Sabato 2 dicembre visite guidate a palazzo Mina-Bolzesi e al presbiterio della Cattedrale

Promosse nell'ambito della Mostra "Giuseppe Diotti. Un protagonista dell'Ottocento in Lombardia" al museo di Casalmaggiore

image_pdfimage_print

Sino a fine gennaio Casalmaggiore celebra il suo “genius loci”, Giuseppe Diotti (1779-1846), protagonista della pittura tardo-neoclassica e interprete originale del Romanticismo storico. La mostra, a cura di di Valter Rosa, allestita nel Museo Diotti, palazzo ottocentesco che fu dimora e studio dell’artista, presenta oltre cento opere provenienti dai più importanti musei lombardi e da numerose collezioni private.

A corredo dell’esposizione sono stati progettati alcuni itinerari che consentiranno di apprezzare le opere di Diotti nel contesto per le quali furono realizzate: località collocate prevalentemente lungo l’asse Casalmaggiore-Cremona-Bergamo, che Diotti percorse per decenni per ragioni familiari e d’amicizia, oltre che di lavoro, con appendici nelle valli bergamasche, sul lago d’Iseo e a Brescia.

In questo contesto nel pomeriggio di sabato 2 dicembre sono previste a Cremona le visite guidate al presbiterio della Cattedrale e a Palazzo Mina Bolzesi, nell’ambito dell’iniziativa “I grandi cicli di affreschi cremonesi”.

La visita al presbiterio della Cattedrale è in programma alle ore 15 e sarà guidata dal direttore dell’Ufficio per i Beni culturali ecclesiastici della Diocesi di Cremona, don Gianluca Gaiardi. Locandina

Alle 16, invece, Mario Marubbi guiderà la visita a Palazzo Mina-Bozesi, realizzata in collaborazione con Seminario Vescovile di Cremona, Academia Cremonensis, Agenzia Reale Mutua di Vittorio Principe, Studio Notarile Gianluppi. Locandina

In entrambi i casi l’ingresso è libero su prenotazione presso il Museo Diotti (tel. 0375-200416, e-mail info@museodiotti.it).

Personaggio di spicco dell’arte italiana dell’Ottocento, Giuseppe Diotti ha insegnato per oltre trent’anni all’Accademia Carrara di Bergamo, formando una scuola di pittura che, nei primi decenni del XIX secolo, costituì, per metodo didattico e come vivaio di talenti, una valida alternativa alla più rinomata Accademia milanese di Brera (suoi allievi furono Enrico Scuri, Francesco Coghetti, Giovanni Carnovali detto Il Piccio e Giacomo Trécourt). La sua fama si diffuse rapidamente nell’ambiente culturale dell’epoca, al punto che Defendente Sacchi, critico tra i più autorevoli, lo definì “primo pittore lombardo”, riconoscendogli un primato oggettivo nella ripresa dell’antica tecnica dell’affresco e nel campo della pittura sacra.

 

Facebooktwittermail