Col vescovo Antonio pellegrini in Terra Santa

Dal 6 al 13 marzo la Chiesa cremonese tornerà alle origini del Cristianesimo in quei luoghi dove oggi si incontrano le tre grandi fedi monoteiste

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Il pellegrinaggio diocesano in Terra Santa che il Vescovo Antonio presiederà dal 6 al 13 marzo 2017  si innesta in una lunga serie di esperienze che da anni la Chiesa cremonese, attraverso il Segretariato pellegrinaggi, porta avanti in Medio Oriente e in particolare nella terra di Gesù

Il Vescovo Dante aveva voluto, fin dall’inizio del suo ministero cremonese, un ritmo biennale per la Terra Santa, alternata con pellegrinaggi, sempre di carattere biblico, in paesi mediorientali: così erano state proposte, negli anni, le tappe più significative degli itinerari paolini: Antiochia, Siria, Turchia, Cipro, Grecia, Malta, per arrivare al 2015 con l’ultimo pellegrinaggio in Terra Santa, quando avevamo avuto la gioia di incontrare la comunità cattolica di Ramallah e celebrare insieme  l’Eucaristia, in un momento particolarmente bello e intenso di fede e di solidarietà.

Questo ritmo non si è mai interrotto, anche in momenti difficili per quei territori ed ora riprende con rinnovato slancio.
Il Vescovo Antonio aveva lanciato l’idea di un grande pellegrinaggio diocesano in Terra Santa pochi giorni dopo l’inizio del suo ministero tra noi ed ora siamo in grado di offrire tutti quegli elementi utili al fine di favorire la partecipazione più ampia possibile di gruppi parrocchiali, famiglie, sacerdoti.

Le motivazioni che portano a scegliere di andare pellegrini nella terra di Gesù sono quelle della fede: ogni pellegrinaggio è “specchio della vita”, è esperienza profonda di ascolto della Parola che proprio in questa terra si è fatta carne; è preghiera comunitaria con una comunità che sa di essere un “piccolo gregge”; è ascolto del silenzio del deserto; è mettere i piedi dove li ha messi il Signore; è visita ai santuari che i padri francescani da secoli custodiscono, che fanno memoria dei miracoli, dei discorsi di Gesù, fino a Gerusalemme, la città tre volte santa, che custodisce la roccia del sepolcro, testimonianza del mistero centrale della nostra fede, quello della risurrezione.

Ma nella terra dove Gesù è vissuto noi incontreremo anche le testimonianze della Prima Alleanza, i figli di quella promessa, fatta ad Abramo e alla sua discendenza, i nostri fratelli maggiori, che qui sono ritornati, non sempre tranquillamente, dopo il dramma dell’Olocausto ed incontreremo anche i fedeli dell’Islam che qui professano la fede nel Dio “clemente e misericordioso”. Ebrei, cristiani e musulmani, vivono l’uno accanto all’altro in questa terra e tante volte le guerre hanno stravolto la loro coesistenza non sempre tranquilla e nemmeno scontata. Il pellegrinaggio ai luoghi santi acquista così anche la motivazione di conoscere sempre di più, al di la degli stereotipi dei media, questo mondo così complesso, inquieto e insieme affascinante.

Da ultimo il pellegrinaggio vuole essere l’attestazione della vicinanza alla piccola comunità cattolica, oggi guidata dall’arcivescovo Pierbattista Pizzaballa, e un sostegno perché questi nostri fratelli, non abbandonino questa terra, ma restino, anche a nome nostro, a dire la gioia, pur tra le difficoltà, di essere sempre discepoli di Gesù.

Don Roberto Rota
Responsabile del Segretariato diocesano pellegrinaggi

 

Scarica il programma di massima del pellegrinaggio

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