Le unità pastorale e le relazioni: l’intervento di don Frassi (AUDIO)

Il delegato vescovile della Diocesi di Crema è intervenuto al corso per moderatori di unità pastorali

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Ricca di contenuti, approfondimenti, costruttive provocazioni è stata la riflessione che don Gabriele Frassi, delegato vescovile per la Pastorale e rettore del Seminario della diocesi di Crema, ha offerto ai moderatori delle unità pastorali della diocesi di Cremona, incontratisi in videoconferenza, per il terzo momento del loro ciclo di formazione, giovedì 25 marzo.

Dopo la preghiera dell’Ora media e la presentazione introduttiva di don Gianpaolo Maccagni, vicario per la Pastorale e il Clero della diocesi di Cremona, don Frassi ha esordito motivando il suo intervento, nella volontà di offrire, con una proposta personale ed elaborata, provocazioni e interrogativi che attengono al servizio di guida del parroco-moderatore: dunque, non messaggi svalutativi, ma del tutto propositivi, in un clima fraterno di crescita, di apertura alle potenzialità e alle prospettive.

È chiaro – ha spiegato – che nell’ambito motivazionale in cui si trova inserito il moderatore di Unità pastorale sono già presenti benefici e soggetti, di varia natura, che possono rappresentare un vantaggio: certo, ci sono anche “incidenti di percorso”, che sono comunque parte costitutiva della dialettica umana.

Strutturalmente il prete è chiamato a vivere la relazione: è un dato non solo antropologico, ma costitutivo del suo “essere pastore”. E ciò che determina la qualità della relazione è innanzitutto come il pastore si relaziona con sé stesso, con il nucleo del proprio sé, che porta tutti i segni della propria storia evolutiva, nel positivo e nel negativo, e sta alla base di tutte le relazioni.

Questa relazione strutturata oggi è più faticosa – ha precisato don Gabriele – a causa della percezione della provvisorietà del presente, e per altre difficoltà, a diversi livelli: il concetto del ruolo (in relazione alla propria soggettività); le esigenze del ruolo (le attese da parte dell’istituzione) le attese del ruolo (ciò che la comunità si aspetta dal prete): ebbene, la grande sfida consiste nel “rimanere” nella situazione, con la totalità della propria persona  e delle persone, senza mettere in atto strategie di fuga.

Ecco allora, in positivo, quali possono essere atteggiamenti e stili positivi e generativi: rimanere nelle difficoltà con serenità, senza rifarsi con altre situazioni “tossiche”; rimanere senza aggirare gli ostacoli; rimanere dando un “senso buono” a ciò che accade, non assumendo in sé tutto tutta la sensazione del fallimento; rimanere ammettendo, senza difficoltà e senza toni vittimistici o depressivi, i propri errori.

Don Frassi è quindi passato a considerare quello che ha definito il “servizio della leadership”, perché è peculiarità del pastore essere all’interno della comunità non come colui che è solamente leader, ma come colui che esercita, appunto, il “servizio della leadership”. Importante allora, ricercare, riscoprire, valorizzare la capacità di guidare un gruppo di persone sempre nell’ottica del servizio, attraverso la condivisione di obiettivi, strategie, percorsi. Importante, ancora, in questo è la tipologia stessa della persona, la cui efficacia può essere influenzata dal clima culturale e dalla specificità della comunità.

Il leader nella Chiesa inoltre – ha precisato – è colui che fonda e media il mistero, rendendolo immanente nella comunità storicamente determinata. Ciò non deriva da una delega della comunità, ma da un dono dello Spirito. Dunque, per questo, il parroco-moderatore non deve avere come preminente la funzione organizzativa, ma la guida e la conduzione alla fedeltà al Vangelo.

I partecipanti sono poi stati chiamati a considerare la necessità di vivere l’armonia fra tre importantissimi poli costitutivi della propria esperienza personale e presbiterale (la propria libertà, l’istituzione, la comunità), assumendo la funzione  unitiva (coordinando e facendo circolare i doni dello Spirito alla comunità: il pastore è il “direttore d’orchestra” dei diversi carismi, che riconosce e promuove), la funzione di conduzione e di guida, la funzione di verifica correttiva (anche nei confronti del confratelli), in un agire pastorale che non sia più “concentrico”, ma tenga presente e valorizzi la complessità dei ruoli, che comportano richieste poliedriche e risposte diversificate.

Ecco allora e ancora quanto sia importante la struttura della personalità del moderatore, chiamato a definire il ruolo funzionale della percezione di sé; il ruolo usato per definire se stesso (non determinato o sorretto dai “simboli”); la libertà del ruolo (riesce a muoversi senza che il ruolo lo determini, diventando questo una prospettiva di valore).

L’accento è stato quindi spostato sulla analisi delle fragilità che possono accompagnare o influire la vita del presbitero moderatore, quali la stima di sé (come risposta al bisogno di considerazione, stima apprezzamento); il rifiuto totale dell’altro (“io basto a me stesso”; “non ho bisogno del rimando dell’altro”; “non mi metto in discussione, ma percepisco solo l’affronto…”); la dipendenza affettiva (non intesa come relazione sentimentale, ma come necessità di essere amati: per noi preti il passaggio dall’essere prima figli e poi padri, nell’ottica spirituale tipica del ministero).

Da qui, alcune risorse: un sano realismo, che permetta il doveroso “stare con i piedi per terra”, senza incappare in uno sterile cinismo che renda immobili nella azione pastorale; una azione inclusiva e non escludente, sapendo diventare sintesi attiva, per sapere cogliere dalle criticità ciò che è costruttivo; la capacità di trasformazione, antitesi della rassegnazione  a proprio vantaggio, nella cura di trasformare le realtà presenti per trasfigurarle in chiave positiva e feconda.

La relazione di don Gabriele Frassi

A conclusione dell’incontro, i partecipanti si sono confrontati con alcune sollecitazioni, elaborate da don Gabriele Frassi come stimolo alla riflessione e alla ricerca, che hanno permesso un confronto aperto e costruttivo, al termine del quale ci si è dati appuntamento per il quarto incontro formativo, previsto per il prossimo 22 aprile.

Federico Celini
TeleRadio Cremona Cittanova
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