Rivolta d’Adda, alla festa dell’oratorio la testimonianza dell’infermiera Anna Manotti

Intervenuta insieme ai giovani rivoltani Laura Pettenon e Mattia Lucchetti, volontari in un campo di migranti in Puglia

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Dopo un pomeriggio, quello di domenica 6 settembre, interamente dedicato ai bambini, a Rivolta d’Adda la seconda giornata della festa dell’oratorio Sant’Alberto 2020 è stata caratterizzata da un incontro-testimonianza, quello che nella serata di lunedì ha visto protagonisti un’infermiera dell’ospedale di Cremona, Anna Manotti, e due ragazzi rivoltani, Laura Pettenon e Mattia Lucchetti, volontari in un campo di migranti in Puglia.

Anna, cremonese, ha raccontato la sua esperienza lavorativa durante il periodo più caldo dell’emergenza sanitaria causata dal coronavirus. Addetta alla sala operatoria, la Manotti si è trovata catapultata da un giorno all’altro nella terapia intensiva del suo ospedale, diventato ospedale-Covid. Sono stati giorni molto difficili, di sacrificio e di fatica per tutti, anche per lei che ha saputo superarli grazie all’abnegazione, al supporto di colleghi e amici e anche della preghiera.

Ai numerosi rivoltani che sono venuti in oratorio ad ascoltarla Anna ha parlato per più di mezz’ora, rispondendo anche a delle domande. «Una cosa bella – ha detto – è che tutti si sono messi a disposizione, dalla donna delle pulizie ai primari, tutti noi cercando di fare del nostro meglio. Ci chiamavano eroi, ma io non mi sentivo affatto tale. Anzi, secondo me quello che facevo non era mai sufficiente».

Un’altra cosa che Anna ricorderà e che ha voluto raccontare, è stato il rapporto coi pazienti. «Erano soli – ha spiegato – senza i loro parenti. Quello che cercavo di fare io, finito il mio turno, era di portare loro i saluti dei famigliari».

Laura Pettenon e Mattia Lucchetti, 24 anni lei e 22 lui, entrambi rivoltani, hanno invece parlato della loro esperienza come volontari in un insediamento di migranti nella campagna di Borgo Mezzanone, frazione di Manfredonia (Foggia). Lì, in un ex pista d’atterraggio per aeroplani, vivono in baracche di legno e lamiera centinaia di migranti, molti dei quali impiegati come lavoratori stagionali nei campi, per la raccolta dei pomodori. Laura e Mattia, in qualità di volontari, coordinati dai padri Scalabriniani, hanno lavorato nella ciclofficina dell’ex pista, dove si riparano biciclette, e nella scuola d’italiano. Mattia ha sottolineato l’importanza dei momenti formativi dei volontari, ogni mattina: «Se si vuole davvero aiutare le persone –ha detto- bisogna conoscerle, altrimenti non si sa nemmeno il perché si va ad aiutarle». Laura ha evidenziato invece la dignità che caratterizza questa gente e per spiegarlo ha raccontato di alcuni piccoli, grandi gesti dei quali è stata testimone in prima persona: «Il volontariato in questo campo –ha raccontato- mi ha aperto gli occhi sulla realtà migratoria».

Luca Maestri
TeleRadio Cremona Cittanova
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