolioni –. Se non siamo pronti a raccogliere e a spartire la notizia che quello che avevamo scartato il Signore lo rende pietra angolare». Ha quindi concluso: «E allora godremo di quella pace in cui nessuno farà più da scaricabarile, aspettando gli angeli. Perché gli uomini non possono delegare agli angeli ciò che il Signore ha affidato anche a noi, angeli gli uni per gli altri.

 

Ascolta l’omelia del vescovo Napolioni

 

L’Eucaristia, concelebrata dal cappellano della Polizia di Stato per le province di Cremona e Mantova, don Stefano Peretti, affiancato dal parroco di San Michele, don Aldo Manfredini, e dal cerimoniere vescovile, don Matteo Bottesini, si è conclusa con la recita della preghiera a san Michele arcangelo.

Al termine anche il saluto e i ringraziamenti del questore di Cremona, Michele Sinigaglia. «Quella di oggi non è una semplice ricorrenza, ma un rinnovarsi anno dopo anno di una tradizione che ci induce a meditare sui valori fondamentali cui ispirare il nostro agire quotidiano in difesa della comunità», ha sottolineato il questore. Che ha poi aggiunto: «Un impegno che deve essere costantemente rinnovato e che è continuamente messo alla prova dalle tante difficoltà che devono essere affrontate quotidianamente. Ma noi sappiamo di avere al nostro fianco la comunità cremonese e con il nostro lavoro speriamo di continuare a meritare la fiducia dei cittadini che siamo chiamati a servire e proteggere». Parole che sono state anche l’occasione per ricordare le forze dell’ordine cadute in servizio, un sacrificio che non dovrà mai essere dimenticato.

Matteo Cattaneo
TeleRadio Cremona Cittanova
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