Processione dell’Assunta, il parroco di Brancere: «Oltre il folclore, ritroviamo il significato essenziale di questo evento di fede»

Preghiera per le vittime del Po e del Covid e riflessione sulla cura del creato: secondo don Pierluigi Vei l'edizione "contingentata" di quest'anno aiuterà a ritrovare il senso autentico della manifestazione che ormai trascende la parrocchia di Brancere

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Dopo l’interruzione dell’anno scorso a causa dalla pandemia, quest’anno il 15 agosto, nella solennità dell’Assunta, torna la manifestazione religiosa cara ai fedeli cremonesi e legata alla statua della Madonna di Brancere, Regina del Po. Un evento che, secondo le normative in vigore, dovrà svolgersi necessariamente con una formula “contingentata” per evitare rischi di contagio. Numeri limitatati, dunque, e programma riadattato in alcune sue parti. Ma comunque un segnale di graduale recupero della normalità che, proprio per il necessario ritorno all’essenzialità, diventa preziosa occasione per valorizzare gli elementi costitutivi di questa espressione religiosa.

Ne è convinto il parroco di Stagno Lombardo e Brancere, don Pierluigi Vei, che nell’imminenza della processione fluviale riflette sul significato di questa tradizione per la città di Cremona e le vicine realtà rivierasche, auspicandone una piena valorizzazione capace di continuare nel tempo andando ben oltre i confini della parrocchia di Brancere, ipotizzando un sempre maggior coinvolgimento dalla zona pastorale cittadina e degli uffici pastorali della diocesi anche al di là della forma consolidata, se fosse necessario.

«Dopo l’interruzione dell’anno scorso – spiega don Vei – l’edizione di quest’anno è stata voluta come “segnale” di graduale ritorno alla normalità, pur nella consapevolezza che ancora non siamo completamente usciti dall’emergenza sanitaria e che l’unico “argine maestro” alla pandemia è la prudenza e la prevenzione».

Con questa consapevolezza la tradizionale manifestazione di ferragosto è stata confermata, pur con alcuni adattamenti necessari a garantirne uno svolgimento in piena sicurezza. «Occasione d’oro – continua ancora il sacerdote – per un ritorno all’essenzialità e un necessario ripensamento dei suoi elementi costitutivi che se, da una parte, ne hanno fatto un evento folcloristico di successo, dall’altra, ne hanno quasi opacizzato la sua intuizione iniziale, quella di essere una manifestazione di fede, legata al grande fiume, fonte di benedizione ma anche di minaccia, coniugata con una devozione mariana molto radicata nel territorio dell’argine maestro (come dimostrano le molte “santelle” erette per invocarne la tutela)».

Il pensiero di don Vei, con alle spalle 30 anni di ministero in terra di missione, va al predecessore don Aldo Grechi, indimenticato parroco di Brancere che ebbe l’intuizione di questa iniziativa alla fine degli anni Settanta.  «Quindici anni di Brasile e otto di Medio-Oriente – spiega – mi hanno sufficientemente edotto circa il senso (e i rischi!) della “devozione popolare” e mi hanno insegnato a distinguere ciò che è veramente importante da ciò che è semplicemente accessorio (quando non deleterio). Mi sono reso conto, nella fase di preparazione e organizzazione dell’evento, quanto pesasse il “format” (di riti, costumi e coreografie), pensato come spettacolo da essere “assistito e goduto”, dalla riva del fiume o dalla televisione di casa, a scapito (o comunque in proporzione eccessiva) di una “partecipazione”, che se chiamo “devota” non intendo “bigotta” e se abbino a “fede” non suona come esclusivamente riservata a chi ce l’ha».

E prosegue: «Come felicemente sottolineato nell’interessante libro di Fulvio Stumpo “Il Po in cattedrale, la grande alluvione”, dove l’autore ricostruisce la convivenza non proprio pacifica della popolazione cremonese con il suo fiume, maestoso e terribile, processioni e preghiere entrano a far parte di pieno diritto (a volte perfino decretate dall’autorità civile!) dell’armamentario di difesa dalla minaccia incombente. Un tipo di “fede primitiva e ancestrale”? Forse sì (la differenza la fa la sincerità e la convinzione, quella che nel vangelo “sposta le montagne”) ma è comunque registrata nel libro come “patrimonio di tradizione” che abbina la fede al fiume. Ed è a questo patrimonio “nostro” (religioso e civico) che mi rifaccio, per correggere sproporzioni tra sacro e profano e sconfinamenti nel folclorico che abbelliscono (in teatralità) ma impoveriscono (di anima) un evento che don Aldo e Paolino pescatore avevano pensato come “festa sul fiume” associata alla devozione alla “Madonna del Carmelo” la cui immagine è venerata da più di due secoli nella chiesa di Brancere, abbinandola alla data di Ferragosto (e quindi alla Madonna Assunta) dopo aver scartato quella di san Pietro, patrono dei pescatori, a fine giugno, per la coincidenza con la già tradizionale festa cittadina».

