Assemblea Oratori, don Bianchi: «Al centro della vita non ci sono le strutture, ma la relazione»

Il responsabile della Pastorale giovanile di Como ha aiutato la riflessione dell'Assemblea oratori svoltasi il 23 settembre in Seminario che ha segnato idealmente il passaggio di consegne tra don Paolo Arienti e don Francesco Fontana alla guida della FOCr

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L’Assemblea Oratori è tornata in presenza nel tardo pomeriggio di giovedì 23 settembre presso il Seminario vescovile di Cremona con la partecipazione dei responsabili di oratorio, sacerdoti ed educatori: dopo tanti mesi di alternanza tra zone di colore diverso e le relative restrizioni che hanno penalizzato le proposte educative, ma anche dopo un’estate che ha segnato una forte ripresa di iniziative ed esperienze.

“Ripartiamo con te” è il tema generale dell’anno oratoriano: al centro viene evidenziata la necessità e la profezia di una comunità adulta chiamata ad assumersi, ancora una volta, il compito educativo come vocazione evangelica, perché gli oratori e le altre esperienze educative rivolte ai più giovani tornino a essere casa, con porte e finestre aperte sulla vita.

Ad aprire l’assemblea è stato il momento di preghiera con la breve riflessione del vescovo Antonio Napolioni che ha voluto ringraziare don Paolo Arienti per i dieci anni di servizio nella pastorale giovanile cremonese e ha sottolineato che «La presenza di Gesù è nei volti, in una catena di mani, di generazione in generazione, di giovani che diventano adulti e che donano nuovi figli alla Chiesa e alla società». Insieme a don Arienti il Vescovo ha voluto ringraziare anche volontari della FOCr, che ha idealmente affidato a don Francesco Fontana.

Ma il pensiero del Vescovo è andato a tutti i giovani. Con un riferimento al tragico fatto di cronaca nera avvenuto solo qualche ora prima in quartiere di Cremona, e anche ai giovani campioni olimpionici cremonesi che a Roma stavano incontrando il Presidente della Repubblica. Ma pensando a tutti e ciascun giovane e ragazzo delle parrocchie della diocesi, e al di là delle nazionalità.

Anche oggi si sta vivendo un tempo di smarrimento, come i discepoli di Emmaus dopo la morte in croce del Maestro. «Gesù è venuto per gli smarriti, per i malati e i peccatori – ha ricordato il Vescovo -. Ed è con noi che si ferma». «E allora pregustiamo tanto pane spezzato», ha detto ancora con nella mente i tanti volti e le tante storie e iniziative che caratterizzeranno il nuovo anno oratoriano: «Preghiamo il Signore perché accompagni Lui il nostro cammino».

Ha quindi preso la parola don Pietro Bianchi, incaricato della Pastorale giovanile della Diocesi di Como che ha incentrato la sua riflessione sul tema dell’anno oratoriano che si sta aprendo “Ripartiamo con te: una nuova sfida per la comunità educativa oggi”. Il sacerdote comasco ha riflettuto sul tema del dono della propria vita, a partire dall’esempio di Gesù: «Come scrive san Paolo non si può annunciare il Vangelo senza dare anche la vita». Per poi continuare con un pensiero sulle modalità di vivere l’oratorio: «Si parla sempre di più di oratorio come una casa, un luogo per vivere insieme».

«La Chiesa è l’umanità nuova che si apre, un’umanità aperta di persone che hanno fatto il passaggio da persone chiuse a persone aperte, persone che vivono libere come Dio perché hanno ricevuto la Sua vita e hanno il Suo stesso modo di relazionarsi: la libertà è l’unica relazione che rende possibile l’amore perché amare davvero significa custodire nel cuore la possibilità che l’altra parte possa sempre dire di no – ha quindi proseguito don Bianchi – al centro della vita non ci sono le strutture ma la relazione che è al cuore delle persone e anche l’oratorio dev’essere questo posto vitale, un’esperienza di Chiesa che mette al cuore la relazione tra le persone»

Una articolata riflessione durante la quale non è mancato neppure un riferimento a don Roberto Malgesini, il comasco “sacerdote degli ultimi” ucciso il 15 settembre 2020 mentre portava la colazione ai senzatetto e di cui proprio il 23 settembre si è aperto il processo.

Infine, don Pietro ha richiamato il tema della missione: «Il dono che si riceve non è per sé stessi – ha affermato -: la vita è data dalle relazioni non dal sangue e mi auguro che l’oratorio possa divenire uno spazio dove possano abitare giovani e famiglie».

Al termine è stato il momento di ringraziare don Paolo Arienti per gli anni di intenso servizio alla pastorale oratoriana di tutta la diocesi: l’abbraccio con don Francesco Fontana è stato come un simbolico passaggio di consegne alla guida dell’ufficio di pastorale giovanile.

Dopo un momento conviviale con un buffet nei locali del Seminario è stato quindi il momento della divisione dei partecipanti in tre diversi laboratori tematici, aperti da brevi testimonianze pastorali: “Spazi e tempi dell’Oratorio, oggi”, “La relazione con gli adolescenti” e “La vita comune con giovanissimi e giovani”.

La serata si è quindi conclusa con la presentazione delle proposte e delle iniziative programmate nel nuovo anno oratoriano.

 

“Ripartiamo con te!”: il tema e i materiali per l’anno oratoriano 2021/22

Matteo Lodigiani
TeleRadio Cremona Cittanova
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