“Accompagnare, servire e difendere le persone richiedenti asilo e rifugiate è un segno di speranza”. Lo ha detto padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, presentando a Roma la 24ª edizione del Rapporto annuale. Il documento racconta l’attività svolta nel 2024 nelle sedi di Roma, Bologna, Catania, Grumo Nevano, Vicenza, Padova, Palermo e Trento, dove sono state assistite circa 24mila persone, di cui 11mila nella sola capitale.
“Il sistema di accoglienza – ha osservato – sembra cristallizzato: troppi centri di grandi dimensioni vuoti di progettualità, mentre le persone attendono un documento e soffrono nell’essere parcheggiate”. Ripamonti ha denunciato “l’artificio legale dei centri in Albania”, che sostiene “il principio di deportabilità delle persone, trattandole come carichi residuali non desiderati”. Sul nuovo Patto europeo su migrazione e asilo, ha ammonito: “l’aumento delle procedure accelerate alla frontiera e della detenzione arbitraria rischia di violare i diritti umani e aumentare la sofferenza di chi cerca una vita migliore”. Tra le sfide positive, il presidente del Centro Astalli ha ricordato il lavoro con i giovani nelle scuole, che ha coinvolto quasi 39mila studenti: “Abbiamo il compito di creare spazi di condivisione e dialogo che danno senso all’oggi e aprono al futuro”.
“Viaggi disperati in balìa di aguzzini che ingrossano le fila delle reti del traffico e dello sfruttamento di esseri umani”. È quanto denuncia il Rapporto annuale 2025 del Centro Astalli, che evidenzia come guerre, violazioni dei diritti, persecuzioni, disuguaglianze e crisi climatiche abbiano portato il numero delle persone costrette alla migrazione forzata a oltre 122,6 milioni nel mondo. “Il diritto di asilo in Italia ha subito ulteriori restrizioni”, si legge nel documento, che denuncia una “progressiva esclusione dei richiedenti asilo e dei rifugiati dall’esercizio di diritti fondamentali”.
I rifugiati si trovano spesso intrappolati in “un limbo giuridico” a causa di pratiche discriminatorie e tempi di attesa molto lunghi per il riconoscimento della protezione. Nel 2024 il Centro Astalli ha supportato 517 persone con permessi in scadenza a Roma e 965 richiedenti a Catania. “Permangono precarietà e fragilità anche in fasce d’età più adulte”, con un’alta richiesta di beni primari come cibo e salute. Aumentano anche le vulnerabilità psicologiche e fisiche, mentre si segnala “una presenza crescente di donne, minori e persone LGBTQIA+ nei servizi di accoglienza”. Il Centro Astalli invita a “superare un approccio burocratico alle vulnerabilità” e rilancia la necessità di “percorsi di inclusione diffusa e partecipativa”.
“Accogliere significa farsi garante dei bisogni di chi arriva e creare comunità partecipative in cui le persone rifugiate possano sentirsi a casa”. È quanto afferma il Rapporto, che fotografa un anno segnato da criticità crescenti per l’inclusione dei migranti forzati. “La precarietà e la fragilità aumentano”, sottolinea il documento, con tempi di attesa per un alloggio che a Trento hanno superato i 200 giorni. Nel 2024, la mensa di Via degli Astalli ha distribuito 65.581 pasti e i servizi sanitari hanno registrato un aumento delle visite psichiatriche e ginecologiche.
“Aumenta la vulnerabilità ma l’emersione è sempre più difficile”, si legge ancora. Il Centro Astalli evidenzia come le donne, in particolare, siano tra le più esposte a tratta e violenze, chiedendo percorsi di accoglienza protetti. Complessivamente, le persone accolte nelle strutture del Centro Astalli sono state 1.114. La difficoltà di accesso ai servizi digitali, al lavoro regolare e all’abitazione aggrava la marginalizzazione. “La mancata inclusione non impoverisce solo i rifugiati ma tutto il tessuto sociale”, avverte il rapporto, che richiama alla necessità di “percorsi di autonomia” concreti e duraturi.
“Amministrazioni nazionali e locali continuano ad alzare barriere nei confronti delle persone migranti”, denuncia il Rapporto annuale 2025 del Centro Astalli. Il documento segnala pratiche discriminatorie e disservizi che “paralizzano l’esercizio dei diritti fondamentali”, compromettendo l’accesso a permessi di soggiorno, sanità e lavoro. La precarietà abitativa resta una sfida: “Il diritto all’abitare rimane una chimera per molti rifugiati”, mentre l’inflazione e l’assenza di reti comunitarie solide aggravano il disagio. Il Centro Astalli ha cercato di affrontare le emergenze promuovendo progetti di inclusione sociale e abitativa. Sul fronte culturale, “contro la paura si moltiplicano le occasioni di incontro”: nel 2024 sono stati coinvolti oltre 38.700 studenti in progetti di sensibilizzazione. “La costruzione di una società più giusta e solidale non può prescindere dal coinvolgimento attivo dei giovani”, si legge nel rapporto. I rifugiati sono stati supportati da 803 volontari che hanno scelto di “farsi prossimi e mettersi a servizio e in ascolto” di chi fugge da guerre e persecuzioni.