Le Giornate del Fai aprono le porte dei tesori nascosti di Palazzo vescovile, Sant’Abbondio, Santa Lucia e a Calvenzano l’Oratorio dell’Assunta

Il 17, 18 e 24 e 25 ottobre anche i beni del patrimonio artistico diocesano tra i luoghi da riscoprire grazie all'iniziativa del Fondo Ambiente Italiano

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Tornano le Giornate FAI di Autunno anche sul territorio della diocesi di Cremona. Nei tre giorni dell’iniziativa (17, 18 e 25 ottobre) verranno aperti al pubblico luoghi e monumenti solitamente poco accessibili alle visite. Un’occasione che anche in questa edizione riguarderanno alcuni spazi diocesani.

In particolare a Cremona sarà possibile accedere – nel rispetto rigoroso delle normative anti-contagio – alla collezione pittorica custodita nel Museo Lauretano, all’interno del complesso di Sant’Abbondio, alla chiesa di Santa Lucia, con il duplice obiettivo di ammirarne i tesori artistici e di sostenere la raccolta firme che – attraverso l’iniziativa “Luoghi del cuore FAI” – si propone di supportare il cantiere di restauro che continua.

Saranno aperti anche alcuni spazi preziosi del Palazzo vescovile: in particolare la Sala Bolognini, la Cappella privata di Santo Stefano (in foto), dove saranno esposte tre opere cinquecentesche (tra cui il Ritratto della Diocesi di Cremona di Antonio Campi) che saranno poi integrate nella collezione permanente del nascente Museo diocesno, con la sala ovale adiacente. Un’opportunità anche per conoscere i documenti dell’Archivio Storico Diocesano conservati nello stesso palazzo.

Per i visitatori anche l’opportunità per ammirare i capolavori novecenteschi di Biazzi, Signori, Vittori e tanti altri custoditi nel singolare Palazzo della Carità, sede della Fondazione Città di Cremona.

Ulteriore appuntamento nella Bergamasca, a Calvenzano, dove sarà possibile visitare anche l’Oratorio della Beata Vergine Assunta (detta anche Madonna dei campi o Chiesetta degli Alpini), patrimonio di arte e di fede immerso nei campi coltivati. Completamente ristrutturato negli anni ’80, l’edificio è stato sottoposto ai restauri degli affreschi interni ed esterni nel 2000, grazie alla locale sezione degli Alpini.

La prenotazione è caldamente consigliata e si potrà effettuare a partire dal 6 ottobre sul sito www.giornatefai.it. Al momento della prenotazione verrà richiesto un contributo minimo di € 3, come donazione per poter supportare la Fondazione nelle sue attività. 


ELENCO DEI BENI APERTI 

Complesso di Sant’Abbondio e Museo Lauretano
Cremona, Piazza Sant’Abbondio

SAB 17
h 10-17:30 (ultimo ingresso h 17)
DOM 18
h 12:30-17 (ultimo ingresso h 17)

Il Complesso è di antiche origini: probabilmente appartenuto ai Benedettini, nel ‘200 passò agli Umiliati, poi ai Teatini e, infine, fu trasformato in parrocchia nel 1804. L’interno della chiesa accoglie gli interventi pittorici cinquecenteschi di grandi artisti come il Malosso e Giulio Campi, mentre nella sagrestia monumentale sono conservate numerose tele del Massarotti, normalmente non fruibili dal pubblico. Dal chiostro bramantesco è possibile accedere al luogo più significativo della visita: il raffinato Museo Lauretano, che custodisce l’antica raccolta di ex voto, preziose suppellettili liturgiche, straordinari dipinti come la bembesca Madonna adorante il Bambino, la Sacra Famiglia di Giacomo Bertesi e il registro con la data di battesimo del grande compositore Claudio Monteverdi.

