Nelle celebrazioni torna lo scambio della pace. Ecco tutte le disposizioni diocesane per la prevenzione dal Covid19

Dopo l'intervento della Presidenza della Conferenza episcopale italiana, nota del vicario generale don Massimo Calvi indirizzata a tutti i presbiteri per una prassi comune nelle celebrazioni liturgiche

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Con una lettera inviata il 2 dicembre scorso ai vescovi italiani, la Presidenza della Conferenza episcopale italiana è tornata ad affrontare la questione delle norme da seguire in ambito liturgico al fine di garantire la prevenzione dal Covid19, confermando e in parte mitigando le precedenti indicazioni. Per favorire una prassi comune nelle celebrazioni liturgiche in diocesi di Cremona, il vicario generale don Massimo Calvi in una nota indirizzata a tutti i presbiteri chiarisce le norme da attuare, raccomandando «di conformarsi alle indicazioni date così da non creare inutile confusione tra i fedeli».

Le principali novità riguardano il ripristino dell’uso delle acquasantiere e della consueta forma di scambio del segno della pace. Possibile anche svolgere le processioni offertoriali.

«Si valuti, in ragione delle specifiche circostanze e delle condizioni dei luoghi, – scrive quindi il vicario generale – l’opportunità di raccomandare l’uso della mascherina». Continua a essere consigliata l’indicazione di igienizzare le mani all’ingresso dei luoghi di culto e per i Ministri prima di distribuire la Comunione e secondo l’opportunità di indossare la mascherina.

Possibile distribuire la Comunione direttamente in bocca ai fedeli che lo desiderano, magari consigliando loro di mettersi alla fine della fila dei comunicandi.

Nella celebrazione dei Battesimi, delle Cresime, delle Ordinazioni e dell’Unzione dei Malati si possono effettuare le unzioni senza l’ausilio di strumenti.

Non è più obbligatorio assicurare il distanziamento tra i fedeli che partecipino alle celebrazioni; mentre «rimane è importante ricordare che non partecipi alle celebrazioni chi ha sintomi influenzali e chi è sottoposto a isolamento perché positivo al SARS-CoV-2».

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