Oltre 300 adolescenti cremonesi dal Papa che li esorta: coraggio e avanti, senza perdere il “fiuto” della verità!

Tra i circa 80mila ragazzi che il Lunedì dell'Angelo hanno invaso Piazza San Pietro per il pellegrinaggio nazionale. Dalla diocesi tanti gli oratori rappresentanti, molti dei quali hanno aderito alla proposta della Federazione Oratori Cremonesi

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Più di un’ora di dialogo e preghiere con il Pontefice, canti, esperienze e testimonianze di vita vissuta alla luce del capitolo 21 del Vangelo di Giovanni, la pagina della pesca miracolosa. Come i discepoli intorno a Gesù  in quella notte sul lago di Tiberiade, così gli adolescenti sono intorno al Papa per rinnovare il loro “sì” a Dio. Questo è stato #Seguimi, la Veglia che il 18 aprile, Lunedì dell’Angelo, è stata culmine e chiusura del pellegrinaggio dei giovani dalle diocesi italiane in una Piazza San Pietro traboccante di entusiasmo come non succedeva da oltre due anni di pandemia, chiusure, solitudini, e con negli occhi gli orrori che arrivano dall’Ucraina in guerra. Lo ricorda anche il Papa prendendo la parola: sono «le dense nubi che oscurano il nostro tempo», «quel buio che fa paura a tutti», la «guerra tremenda» di cui «pagano il prezzo più alto» molti «vostri coetanei» la cui stessa esistenza è compromessa e i sogni sono calpestati.

 

Tra gli 80mila anche oltre 300 cremonesi

In Piazza San Pietro, e anche oltre su via della Conciliazione, almeno oltre 60mila ragazzi, forse 80mila, compresi tra i 12 ed i 17 anni, provenienti da tutta Italia. E tra loro oltre 300 adolescenti della diocesi di Cremona che hanno preso parte all’evento organizzato dalla Conferenza Episcopale Italiana. Una ventina i gruppi oratoriani di parrocchie o unità pastorali delle diverse parti del territorio, la maggior parte dei quali aderito alla proposta di pellegrinaggio offerta della Federazione Oratori Cremonesi.

Arzago d’Adda, Brignano Gera d’Adda, Calvenzano e Casirate nella zona 1, Casalbuttano, Castelleone, San Bassano, Soncino e Soresina nella zona 2, Cristo Re e le unità pastorali Cittanova e S. Omobono per la zona 3, Piadena, Sospiro e Vescovato nella zona 4 e Bozzolo, Calvatone, Cicognara, Viadana e Vicomoscano nella zona 5. Presenti anche movimenti e associazioni, come CL rappresentata dal gruppo cremonese di GS con una cinquantina di ragazzi.

Il reportage live sul profilo Instagram ufficiale della Diocesi

La partenza dai vari punti della diocesi che hanno aderito alla proposta FOCr è stato all’alba di lunedì 18 aprile a bordo di quattro pullman, in modo da raggiungere la Capitale all’ora di pranzo: giusto il tempo di sistemare i bagagli prima di raggiungere la zona del Vaticano, mettendosi in fila per l’ingresso in Piazza San Pietro.

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Tutti con al collo il foulard colorato con il logo dell’evento e al petto la croce proposta nel kit del pellegrino, insieme al badge e il libretto per la celebrazione. Tutti insieme per quello che è stato in assoluto il primo pellegrinaggio nazionale dedicato agli adolescenti e che ha avuto come obiettivo quello di aiutare i ragazzi a vivere un’esperienza di comunione fraterna e di fede. Il primo incontro del Papa in Vaticano con i ragazzi italiani dopo la lunga sosta dovuta alla pandemia. E non a caso si è scelta come data quella del giorno dopo la Pasqua, che dà origine alla fede, infonde speranza ed è simbolo di rinascita.

Intorno alle 16 i ragazzi cremonesi sono riusciti ad accedere alla Piazza, mentre molti altri loro coetanei si sono dovuti accontentare di prendere posto lungo via della Conciliazione. Giunto in tempo per l’inizio della festa all’interno del colonnato del Bernini, scandita dalla voce di ospiti famosi, dalle note di Mattia Romano e di Blanco vincitore del Festival di Sanremo, e dalle testimonianze sulla vita negli oratori in particolare quello di Nembro, cittadina sferzata dalla pandemia.

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Il momento di accoglienza – tra video, canti e testimonianze – alle 17.30 ha lasciato spazio all’incontro con Papa Francesco, che ha fatto il suo ingresso nella Piazza in papamobile, sulla quale è andato tra i ragazzi per salutarli da vicino. Un lungo giro proseguito fino a fine di via della Conciliazione. Una esplosione di gioia: migliaia le mani alzate, gli striscioni colorati, le bandiere alzate anche coi colori dell’Ucraina, e poi le voci: «Siamo qui per te!».

Quindi il via alla veglia, introdotta dal saluto del presidente della CEI e caratterizzata dall’ascolto delle narrazioni dei ragazzi commentando il capitolo 21 del Vangelo di Giovanni alla luce della loro vita.

«Finalmente siamo qui» dice commosso il cardinale Gualtiero Bassetti rivolto al Papa che prende posto sul Sagrato tra centinaia di fiori colorati e nell’abbraccio di un gruppo di adolescenti che saluta personalmente. Non «sono dei grandi spensierati questi ragazzi», paure, ansie, dubbi di questi ultimi due anni – precisa il porporato – «non si sono dissolti», eppure sono qui stasera «per il bisogno intenso di un incontro bello da ricordare» e «della parola di un Padre, la sua, che annunci loro che il Signore Gesù può farci vivere ancora una volta l’esperienza gioiosa della Risurrezione».

