Misericordia et Misera, nella Lettera Apostolica a conclusione del Giubileo il Papa ribadisce che è il tempo della misericordia

Tra le principali novità la facoltà per i preti di assolvere dal peccato di aborto, l’istituzione della Giornata mondiale dei poveri e il rinnovo del ministero dei Missionari della Misericordia

image_pdfimage_print

“Questo è il tempo della misericordia”: lo ribadisce Papa Francesco nella Lettera Apostolica “Misericordia et Misera” pubblicata lunedì 21 novembre a conclusione del Giubileo. Quattro le principali novità: tutti i sacerdoti avranno d’ora in poi la facoltà di assolvere quanti hanno procurato peccato di aborto, i Missionari della Misericordia proseguiranno il loro ministero, i fedeli che frequentano la Fraternita San Pio X potranno continuare a ricevere validamente l’assoluzione sacramentale e l’istituzione della Giornata mondiale dei poveri.

 

Bilancio del Giubileo Nella Lettera Apostolica anche per un bilancio del Giubileo: “un anno intenso, durante il quale ci è stata donata con abbondanza la grazia della misericordia. Come un vento impetuoso e salutare, la bontà e la misericordia del Signore si sono riversate sul mondo intero. E davanti a questo sguardo amoroso di Dio che in maniera così prolungata si è rivolto su ognuno di noi, non si può rimanere indifferenti, perché esso cambia la vita. In questo Anno Santo la Chiesa ha saputo mettersi in ascolto e ha sperimentato con grande intensità la presenza e vicinanza del Padre, che con l’opera dello Spirito Santo le ha reso più evidente il dono e il mandato di Gesù Cristo riguardo al perdono”.

 

L’icona dell’incontro con l’adultera “Misericordia et misera sono le due parole che sant’Agostino utilizza per raccontare l’incontro tra Gesù e l’adultera”. Comincia con queste parole la lettera apostolica del Papa a chiusura dell’anno giubilare, in cui Francesco definisce la pagina evangelica in questione “icona di quanto abbiamo celebrato nell’Anno Santo, un tempo ricco di misericordia, la quale chiede di essere ancora celebrata e vissuta nelle nostre comunità”. “La misericordia non può essere una parentesi nella vita della Chiesa – sottolinea il Papa – ma costituisce la sua stessa esistenza, che rende manifesta e tangibile la verità profonda del Vangelo”. Nella consapevolezza che “tutto si rivela nella misericordia; tutto si risolve nell’amore misericordioso del Padre”.

 

Misericordia che non può solo essere una partentesi In un contesto in cui il futuro sembra essere ostaggio dell’incertezza e in cui “sentimenti di malinconia, tristezza e noia, che lentamente possono portare alla disperazione”, “c’è bisogno di testimoni di speranza e di gioia vera, per scacciare le chimere che promettono una facile felicità con paradisi artificiali”. Questo l’invito del Papa, secondo il quale “il vuoto profondo di tanti può essere riempito dalla speranza che portiamo nel cuore e dalla gioia che ne deriva. C’è tanto bisogno di riconoscere la gioia che si rivela nel cuore toccato dalla misericordia”.

“Il perdono è il segno più visibile dell’amore del Padre, che Gesù ha voluto rivelare in tutta la sua vita”. “La gioia del perdono – continua il Papa – è indicibile, ma traspare in noi ogni volta che ne facciamo esperienza. All’origine di essa c’è l’amore con cui Dio ci viene incontro, spezzando il cerchio di egoismo che ci avvolge, per renderci a nostra volta strumenti di misericordia”. “Fare esperienza della misericordia dona gioia”. Da qui l’invito: “Non lasciamocela portar via dalle varie afflizioni e preoccupazioni. Possa rimanere ben radicata nel nostro cuore e farci guardare sempre con serenità alla vita quotidiana”.

Papa Francesco chiama le comunità ecclesiali a una vera e propria “conversione pastorale”, “plasmata quotidianamente dalla forza rinnovatrice della misericordia”. In primo luogo, occorre “celebrare la misericordia” con la liturgia, dove “ogni momento fa riferimento alla misericordia di Dio”. Poi i due sacramenti “di guarigione”: la Riconciliazione e l’Unzione dei malati.

 

Cura delle omelia e la domenica della Sacra Scrittura Nella consapevolezza che ha “un significato particolare anche l’ascolto della Parola di Dio”, prima di tutto nella messa domenicale, dal Papa arriva la raccomandazione ai sacerdoti per la preparazione dell’omelia e la “cura” della predicazione.

Il Papa esprime inoltre il desiderio “che la Parola di Dio sia sempre più celebrata, conosciuta e diffusa, perché attraverso di essa si possa comprendere meglio il mistero di amore che promana da quella sorgente di misericordia”. Da qui la proposta che “ogni comunità, in una domenica dell’anno liturgico, potesse rinnovare l’impegno per la diffusione, la conoscenza e l’approfondimento della Sacra Scrittura: una domenica dedicata interamente alla Parola di Dio, per comprendere l’inesauribile ricchezza che proviene da quel dialogo costante di Dio con il suo popolo”. In questo senso il Papa cita anche “la diffusione più ampia della lectio divina”.