 

Archivio Storico Diocesano e Palazzo Vescovile
Cremona, Piazza Sant’Antonio Maria Zaccaria

SAB 17 – DOM 18
h 10-18 (ultimo ingresso h 17:30)

Un’occasione unica per visitare le sale del Palazzo Vescovile non coinvolte nel cantiere del Museo Diocesano e poter apprezzare lo straordinario patrimonio dell’Archivio Storico Diocesano di Cremona. La storia dell’Episcopio è molto antica: nulla resta del suo aspetto medievale a causa delle ricostruzioni avvenute nel corso del ‘500 e del ‘700, fino all’importante intervento di Faustino Rodi commissionato dal Vescovo Omobono Offredi Ambrosini. L’elegante linguaggio del Rodi, caratterizzato dalla solenne sobrietà decorativa e dalle frequenti coperture ellittiche cassettonate, restituisce alla città una delle più significative architetture neoclassiche. Durante la visita si potranno apprezzare due bellissimi corali miniati quattrocenteschi della Cattedrale, il progetto del palazzo del Rodi e i disegni relativi all’abbattimento di una parte dell’Episcopio, che si concretizzò prevalentemente tra il 1929 e il 1931, restituendo al complesso il suo aspetto attuale. Nella Cappella di Santo Stefano, d’uso privato del vescovo, sono esposte tre opere che faranno parte della collezione del Museo Diocesano:
• Anonimo, Compianto su Gesù Cristo morto, 1490-1500 circa (olio su tavola).
Il dipinto, di proprietà della parrocchia dei SS. Giuseppe e Biagio di Robecco d’Oglio dal 1794, proviene dalla collezione del conte Giovanni Maria Visconti di Marcignano, nel cui lascito testamentario è menzionata come autografa di Giovanni Bellini. In realtà la tavola è una copia antica del Compianto di Giovanni Bellini conservata presso la Gemäldegalerie di Berlino e datata 1490-1500.  La tavola raffigura Cristo, esanime e dall’incarnato livido, affiancato dalla Vergine, addolorata, e da San Giovanni, che rivolge allo spettatore il suo sguardo affranto. Dal punto di vista stilistico la figura di San Giovanni suggerisce la penetrazione nel linguaggio belliniano di alcune soluzioni figurative giorgionesche, circolanti nella bottega di Bellini proprio negli ultimi anni del ‘400, mentre nella resa dei lineamenti della Vergine si intravede la meditazione di prototipi fiamminghi.
• Campi, Ritratto della Diocesi di Cremona, 1577 (olio su carta)
L’opera fu dipinta nel 1577 da Antonio Campi, pittore, architetto, scultore ma anche cartografo, per il vescovo Nicolò Sfondrati, come si rileva nella scritta “ANTONIUS CAMPUS CREMONENS. FACIEBAT ANNO SALVTIS MDLXXVII”, scarsamente leggibile e collocata nell’angolo inferiore di destra. La pianta riproduce esclusivamente i territori della diocesi cremonese ed è arricchita da raffinatissimi dettagli di grande valore artistico oltre che storico: oltre al grande stemma dei re di Spagna, completo del collare del “Toson d’oro”, si riconoscono due medaglioni ovali, istoriati con le effigi di sant’Imerio (a sinistra) e di sant’Omobono (a destra), i due patroni della città. Sul lato destro rispetto allo stemma dei reali, è riprodotto il planisfero con le proiezioni per i calcoli della meridiana e, accanto, la volta celeste.  Nella parte inferiore, oltre alla targa con la firma già menzionata, se ne riconosce un’altra, sorretta da due figure femminili e sormontata da un tritone che regge lo stemma di mons. Sfondrati. La lunga iscrizione contiene indicazioni per la lettura della pianta, in riferimento alle diverse appartenenze politiche di porzioni del territorio diocesano. La realizzazione della carta, infatti, è antecedente alla costituzione della diocesi di Crema, eretta nel 1580 (con la conseguente perdita, da parte di Cremona, della città di Crema e di circa 25 parrocchie nel territorio circostante), e alla nascita della diocesi di Borgo San Donnino (Fidenza), datata 1601 e che comportò la perdita di tutto l’Oltre Po, con 25 parrocchie, da Monticelli d’Ongina a Busseto. In seguito a tali riduzioni del territorio diocesano, la pianta ha subito evidenti modifiche, con la ridipintura di ampie porzioni.
Scuola cremonese seconda metà XVI secolo, Ritratto di Papa Gregorio XIV, 1591 (olio su tela)
Il dipinto, che è stato attribuito anche a Bernardino Campi, raffigura il cardinale Nicolò Sfondrati, eletto al soglio pontificio con il nome di Gregorio XIV il 16 ottobre del 1590. Il Papa è ripreso di tre quarti e seduto su una sedia lignea con rivestimento in velluto rosso e con frange. Il viso, caratterizzato da una corta barba bianca, è scavato e lo sguardo è rivolto verso l’osservatore. Il pontefice, colto mentre stringe nella mano una lettera, veste il rocchetto con un palio sulle spalle e il camauro bianco, quest’ultimo normalmente indossato nella “settimana in albis”, ovvero nella settimana successiva alla domenica di Pasqua. Ciò consentirebbe una datazione dell’opera abbastanza precisa. La stola, finemente ricamata, è l’unico elemento policromo. Sullo sfondo scuro è possibile intravedere un pesante drappeggio e un campanello posto sul tavolo a fianco.

