San Francesco Spinelli, il 6 febbraio festa a Rivolta d’Adda con il Vescovo

Il Triduo di preghiera a Casa madre culminerà giovedì alle 17.30 con la solenne Eucaristia presieduta da monsignor Napolioni

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Il 2 febbraio, nella Giornata mondiale della vita consacrata, ha preso ufficialmente il via il programma celebrativo che accompagnerà le Suore Adoratrici del Santissimo Sacramento di Rivolta d’Adda alla festa del proprio fondatore, il sacerdote san Francesco Spinelli, canonizzato da papa Francesco il 14 ottobre 2018.

Da lunedì 3 a mercoledì 5 febbraio il Triduo di preghiera che si aprirà ogni mattina con la Messa delle 7 nella chiesa della Casa madre di Rivolta d’Adda. Inoltre lunedì alle 17.45 rosario meditato e vespro; martedì mattina celebrazione penitenziale. Mercoledì sera, alla vigilia della festa per il fondatore, adorazione eucaristica.

La giornata del 6 febbraio si aprirà con la Messa delle 7 presso la Casa madre, seguita alle 8.30 dall’Eucaristia nella chiesa parrocchiale di Rivolta d’Adda.

Alle 17.30, nella chiesa della Casa madre delle Adoratrici, la celebrazione solenne presieduta dal vescovo di Cremona, Antonio Napolioni, che in precedenza visiterà le suore anziane nella vicina Casa Santa Maria, presiedendo la preghiera del Vespro.

Tutti gli appuntamenti sono aperti a tutti.

6 FEBBRAIO
San Francesco Spinelli, sacerdote (memoria)
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Melodie per la Liturgia delle Ore

 

Biografia del beato Spinelli

Nato a Milano il 14 aprile 1853 da genitori bergamaschi a servizio dei Marchesi Stanga, Francesco cresce bravo e vivace e, come S. Giovanni Bosco, è pieno di gioia quando attira gli altri bambini organizzando spettacolini di marionette.  Quando è libero, la mamma lo conduce a visitare poveri e ammalati e lui è felice di amare e aiutare il prossimo, come insegnato da Gesù.

Nasce la vocazione, e Francesco studia a Bergamo, e viene ordinato sacerdote nel 1875.  In quello stesso anno si reca a Roma per il Giubileo, e in S. Maria Maggiore ha una visione: uno stuolo di vergini che adorano Gesù Sacramentato. Don Francesco capisce il progetto della sua vita, ma aspetta il momento giusto per realizzarlo.

Tornato da Roma, svolge attività educative e una scuola serale presso l’ oratorio di don Palazzolo, un’apostolato fra i poveri nella parrocchia dello zio don Pietro, l’insegnamento in Seminario e la guida di alcune comunità religiose femminili, fino a quando nel 1882 recatosi a S.Gervasio d’Adda (CR) incontra una giovane ragazza, Caterina Comensoli, che desidera diventare religiosa in una congregazione che abbia come scopo l’Adorazione Eucaristica.

Don Francesco può così realizzare quel sogno visto in S. Maria Maggiore. Il 15 dicembre 1882 le prime aspiranti suore entrano in una casa che sarà il primo convento, in via S. Antonino a Bergamo. Quel giorno l’Istituto delle Suore Adoratrici ha inizio.  Intanto si aprono nuove case e le religiose accolgono handicappati, poveri e ammalati.

Tutto va bene fino a quando, per una serie di spiacevoli equivoci, don Francesco è costretto ad abbandonare la diocesi di Bergamo, e il 4 aprile 1889 si trasferisce in diocesi di Cremona, a Rivolta d’Adda, dove le sue figlie hanno aperto una casa. Il sacerdote non può più governare l’Istituto, e così la fondazione si divide: madre Comensoli fonda la congregazione delle Suore Sacramentine, don Francesco quella delle Suore Adoratrici del SS. Sacramento.

Ottenuta la giusta approvazione, le Adoratrici prendono vita. Esse hanno il compito di adorare giorno e notte Gesù nell’Eucarestia e di servire i fratelli poveri e sofferenti, nei quali “Ravvisare il Volto di Cristo”.  Gesù è la fonte e il modello della vita sacerdotale di don Francesco, dal quale prendeva forza e vigore per servire gli altri.

A Rivolta si piega a cercare Cristo fra gli infelici, gli emarginati, i respinti, e dove c’è un bisogno di qualsiasi tipo: scuole, oratori, assistenza agli infermi, agli anziani soli.

I suoi prediletti sono i portatori di handicap, per i quali nutre un affetto di padre. Per loro, oltre all’assistenza, si prodiga per farli organizzare in semplici lavori per sollecitare la loro capacità e promuovere una maggiore autonomia personale. Crede in loro e non li tratta come dei “minorati”.

Accoglie i giovani del grosso borgo cremonese, nella casa madre, ed è felice di trovarsi con loro e farli divertire.  Circondato da vastissima fama di santità, raggiunge l’amato Dio, il 6 febbraio 1913.

Viene dichiarato beato da Giovanni Paolo II il 21 giugno 1992, nel Santuario Mariano di Caravaggio, e proclamato santo in piazza San Pietro da Papa Francesco il 14 ottobre 2018.

 

Le parole e le immagini della Canonizzazione 

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