 

Il cammino dei Missionari della Misericordia continua Nella lettera apostolica “Misericordia et Misera”, il Papa cita il servizio dei 1.142 “Missionari della Misericordia”, inviati da lui in tutto il mondo in occasione del Giubileo, la cui azione pastorale “ha voluto rendere evidente che Dio non pone alcun confine per quanti lo cercano con cuore pentito, perché a tutti va incontro come un Padre”. “Questo ministero straordinario non si conclude con la chiusura della Porta Santa”, annuncia il Papa, ringraziandoli per il loro servizio e rivelando il desiderio che “permanga ancora, fino a nuova disposizione, come segno concreto che la grazia del Giubileo continua ad essere, nelle varie parti del mondo, viva ed efficace”. “Sarà cura del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione seguire in questo periodo i Missionari della Misericordia, come espressione diretta della mia sollecitudine e vicinanza e trovare le forme più coerenti per l’esercizio di questo prezioso ministero”, le indicazioni di Francesco.

 

Possibilità a tutti i preti di assolvere dal peccato di aborto Sottolineando la centralità del sacramento della Riconciliazione e la centralità di questa esperienza, proprio “perché nessun ostacolo si interponga tra la richiesta di riconciliazione e il perdono di Dio annuncia il Papa – concedo d’ora innanzi a tutti i sacerdoti, in forza del loro ministero, la facoltà di assolvere quanti hanno procurato peccato di aborto”. Si estende così a tempo indeterminato una facoltà concessa ai sacerdoti per l’Anno Santo.

 

Promulgate le disposizione per i lefebvriani Durerà oltre l’Anno giubilare anche la possibilità di ricevere validamente e lecitamente l’assoluzione sacramentale dei loro peccati per quanti frequentano le chiese officiate dai sacerdoti della Fraternità San Pio X: “Per il bene pastorale di questi fedeli – scrive il Papa – e confidando nella buona volontà dei loro sacerdoti perché si possa recuperare, con l’aiuto di Dio, la piena comunione nella Chiesa cattolica, stabilisco per mia propria decisione di estendere questa facoltà oltre il periodo giubilare, fino a nuove disposizioni in proposito, perché a nessuno venga mai a mancare il segno sacramentale della riconciliazione attraverso il perdono della Chiesa”.

 

La via della carità “Termina il Giubileo e si chiude la Porta Santa. Ma la porta della misericordia del nostro cuore rimane sempre spalancata”. Nella parte finale della “Misericordia et misera”, il Papa parla dalle parole pronunciate il 20 novembre la Messa di chiusura del Giubileo. “La Porta Santa che abbiamo attraversato in questo anno giubilare ci ha immesso nella via della carità che siamo chiamati a percorrere ogni giorno con fedeltà e gioia”, prosegue Francesco: “È la strada della misericordia che permette di incontrare tanti fratelli e sorelle che tendono la mano perché qualcuno la possa afferrare per camminare insieme”. E ancora: “È il momento di dare spazio alla fantasia della misericordia per dare vita a tante nuove opere, frutto della grazia”.

Le indicazioni sono chiare: “Ancora oggi intere popolazioni soffrono la fame e la sete, e quanta preoccupazione suscitano le immagini di bambini che nulla hanno per cibarsi. Masse di persone continuano a migrare da un Paese all’altro in cerca di cibo, lavoro, casa e pace. La malattia, nelle sue varie forme, è un motivo permanente di sofferenza che richiede aiuto, consolazione e sostegno. Le carceri sono luoghi in cui spesso, alla pena restrittiva, si aggiungono disagi a volte gravi, dovuti a condizioni di vita disumane. L’analfabetismo è ancora molto diffuso e impedisce ai bambini e alle bambine di formarsi e li espone a nuove forme di schiavitù. La cultura dell’individualismo esasperato, soprattutto in occidente, porta a smarrire il senso di solidarietà e di responsabilità verso gli altri. Dio stesso rimane oggi uno sconosciuto per molti; ciò rappresenta la più grande povertà e il maggior ostacolo al riconoscimento della dignità inviolabile della vita umana”.

“Le opere di misericordia corporale e spirituale costituiscono fino ai nostri giorni la verifica della grande e positiva incidenza della misericordia come valore sociale”, che “spinge a rimboccarsi le maniche per restituire dignità a milioni di persone che sono nostri fratelli e sorelle, chiamati con noi a costruire una città affidabile”. “Il carattere sociale della misericordia esige di non rimanere inerti e di scacciare l’indifferenza e l’ipocrisia, perché i piani e i progetti non rimangano lettera morta”, l’indicazione tracciata dal Papa.

 

La Giornata mondiale dei poveri “Alla luce del Giubileo delle persone socialmente escluse, mentre in tutte le cattedrali e nei santuari del mondo si chiudevano le Porte della Misericordia, ho intuito che, come ulteriore segno concreto di questo Anno Santo straordinario, si debba celebrare in tutta la Chiesa, nella ricorrenza della XXXIII Domenica del Tempo Ordinario, la Giornata mondiale dei poveri”. “Sarà una Giornata – chiarisce il Pontefice – che aiuterà le comunità e ciascun battezzato a riflettere su come la povertà stia al cuore del Vangelo e sul fatto che, fino a quando Lazzaro giace alla porta della nostra casa, non potrà esserci giustizia né pace sociale”. La nuova Giornata, infine, nelle parole di Francesco “costituirà anche una genuina forma di nuova evangelizzazione, con la quale rinnovare il volto della Chiesa nella sua perenne azione di conversione pastorale per essere testimone della misericordia”. “Questo è il tempo della misericordia”, afferma Francesco.

 

Il testo integrale della Lettera Apostolica

Facebooktwittermail