 

Chiesa di Santa Lucia
Cremona, Piazza Santa Lucia

DOM 25
h 10-12:00/14:00-16:00 (visite ogni 30 minuti)

 La chiesa dedicata a Santa Lucia, che sorge nell’omonima piazza, risulta essere una delle più antiche di Cremona ed è databile tra XII e XIII secolo. L’edificio presenta una sobria facciata in cotto, ricostruita da Francesco e Giovanni Dattaro nel tardo ‘500, è scandita da lesene binate poggianti su alto zoccolo e con cornicione aggettante su piccole mensole. Ai lati del timpano si trovano due volute che la raccordano con l’ordine inferiore. La sommità è alleggerita da pinnacoli piramidali. Al centro della facciata si apre un finestrone settecentesco, in sostituzione del rosone originario. L’interno è impreziosito dalle statue lignee di Giacomo Bertesi, dalla decorazione pittorica ottocentesca della navata centrale e dai delicati affreschi quattrocenteschi assegnati a Giovanni Bembo.

 

Quadreria della Fondazione Città di Cremona
Fondazione Città di Cremona
Cremona, Piazza Giovanni XIII

SAB 17 – DOM 18
h 10-18 (ultimo ingresso h 17:30)

La Fondazione Città di Cremona è il risultato del progressivo accorpamento di numerosi luoghi pii e di consorzi che, fin dal ‘300, si occupavano a Cremona di assistenza e carità. La Fondazione ha sede nel Palazzo della Carità, singolare costruzione tardo seicentesca di grande pregio, ampiamente rimaneggiata tra Otto e Novecento, che ospita ancora oggi una delle più significative quadrerie della città. Ed è proprio quest’ultima il cuore dell’apertura: i visitatori potranno ammirare la notevole collezione di dipinti antichi, tra cui si distinguono le eleganti Storie bibliche di fine Seicento di Francesco e Pietro Antonio Picenardi, per poi passare ai capolavori del Novecento cremonese, tra cui si distinguono i bellissimi carboncini di Mario Biazzi, a cui è dedicata un’intera parete, l’introspettivo Ritratto di Giuseppe Tomè eseguito dall’amico Carlo Vittori e il delicato bozzetto del sipario del Ponchielli di Antonio Rizzi. Ci sarà spazio anche per apprezzare opere ancora più contemporanee di artisti quali Sergio Tarquinio con i suoi inquietanti Operai.

 

Oratorio della Beata Vergine Assunta
Calvenzano (Bg)

SAB 17 – DOM 18 – SAB 24 – DOM 25
turni di visita ogni 30 minuti

Immerso nei campi coltivati a sud di Calvenzano, lungo la via Misano sorge l’Oratorio della Beata Vergine Assunta detta anche Madonna dei campi o Chiesetta degli Alpini: una piccola costruzione in cotto con abside ad est e portico di accesso ad ovest. La facciata risale al XVI secolo mentre il campanile è di epoca precedente. L’interno è caratterizzato da una sola navata con due campate e presbiterio coperti da volte a crociera: le pareti e volte sono completamente rivestite da affreschi a firma di Tommaso Pombioli, artista cremasco, e datati 1623. Completamente ristrutturato negli anni ’80, l’edificio è stato sottoposto ai restauri degli affreschi interni ed esterni nel 2000, grazie alla locale sezione degli Alpini. La chiesetta è visitabile ogni terza domenica del mese da Maggio ad Ottobre grazie agli Alpini, ai Volontari del FAI e agli studenti del Liceo Classico dell’Istituto Salesiano Don Bosco di Treviglio.

 

Tutte le informazione su www.fondoambiente.it

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