Napolioni alle Beatitudini: «No alle macchiette del Cristianesimo»

Il vescovo Antonio ha celebrato l'Eucaristia nel luogo dove Gesù pronunciò il famoso «Discorso della montagna». Giornata intera dedicata al Lago di Tiberiade. Giovedì il trasferimento a Betlemme passando per Gerico

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«Ne abbiamo fatto una poesia, un testo per i santini delle edizioni Paoline, ne abbiamo fatto qualche lapide sulle aiuole: ecco cosa ne abbiamo fatto delle Beatitudini. Un titolo, una pagina sempre pronta, buona per i battesimi e i matrimoni come per i funerali. Vogliamo buttarla via questa idea delle Beatitudini? Siamo venuti qui per questo: per buttar via le idee fasulle, le riduzioni, le macchiette del Cristianesimo e ritrovare Cristo Gesù». Con questo forte invito del vescovo Antonio a ritrovare l’essenzialità del messaggio evangelico è iniziata la terza giornata di pellegrinaggio in Terra Santa per gli oltre 220 cremonesi partiti dall’Italia lunedì 6 marzo.

Mercoledì 8 marzo la meta è stata il lago di Tiberiade o mare di Galilea, la riserva idrica dell’intero Israele, alimentato da sorgive sotterranee e dal fiume Giordano che proveniente dal monte Hermon vi entra e poi vi esce per poi segnare il confine con il Regno di Giordania. Sulle rive di questa immensa distesa d’acqua duemila anni fa Gesù inizio la sua avventura chiamando i primi discepoli, predicando il Regno di Dio, guarendo i malati e liberando gli indemoniati. Se su tanti altri luoghi cari alla devozione non si può essere sicuri del passaggio di Gesù, in questo territorio ricco di vegetazione si può essere più che certi della sua presenza e della sua azione.

La giornata è iniziata sul Monte delle Beatitudini, un incantevole luogo di pace, che domina l’intero lago. Da qui i cremonesi hanno potuto ammirare lo stesso panorama che duemila anni fa vedevano gli uomini e le donne giunti per ascoltare Gesù nel suo Discorso della Montagna. Il paesaggio non deve essere cambiato molto: il silenzio, il verde dei prati, il rosso e il giallo dei fiori, l’azzurro del cielo  incantano il cuore e predispongono al raccoglimento e alla preghiera.

In un piccolo anfiteatro poco distante dalla moderna chiesa a forma ottagonale (otto sono le Beatitudini secondo Matteo) sempre opera dell’architetto Barluzzi (1937) il gruppo ha celebrato l’Eucaristia durante la quale mons. Napolioni ha chiesto un salto di qualità nel vivere la fede.

«Ieri – ha rimarcato il presule – abbiamo incominciato a intuire la concretezza dell’avventura di Dio con l’uomo. Ci ha creato dalla polvere, ci ha fatto, ci ha plasmato, ci ha soffiato dentro di sé. Come può lasciarci allo sbando? Come può pensare che avremmo capito tutto, una cosa così immensa e così delicata? Tanto è vero che ben presto ne abbiamo fatto un pasticcio e ancora oggi siamo capaci di trasformare il giardino in un inferno. Perché l’inferno è un prodotto degli uomini e del nemico di Dio: non la punizione del Padre»

«Il Padre – ha continuato – ci vuole davvero beati. Per questo ci ha dato il suo Figlio, l’unico che incarna pienamente questa visione della vita, l’unica parola di beatitudine che diventa palpabile e incontrabile. Tanto che lungo il Mar di Galilea dei pescatori l’hanno seguito, senza sapere perchè. Gli andavano dietro come affascinati e imbambolati, un po’ per il loro desiderio di guadagno e un po’ perché non lo sapevano neppure loro… Lo capirà l’apostolo Paolo, che decine di volte nelle sue lettere dirà: “noi viviamo in Cristo Gesù”».

Da qui l’invito a farsi evangelizzare da Cristo così che l’esistenza possa diventare realmente una vita evangelica: «Non più folla, curiosi, turisti, gente che applaude e che crocifigge, ma discepoli, amici, collaboratori, familiari, partecipi della stessa identica missione». Perché la vita evangelizzata divenga evangelica occorre «scegliere di condividere i pensieri e i sentimenti di Gesù, di stargli attaccato. Come Giovanni, che poggerà il suo capo sul petto di Gesù nel momento più difficile e riuscirà a stare accanto a Maria sotto la croce».

E dopo aver ricordato la testimonianza scomoda di Papa Francesco «che ci dà altrettanto fastidio di quanto ce ne dava Gesù, perchè è veramente evangelizzato, evangelico ed evangelizzatore nel suo modo di parlarci di Dio e di guidare la Chiesa», mons. Napolioni ha esortato: «Non guardiamo da lontano: tuffiamoci! A costo di sentirci dire: hai dubitato? Non ce la fai a camminare dietro di me? Come accadde a Pietro. Perché siamo uomini e donne di poca fede. Ma la sua mano ci riprenderà e ci condurrà al traguardo».

Ascolta l’omelia di mons. Napolioni

Durante l’Eucaristia mons. Napolioni ha pregato in modo particolare per tutte le donne, nella festa a loro dedicata, perché siano sempre più immagine del «grembo materno di Dio», ma anche per l’arcivescovo cremonese Vacchelli che è stato ricoverato in ospedale per problemi di salute.

