Prima visita del vescovo eletto mons. Napolioni a Cremona. On-line l’audio dell’incontro con la stampa

Non è mancata una visita alla Cattedrale, con la preghiera davanti all'urna del santo patrono.

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Prima visita informale a Cremona per il vescovo eletto mons. Antonio Napolioni. Giunto all’ombra del Torrazzo nel pomeriggio di giovedì 26 novembre, mons. Napolioni ha incontrato presso Palazzo vescovile il suo predecessore e i suoi più stretti collaboratori. Insieme a mons. Lafranconi ha quindi fatto tappa in Cattedrale, dove è stato accolto dal parroco mons. Alberto Franzini, prima dell’incontro con la stampa nella sala conferenze della Curia. Conclusione di giornata in Seminario.

Nessun programma prestabilito, se non quello di “ascoltare, conoscere e proseguire un cammino già iniziato”. È questa la strada sulla quale mons. Antonio Napolioni intende iniziare il suo episcopato cremonese. Le sue parole in una sala conferenze della Curia di Cremona che nel pomeriggio di giovedì 26 novembre si è riempita di giornalisti, fotografi e cameraman. Circa una quindicina, che hanno incontrato il vescovo eletto di Cremona e hanno avuto modo di un primo momento di conoscenza e confronto.

L’occasione è stata la prima visita informale che mons. Napolioni ha fatto a Cremona. L’arrivo nel pomeriggio, facendo subito tappa a Palazzo vescovile, dove ha incontrato il suo predecessore e i suoi più stretti collaboratori: in particolare il vicario generale, mons. Mario Marchesi, e l’economo diocesano, mons. Carlo Abbiati, naturalmente alla presenza anche del segretario e cerimoniere episcopale don Flavio Meani.

Quindi, proprio accompagnato da mons. Lafranconi, mons. Napolioni ha visitato la Cattedrale. Ad accoglierlo il parroco mons. Alberto Franzini, insieme al collaboratore parrocchiale mons. Antonio Trabucchi e i due sagristi. Dopo una sosta silenziosa di preghiera nella cappella del Santissimo non è mancata neppure la tappa in cripta, dove il Vescovo eletto ha pregato davanti all’urna del patrono sant’Omobono, soffermandosi poi presso le tombe dei vescovi cremonesi, in modo particolare l’arcivescovo Giovanni Cazzani, del quale è stato recentemente aperto il processo per la beatificazione. Mons. Napolioni è stato rimasto letteralmente incantato del massimo tempio cittadino.

Alle 18 l’appuntamento è stato quindi nella sala conferenze della Curia per un primo incontro con la stampa locale. Carta stampata, siti web e televisioni, l’intero panorama della comunicazione cremonese non ha voluto mancare. L’incontro, moderato da mons. Attilio Cibolini, direttore dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali e portavoce del Vescovo e della Curia, ha visto interamente protagonista mons. Napolioni, che ha voluto subito rendere omaggio al suo predecessore, seduto al suo fianco. Non parole di circostanza: “Sono felice di essere a fianco del vescovo Dante – ha esordito –, che ho ammirato negli anni passati quando ho avuto occasione di incontrarlo. Non immaginavo certo di dovergli succedere, per la fantasia spirituale e il discernimento del Papa e della Chiesa”.

“Oggi vi incontro ancora da prete”, ha quindi proseguito mons. Napolioni, che sarà consacrato vescovo in Cattedrale il prossimo 30 gennaio, sottolineando tre parole d’ordine che rappresentano una sintesi della sua storia e del suo ministero: la gente, i giovani e i sacerdoti.

Proprio il clero sarà una delle priorità del suo episcopato, con un obiettivo chiaro: “Conoscere i sacerdoti e stare accanto a loro – ha precisato –, aiutarli a essere preti contenti e capaci di servire le loro comunità al meglio. Chiedo scusa se starò magari un po’ meno con la gente, di come vorrei io stesso, per stare di più laddove i preti ne hanno bisogno”. “Credo che gli uomini Chiesa – ha proseguito – devono dialogare con tutti gli uomini e le donne che incontrano sul territorio, e quindi con le culture, con le religioni, con la complessità del mondo, con quello che lo Spirito Santo stesso sta suscitando nel nostro tempo”.