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L’incontro con Papa Francesco

Con l’orazione del Papa prende il via la Veglia. Fulcro, base dei giorni preparatori e trama del discorso del Papa e di tutte le preghiere e le testimonianze, è la lettura del capitolo 21 del Vangelo di Giovanni (1-19). È l’intensa pagina della pesca miracolosa di sette discepoli sul lago di Tiberiade, la terza apparizione di Gesù dopo la Pasqua. Improvvisa, inattesa la Sua richiesta di gettare nuovamente le reti dopo una notte di tentativi falliti. Il “fiuto” di Giovanni che lo riconosce; lo slancio di Pietro che si tuffa in mare e poi la cena e l’appassionato dialogo tra Pietro e il Risorto, scandito dalla triplice domanda “Mi ami tu?”, e concluso dall’invito di Gesù: “Seguimi”.

Quando il Papa prende la parola per la sua riflessione ha ascoltato già le esperienze di Samuele, Sofia, Alice e Samuele, il racconto del passaggio del loro “buio” – vissuto per un lutto, una malattia, per la «poca voglia di vivere» – alla luce del dono e dell’amore, come accaduto ai discepoli quella notte sul Lago. Francesco ha ascoltato anche il dodicenne Mattia Piccoli, l’Alfiere della Repubblica che ogni giorno «solo per un atto d’amore», e con l’«aiuto della famiglia e della fede», aiuta il “buio” del suo papà, malato di Alzheimer precoce, ad essere meno oscuro. Il “buio” è anche nella notte del Vangelo di Giovanni: niente pesca. «Che delusione!» quando mettiamo tante energie e non succede niente. Ma poi «succede qualcosa di sorprendente»: «Allo spuntare del giorno, appare sulla riva un uomo, che era Gesù, li stava aspettando. E Gesù dice loro: “Lì, alla destra ce ne sono”. E viene il miracolo di tanti pesci, tanti pesci, le reti si riempiono di pesci».

Foto Siciliani-Gennari/SIR

Questo – dice Francesco – può aiutarci a pensare ad alcuni momenti della nostra vita, momenti di prova in cui ci sentiamo nudi, inermi e soli, momenti in cui proviamo paura. E la lettura del Papa che guida i giovani è questa: «Non bisogna vergognarsi di dire: ho paura del buio! Ma, tutti noi abbiamo paura del buio. Le paure vanno dette, le paure si devono esprimere per così poter cacciarle via. Ricordate questo: le paure vanno dette. A chi? A papà, alla mamma, all’amico, all’amica, alla persona che può aiutarvi. Vanno messe alla luce. E quando le paure, che sono nelle tenebre, vanno nella luce, scoppia la verità. Non scoraggiatevi».

Dunque le “crisi” vanno illuminate con la condivisione, con la parola, con il dialogo a partire dalla famiglia, perché non siamo mai soli. Tornando al testo evangelico il Papa indica ai giovani due modelli da seguire: Giovanni che col suo ” fiuto” riconosce per primo Gesù sulle rive del Lago, e Pietro un discepolo “speciale”  e coraggioso che si tuffa per incontrare il Signore proprio lui che lo aveva rinnegato tre volte. I giovani dunque abbiano queste qualità che spesso mancano agli adulti: «Voi avete il fiuto: non perdetelo! Il fiuto di dire. “Questo è vero, questo non è vero, questo non va bene”, il fiuto di trovare il Signore. Il fiuto della Verità. Vi auguro di avere il fiuto di Giovanni, ma anche il coraggio di Pietro».

E con il coraggio e il fiuto non resta che “buttarsi nella vita” con generosità e senza paura, certi che ci sarà sempre qualcuno che ci accompagna. Francesco lo ripete parlando a braccio e tralasciando il discorso scritto. Ribadisce che una vita non donata resta chiusa in se stessa: «Abbiate paura della morte, della morte dell’anima, della morte del futuro, della chiusura del cuore: di questo abbiate paura. Ma della vita, no: la vita è bella, la vita è per viverla e per darla agli altri, la vita è per condividerla con gli altri».

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L’incontro tra i giovani e il Papa si chiude nel segno di Maria. È lei che Francesco consegna agli adolescenti perché quando si è in difficoltà – dice – è la mamma che si chiama e così, anche ” noi chiamiamo Maria”, lei che, poco più che adolescente disse il suo sì a Dio: «Che la Madonna, la mamma che aveva quasi la vostra età quando ha ricevuto l’annuncio dell’Angelo ed è rimasta incinta, che lei vi insegni a dire: “Eccomi!”, e a non avere paura. Coraggio, e avanti!».

L’immagine che resta negli occhi e nel cuore è quella del futuro dell’umanità totalmente affidato a Dio, sulle note del canto che chiude il grande momento di comunione vissuto insieme: «Seguo Te Gesù, via diritta fonte di speranza, portami con Te. Fammi indossare le ali dell’aurora fammi raggiungere l’estremità del mare».

 

La conclusione del pellegrinaggio cremonese

I ragazzi, divisi in gruppi guidati dai responsabili accompagnatori, lasciata la Piazza si sono spostati negli alloggi individuati dalla FOCr nella Capitale: l’Istituto scolastico Seraphicum, la Casa Madre Speranza e l’Hotel Mantegna. Il pellegrinaggio proseguirà nella mattinata di martedì 19 aprile con la visita della città, che ogni gruppo vivrà in autonomia. Prima del ritorno in diocesi un momento di riflessione e la celebrazione eucaristica comunitaria alle 15 nella basilica di S. Maria in Ara Coeli.

 

Reportage a cura di Margherita Santini e Marco Pennachi Griso

 

 

Il video integrale dell’incontro degli adolescenti italiani con il Papa (Vatican Media)

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