L’ultimo saluto a don Luciano Manenti: «Maria l’ha portato con sé in cielo»

Il Vescovo Napolioni ha presieduto nella chiesa parrocchiale di Vailate le esequie del sacerdote deceduto lo scorso 11 febbraio

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Chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo gremita di gente, nel pomeriggio del 14 febbraio, per la celebrazione, presieduta dal vescovo Antonio Napolioni, delle esequie di don Luciano Manenti, il sacerdote vailatese morto lunedì sera all’età di 78 anni mentre si trovava ricoverato da alcuni giorni all’ospedale di Treviglio per l’acutizzarsi della malattia di cui soffriva da tempo.

Una cinquantina i sacerdoti presenti, alcuni dei quali sono stati allievi proprio di don Luciano nel lungo periodo di tempo in cui lui ha insegnato in Seminario a Cremona. Fra i banchi, una rappresentanza delle suore Serve del Focolare della Madre, i sindaci di Brignano Beatrice Bolandrini, di Caravaggio Claudio Bolandrini, di Vailate Paolo Palladini, il vicesindaco di Misano Piero Pilenga ed i volontari dei gruppi di protezione civile di Brignano e di Misano con i gonfaloni dei rispettivi comuni.

Accanto al Vescovo Antonio il vescovo emerito Dante Lafranconi, il vicario generale della Diocesi don Massimo Calvi, il vicario zonale don Marco Leggio ed il parroco di Vailate don Natalino Tibaldini.

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“Ci stringiamo attorno a don Luciano – ha detto il Vescovo ad inizio celebrazione – che ora è faccia a faccia con Dio. Lo accompagniamo con la fede, che non toglie il dolore ma lo trasfigura e le rende fecondo coma la Pasqua di Gesù, che don Luciano ha sempre annunciato”.

Nell’omelia, monsignor Napolioni ha iniziato ricordando la devozione di don Luciano per la Beata Vergine di Lourdes. “Da tanti anni ogni 11 febbraio (anniversario dell’apparizione) don Luciano si recava a Lourdes e proprio l’11 di febbraio Maria se l’è portato con sé in cielo. Queste possono sembrare frasette profumate, di inizio-predica, ma chi l’ha conosciuto sa che non è così, perché la bussola del suo cuore era ben orientata”.

Il Vescovo ha proseguito facendo riferimento all’intelligenza di don Luciano e alla sua laurea in pedagogia. “Oggi lo presentiamo a Dio nella festa dei Santi Cirillo e Metodio, che hanno consacrato la loro vita al Vangelo usando l’intelligenza. Anche don Luciano ha studiato e si è dedicato all’approfondimento. Non ha solo meditato la parola del Signore ma ne ha anche accolto l’intima pedagogia”. Un invito che il Vescovo ha esteso a tutti i presenti.

Ha proseguito chiedendo ai fedeli di “Non sentirsi più poveri nonostante la perdita di un sacerdote”. “Siamo fatti per entrare in comunione con Dio – ha spiegato -, però finché siamo qui c’è tanto bene da riaccendere nel nostro cuore. La Chiesa non è fatta solo di preti ma anche di catechisti, di educatori, di una fioritura di slanci che non dobbiamo mai impedire con la nostra arroganza”.

Da ultimo, l’invito a custodire don Luciano nella memoria di ognuno. “Alimentiamo la fede addolorati – ha concluso – ma anche ricostruiti in ciò che lui ci ha insegnato e stimava, come l’amore per la vita e l’amore nella fede in Dio”.

La salma di don Manenti, accompagnata da don Tibaldini, è stata tumulata nel cimitero locale, nella tomba riservata ai preti originari di Vailate o che in parrocchia hanno prestato servizio.

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