Da qui il desiderio di una piena valorizzazione della “Festa della Madonna del Po” attraverso anche, se necessario, un ripensamento dell’evento che trascende ormai la parrocchia di Brancere, coinvolgendo città e paesi rivieraschi fino a Casalmaggiore ed anche dell’altra sponda del Grande Fiume.

Con queste premesse il parroco di Brancere guarda all’edizione 2021 proponendo ai partecipanti uno stile «penitenziale», «più consono – afferma don Vei – alla dura prova cui siamo stati sottoposti da circa due anni, non legata al fiume ma provocata da un’altra “fiumana” travolgente, più insidiosa perché invisibile: la vogliamo dedicare alle vittime del Po ma anche alle vittime della pandemia». «Vogliamo che nello stesso momento in cui invochiamo la protezione della Vergine Maria, Regina e Patrona del Po, ci sia da parte di ognuno che vi partecipa – spiega il sacerdote – la presa di coscienza di come (e quanto duramente!) la violenza sulla natura ci si ritorca contro e quindi l’impegno al rispetto e alla cura per la nostra “casa comune” come ben ci ha ricordato Papa Francesco nella sua enciclica “ecologica” Laudato sì. La preghiera che il vescovo Napolioni ha voluto redigere e proporci ci offre ulteriori spunti per approfondire l’essenza dell’evento e la sua “anima” di fede».

L’auspicio del sacerdote è riuscire a tradurre in quotidianità la devozione che così fortemente si esprime nel giorno di Ferragosto. Per questo la parrocchia intende investire a Brancere nella sistemazione di strutture di accoglienza che permettano la sosta orante a chi transita sugli argini di Po o a gruppi che vogliano approfittare dell’ottima localizzazione per momenti di ritiro.

 

Il programma 2021

La festa della Regina del Po inizierà come sempre nel pomeriggio del 15 agosto da Cremona con il ritrovo dei vogatori e delle imbarcazioni alle 15 sul lungo Po di Cremona. L’imbarco della statua della Madonna di Brancere avverrà presso la società canottieri Flora, dove prima della partenza vi sarà un momento di preghiera guidato da don Pietro Samarini, vicario zonale della città.

Quindi inizierà la discesa della statua lungo il fiume con la benedizione delle società canottieri presenti sul percorso da parte di don Vei, che viaggerà insieme alla statua della Madonna sull’imbarcazione messa a disposizione dalla protezione civile.

Torna, dunque, quest’anno la processione con i natanti sul fiume, pur con un numero ridotto di imbarcazioni e, soprattutto, un numero limitato di persone sulle barche, per garantire il distanziamento.

L’arrivo a Brancere è previsto per le 16.30 presso la località Isola Provaglio. Prima dell’attracco avverrà il lancio di una corona di fiori in memoria dei defunti delle alluvioni del Po, proprio nel luogo in cui sorgeva l’antica chiesa, il cimitero e l’abitato di Brancere, distrutti dall’inondazione del 1756.

La processione che dal punto dell’attracco condurrà l’immagine della Madonna allo spazio destinato alla celebrazione eucaristica potrà essere accompagnata quest’anno solo da coloro che sono incaricati di portare la statua, sacerdoti e ministranti. I fedeli, invece, saranno ammessi solo allo spazio oltre l’argine riservato per la Messa (inizio previsto per le 17) dove saranno collocate sedie debitamente distanziate. La liturgia, presieduta dal vicario episcopale per la Pastorale, don Gianpaolo Maccagni, si svolgerà nel rispetto delle prescrizioni contenute nel Protocollo del 7 maggio 2020, sottoscritto dal Governo italiano e la Conferenza episcopale italiana, per la ripresa delle celebrazioni liturgiche con la partecipazione dei fedeli.

L’evento è organizzato dalle parrocchie di Stagno Lombardo e Brancere con il patrocinio e la collaborazione di Provincia di Cremona e Comuni di Cremona e Stagno Lombardo, insieme a Protezione Civile e Società canottieri.

L’emittente Cremona1 (canale 80) proporrà l’intero evento in diretta dalle 15, trasmettendo sia la processione fluviale che la Messa presso il Sales.

 

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TeleRadio Cremona Cittanova
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