L’eroicità della santità, don Primo Mazzolari e padre Silvio Pasquali

Al centro della serata del 10 aprile al Cambonino la riflessione di don Umberto Zanaboni su due cremonesi testimoni del Vangelo

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Don Primo Mazzolari e padre Silvio Pasquali. Entrambi nati nella periferia della città di Cremona: uno al Boschetto, l’altro al Cambonino (allora sotto la parrocchia di Picenengo). Per entrambi una vita spesa nella risposta alla chiamata del Signore annunciando e testimoniando il Vangelo da presbiteri: uno come parroco in terra cremonese e mantovana, l’altro come missionario in India. Entrambi accomunati oggi da un processo di beatificazione in corso.

Due figure al centro della riflessione sulla santità che don Umberto Zanaboni, vicepostulatore della causa di beatificazione di Mazzolari, ha offerto nella serata di mercoledì 10 aprile nella chiesa del Cambonino, parrocchia in cui si trova la cascina natale di padre Pasquali e che, insieme alla parrocchia del Boschetto, dove si trova la cascina natale di Mazzolari, fa parte dell’unità pastorale «Don Primo Mazzolari».

«Il candidato alla santità è colui che si è aperto alla grazia di Dio, che piano piano lo ha trasformato per far vedere i tratti di Gesù nella sua vita, contemporaneamente ai suoi limiti e difetti – ha spiegato don Zanaboni – Questo perché il santo ha vissuto lo stesso Gesù, il Messia sconfitto, che è l’anti-eroe, un fallito umanamente: questa è l’eroicità evangelica, la sapienza della croce».

La santità, infatti, non è solo aderire a valori morali: «L’eroicità di un santo ribalta la vita normale perché una cosa sono i valori del mondo, mentre dall’altra parte c’è la Pasqua di Gesù: i valori della canonizzazione del mondo sono quelli ben spiegati da San Paolo: debolezza, nullità, il disprezzo che sono l’opposto della nobiltà, della sapienza e della potenza secondo la logica umana» ha quindi proseguito il sacerdote nella sua spiegazione.

Quindi don Umberto Zanaboni ha voluto ricordare come a volte si ha un’idea distorta della santità: «Le debolezze del santo vanno mostrate, perché dimostrano la sua grandezza nell’ affrontarle. Spesso i santi hanno caratteri duri, ma che convertono la gente; i santi sono tutti un po’ matti perché credono nell’impossibile di Dio, anche in questo momento della nostra Storia».

 

Ascolta la riflessione di don Zanaboni

Matteo Lodigiani
TeleRadio Cremona Cittanova
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