Messa del 1 gennaio: con lo sguardo a Maria per un nuovo cammino di pace

Il vescovo Napolioni ha presieduto in Cattedrale la Messa nella solennità di Maria Madre di Dio e Giornata mondiale per la Pace

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«L’augurio di buon anno significa poter contare gli uni sugli altri, di esserci d’aiuto e tradurre così l’augurio in realtà». Con queste parole, prima della benedizione, il vescovo Napolioni saluta l’assemblea al termine della Messa presieduta in Cattedrale alle 18 nella solennità di Maria Madre di Dio e Giornata mondiale per la Pace.

Il vescovo ha invitato la Chiesa cremonese a guardare a Maria all’inizio del nuovo anno civile. Uno sguardo sul futuro che – come ricorda al Papa – ci chiama alla costruzione della pace. E proprio richiamando al Messaggio del Santo Padre per la Giornata mondiale per la pace, all’inizio della sua omelia ha sottolineato l’importanza di ritrovare lo stupore «che ci è stato chiesto da Dio» nelle festività natalizie e che – aggiunge – «ci deve accompagnare all’ingresso del 2019 con una santa sensazione di gratitudine per un anno nuovo».

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«Ma non siamo qui per un atto di scaramanzia» ha ricordato il vescovo, proponendo una ricerca dell’essenziale che si trova «nella pace e nell’unità tra noi» che consente di affrontare e superare le prove della vita. Così nasce il «percorso di pace» indicato dal Messaggio di Papa Francesco. E proprio al messaggio del pontefice mons. Napolioni dedica una approfondita riflessione a partire dal titolo scelto come tema per questa 52ª Giornata: «La buona politica è a servizio della pace».

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Il vescovo Napolioni sottolinea come il messaggio non sia rivolto soltanto agli addetti ai lavori della politica, ma riguarda la vita e le scelte che ciascuno è chiamato ad assumere nel proprio piccolo mondo, negli ambienti della propria quotidianità: «Tutti siamo potenziali politici – riflette – perché i nostri comportamenti contribuiscono alla vita della città. possono essere segni, fattori di pace oppure elementi di sospetto, di giudizio, di isolamento, di pessimismo e di chiusura… anti-politica».

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E’ un richiamo al «rovesciamento» della mentalità comune, quello introdotto da Dio («Ha rovesciato i potenti dai troni») attraverso Maria. Come? «Stabilendo la sua presenza nel bambino Gesù, nel crocifisso risorto, nella Chiesa fatta di peccatori perdonati che dialoga con il mondo e cerca di aiutarlo. Non lo giudica e non lo condanna né lo segue in modo creativa, ma gli parla al cuore».

E’ una Chiesa dunque presente nel la realtà che chiama la comunità dei cristiani alla corresponsabilità del bene comune. Un principio sottolineato con forza dal Papa nel suo Messaggio attraverso la citazione delle Beatitudini del Politico, una citazione del cardinale vietnamita François-Xavier Nguyen Van Thuan, morto nel 2002. Parole che il vescovo ripropone, delineando la figura del cardinale e la forza della sua testimonianza di vescovo incarcerato da un regime dittatoriale eppure capace di trasmettere la fede e l’entusiasmo di un innamorato di Cristo. «Racconto la storia del cardinale Van Thuan – dice il Vescovo, che lo incontrò pochi mesi prima della sua morte – perché le sue parole prendano ancora più forza e ci rendiamo conto di come in Signore incarnato non chiacchiera ma dona parole vive, testimoni del Vangelo, “artigiani della pace”».

Beato il politico che ha un’alta consapevolezza e una profonda coscienza del suo ruolo.

Beato il politico la cui persona rispecchia la credibilità.

Beato il politico che lavora per il bene comune e non per il proprio interesse.

Beato il politico che si mantiene fedelmente coerente.

Beato il politico che realizza l’unità.

Beato il politico che è impegnato nella realizzazione di un cambiamento radicale.

Beato il politico che sa ascoltare.

Beato il politico che non ha paura

Commentando questo testo il Vescovo richiama ai valori dell’unità, della coerenza, dell’attenzione, al bene di tutti… «Siamo a chiamati a discernere queste beatitudini e a farle nostre prima di pretenderle dall’altri». L’invito è «ad essere noi capaci di agire nel nostro piccolo mondo con questo stile di vita che viene dal Vangelo e che è la strada della pace». Allora potremo anche valutare i politici – conclude Napolioni – «valutarli, correggerci, diventando comunità in cui la corresponsabilità sporca le mani a tutti e ci impegna a costruire ciò che i nostri padri hanno saputo costruire: una bella Cremona, una bella Italia, un mondo più pulito».

 

 

 

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