Photogallery della Messa al Monte delle Beatitudini

I cremonesi hanno quindi visitato la località di Tabgha, sempre sulle rive del lago dove si trova il santuario che ricorda l’episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci: un grazioso edificio sacro preceduto da un portico assai armonico custodito dai monaci benedettini tedeschi. Proseguendo sulla strada principale il gruppo ha raggiunto un giardino ricco di piante e di vegetazione dove vivono anche strani animali citati più volte nella Bibbia: gli iraci. Fin dai tempi più antichi questo luogo posto proprio sulle sponde del mare di Galilea è identificato come lo scenario della terza apparizione di Gesù ai discepoli dopo la risurrezione: da qui probabilmente Pietro e i suoi soci pescatori prendevano il largo per gettare le reti, qui Gesù chiese a Pietro per tre volte se l’amasse davvero. Qui sorge la chiesa del Primato di Pietro opera recente del 1933 che però contiene una roccia conosciuta come «mensa Christi»: è la «tavola» sulla quale il Risorto e i discepoli mangiarono insieme per l’ultima volta il pesce del lago. I pellegrini, dopo aver sostato sulla vicina spiaggia, hanno recitato nella chiesetta il Credo ricordando anche il passaggio di Paolo VI che su quella pietra si inginocchio e pianse sentendo tutto il peso del Pontificato.

Il sito archeologico di Cafarnao con la casa di Pietro e la sinagoga del IV-V secolo costruita su quella frequentata da Cristo è stata l’ultima meta della mattinata. Cafarnao era una cittadina con una guarnigione militare romana e un posto di dogana. Si trovava infatti sulla via Maris o via del mare, una strada che attraversava tutta la Palestina, congiungendo l’Egitto con la Mesopotamia, ma già nel VIII secolo essa risulta disabitata forse a causa di un terremoto che ne provocò il rapido declino.

Ma certamente il momento più emozionante è stata la traversata con due battelli del lago di Tiberiade. Sulla barca come Pietro e i suoi amici discepoli, sulla barca come tanti fragili eppure convinti “pescatori di uomini”. Proprio nel mezzo i motori si sono spenti e per qualche minuto i pellegrini hanno sostato in silenzio facendo risuonare nel cuore la domanda che Gesù stesso rivolse a Pietro e agli altri: «E voi chi dite che io sia?».

Rimirando le coste il pensiero è andato alla Siria così poco distante eppure così lontana per quell’atmosfera continua di violenza e di morte che continua ad incombere come una cappa asfissiante.

La traversata si è conclusa in un kibbutz (una sorta di associazione di famiglie che lavorano la terra) dove è stato servito il tipico piatto di questa zona: il pesce di San Pietro.

Photogallery della mattinata sul Lago di Tiberiade

La giornata si è conclusa a Cana di Galilea, teatro della miracolosa trasformazione dell’acqua in vino ad opera di Gesù durante una sposalizio: dinanzi alla chiesa che ricorda questo fatto prodigioso le coppie presenti hanno rinnovato le promesse matrimoniali ricevendo la benedizione del Vescovo.

I pellegrini hanno visitato l’edificio sacro oltre ad un piccolo museo contenente una anfora simile a quella del miracolo e gli scavi di un’antica sinagoga del  III-IV secolo. Poco distante sorge anche una cappella in onore di uno dei dodici apostoli di Gesù, San Bartolomeo-Natanaèle- originario proprio di Cana di Galilea

Photogallery della visita a Cana di Galilea

Giovedì 9 marzo la comitiva lascerà definitivamente Nazareth per percorrere la Valle del Giordano. Vi sarà una sosta a Qasr el Yahud, memoriale del Battesimo di Gesù quindi l’arrivo a Gerico per la visita e il pranzo. Continuazione per Betlemme e visita alla Basilica della Natività e al Campo dei pastori. Celebrazione della S. Messa alle ore 16 nella Basilica di Santa Caterina. In serata trasferimento in hotel per la cena ed il pernottamento.

 

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PROGRAMMA DEI PROSSIMI GIORNI

Venerdì 10 marzo:    BETLEMME/Escursione a Gerusalemme
Mezza pensione in hotel. Partenza per Gerusalemme. Alle ore 9 celebrazione della S. Messa nella Basilica dell’Agonia; a seguire salita al Monte degli Ulivi e visita dell’edicola dell’Ascensione, della Chiesa del Pater Noster, della Chiesa del Dominus Flevit, terminando con la Tomba delle Vergine. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio alle ore 15 incontro con Mons. Pizzaballa;  a seguire  percorso della Via Dolorosa nella città vecchia partendo dal Convento della Flagellazione ed arrivando alla Basilica del Santo Sepolcro. Visita e tempo a disposizione.

Sabato 11 marzo:     BETLEMME/Escursione nel Deserto di Giuda e a Gerusalemme
Mezza pensione in hotel. In mattinata escursione nel Deserto di Giuda: visita di Qumran, dove in alcune grotte vennero rinvenuti i più antichi manoscritti della Bibbia. Rientrando a Gerusalemme sosta al Wadi Qelt. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio celebrazione della Santa Messa alle ore 15 nella Chiesa di San Pietro in Gallicantu; a seguire visita del Sion Cristiano con il Cenacolo, la Chiesa della Dormitio Mariae e la Valle del Cedron.

Domenica 12 marzo:     BETLEMME/Escursione a Gerusalemme
Mezza pensione in hotel. Partenza per Gerusalemme e  visita della Spianata del Tempio e al Muro occidentale della preghiera. Visita del nuovo museo francescano e della chiesa di S. Anna dove alle ore 12 sarà celebrata la S. Messa. Nel pomeriggio visita dello Yad Vashem, il Museo dell’Olocausto e continuazione per Ein Karem con la visita ai santuari che ricordano la Nascita di S. Giovanni e la Visitazione di Maria ad Elisabetta.

Lunedì 13 marzo:    BETLEMME/GERUSALEMME/TEL AVIV/ITALIA
Dopo la prima colazione eventuale tempo a disposizione sino al  trasferimento in aeroporto a Tel Aviv per il rientro in Italia.

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