Preciso il riferimento ai media e al mondo della comunicazione, che “Spero non sia solo la civiltà dell’immagine – ha auspicato – ma la civiltà della parola, del dialogo alla ricerca della verità, del servizio alla vita di tutti e al bene comune. Quindi – ha detto rivolto agli operatori della comunicazione presenti – vi ringrazio dell’attenzione, di quello che fate e di come vorrete servire la comunità ecclesiale, affinché la sua parola e la sua missione sia a beneficio di tutti e non sia mai interpretata faziosamente o in maniera legata a interessi particolari”. Poi una piccola tirata d’orecchie, che più che del rimprovero aveva il sapore di una richiesta: “A volte siete frettolosi! Non abbiamo più il tempo di riflettere e capire! Anch’io corro molto, ma maggior ragione qui dovrò imparare ad ascoltare, a riflettere e a capire. Oggi abbiamo grande bisogno di discernimento”.

Non sono mancate le domande e si è scherzato sui primi cento giorni di governo, che al nuovo vescovo serviranno – ha detto – per imparare le vie, i nomi e le facce. Poi ha aggiunto: “Sono tanti i verbi che ho in mente per i primi cento giorni, ma non sono certo quelli di un governante: sono quelli di un fratello che è chiamato anche a essere padre. E che deve prima conoscere la famiglia, altrimenti di chi si assume il ruolo di padre?”.

Tra le curiosità incalzate dai giornalisti quella di non essere mai stato prima sul territorio diocesano. Anzi, mons. Napolioni ha confessato: “Ogni volta che attraversavo la pianura padana dicevo: io qui non ci starei manco morto. E invece ci starò da vivo e volentieri! Il vero incontro con la vita è con i volti!”. E poi rispondendo a una domanda sulla sua reazione alla nomina a vescovo ha aggiunto: “Man mano che ho conosciuto i volti concreti di questa Chiesa ho trovato sempre più pace. In questo momento prevale la serenità e la percezione che è un’opera di Dio”.

Inevitabile una domanda sulla Cattedrale appena visitata. “Dire che mi è piaciuta è poco!”. E poi si è soffermato su un fatto particolare: “Sono stato parroco di una parrocchia senza chiesa, con l’aula liturgica nel salone di un istituto che originariamente era una manifattura tabacchi. Però abbiamo vissuto un’esperienza di comunità splendida. Ora credo che il Signore mi ‘ricompensi’ mettendomi in una Cattedrale così bella, ma mi chieda anche di viverci con lo stesso calore con cui ho vissuto in parrocchia in questi anni”.

Sempre in un clima molto familiare, incalzato dalle domande dei giornalisti, mons. Napolioni ha parlato anche del Seminairo, dei giovani e della famiglia, con l’auspicio che le parrocchie possano essere una trama di comunità educanti, dove le famiglie vivono fino in fondo il loro dono e la loro missione. “I giovani non vanno lasciati soli! Non basteranno iniziative di intrattenimento o catechesi, se la famiglia e le altre agenzie educative non si guardano in faccia e non si trasmettono fiducia … pensate, ad esempio, al rapporto delicatissimo tra genitori e insegnanti”.

A chiudere l’incontro è stato il vescovo Lafranconi, che ha espresso la sua gioia per questo passaggio di consegne che si preannuncia un nuovo e ulteriore passo nel cammino della Chiesa cremonese, compiuto nella successione apostolica. “Dalla prima telefonata che abbiamo avuto e poi dall’incontro la settimana successiva – ha detto mons. Lafranconi – ho veramente ringraziato il Signore per averlo sentito così vicino e fratello, e per certi aspetti anche in sintonia con tante corde del mio cuore. Questo è anche un impegno per noi, di continuare in questa sintonia. La predica più efficacie è quella che si dà nella carità, nella stima e nell’aiuto reciproco: io vorrei proprio essere fedele in questo, e mi sembra che anche lui lo desideri”.

Come sarà essere vescovo emerito? A questa domanda mons. Lafranconi ha detto di voler rispondere tra un anno, sull’esperienza concreta e non sulla fantasia. E qui la conferma di una notizia, già nell’aria: mons. Lafranconi continuerà a risiedere a Cremona. Abiterà – ha precisato lui stesso – in via Faerno, presso la struttura che un tempo ospitava le Angeline.

Prima dell’arrivederci, e dello spostamento in Seminario, il saluto di mons. Napolioni con una semplice ma significativa affermazione: “Sappiate che se direte e scriverete ‘i nostri vescovi’ noi saremo contenti!”.

 

L’incontro del vescovo eletto mons. Napolioni con gli organi di informazione

Photogallery della vista in Cattedrale e dell’incontro con la stampa

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