Nell’anniversario di dedicazione della Cattedrale, «casa di preghiera» aperta sul mondo

Il 2 giugno il vescovo Napolioni ha presieduto la celebrazione nel 431° della dedicazione. Ricordati nell'occasione anche i 60 anni di sacerdozio di mons. Perotti

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Nella mattina di venerdì 2 giugno, il vescovo Antonio Napolioni ha presieduto in Duomo la Messa in occasione della Dedicazione della Cattedrale, avvenuta il 2 giugno 1592 quando il vescovo Cesare Speciano intitolò a Santa Maria Assunta e Sant’Omobono la chiesa madre, ampliamento di quella fondata nel 1107.

All’inizio della celebrazione eucaristica nel giorno del 431° anniversario mons. Ruggero Zucchelli, presidente del Capitolo della Cattedrale, ha voluto ringraziare il vescovo per la partecipazione e ricordare la speciale occasione ai fedeli presenti. 

Alla ricorrenza si è anche aggiunto anche il ricordo dei 60 anni di ordinazione di mons. Giuseppe Perotti, membro del capitolo della Cattedrale: «Grazie don Giuseppe della tua testimonianza, ti siamo vicini e ti auguriamo ogni bene. Il Signore sia con te e ti protegga nel tuo cammino quotidiano» le parole rivolte da mons. Zucchelli al membro del capitolo festeggiato.

Anche il vescovo Napolioni ha quindi rivolto i propri auguri a mons. Perotti e ha voluto sottolineare anche la festività civile del 2 giugno: «Oggi è la Festa della Repubblica che tra poco la comunità cittadina e provinciale vivrà sulla piazza. Siamo Chiesa nel mondo e per la salvezza del mondo: invochiamo qui la misericordia del Signore sul mondo che ci rende costruttori di pace»

Mons. Napolioni ha quindi iniziato la sua omelia con una provocazione: «Avrei la tentazione di fare un cartello per metterlo sulla facciata della Cattedrale con le parole sentite nelle letture di oggi: “Casa di preghiera”. Quanto è bello quando in Cattedrale c’è anche una sola persona che fa silenzio, nel suo cuore si compie un grande mistero, l’incontro con Dio, la preghiera – ha quindi proseguito il vescovo di Cremona – il cartello sarebbe una sorta di invito, non di giudizio, come dice il Signore per bocca di Isaia: vi colmerò di gioia nella mia casa di preghiera perché Gesù fa delle nostre chiese non solo il luogo dove sta il tabernacolo, dove si raduna l’assemblea di Dio».

«La preghiera diventa esperienza di una presenza ed è così che anche noi diventiamo casa di preghiera – ha voluto proseguire il vescovo – il secondo messaggio è che voi siete tempio di Dio, non conta dove siete o quale sia la chiesa più bella o la diocesi più grande: la presenza di Dio non sarà più lontana e puramente trascendente perché si è incarnata e coinvolta totalmente in noi».

La riflessione sull’importanza della preghiera è quindi proseguita: «La scoperta della presenza genera, quindi, la comunione con Dio facendo di noi piccoli uomini e donne di comunione contro l’egoismo e i risentimenti. Una grazia che nasce e rinasce come unico vero senso della fede cristiana».

Nel concludere l’omelia mons. Napolioni ha voluto utilizzare una suggestiva immagine: «Non fermiamoci all’ammirazione puramente estetica: chiudiamo gli occhi e tracciamo i piccoli affreschi che il Signore sta tracciando nei nostri cuori e nella nostra esistenza. Chissà mons. Perotti dopo sessant’anni di sacerdozio quanti bei tratti di matita e di colore riconosce nel suo cuore con la delicatezza che gli è propria».

Il vescovo Napolioni, finita la Messa, si è quindi spostato in piazza del Comune per partecipare alle celebrazioni della Festa della Repubblica che si sono tenute alla presenza delle autorità civili cittadine, provinciali e regionali e militari: particolarmente spettacolare l’esposizione dell’enorme tricolore, srotolato sulla facciata del Torrazzo dai vigili del fuoco al termine della celebrazione civile.

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La Chiesa di Cremona guarda alla sua Cattedrale, casa della fede e dell’unità

Matteo Lodigiani
TeleRadio Cremona Cittanova
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