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È con l’invito a essere profeti, capaci di mettersi in ascolto della Parola come Maria, che il vescovo Antonio Napolioni ha augurato buon cammino alla comunità di Caravaggio, che nella mattinata di domenica 26 settembre ha accolto i suoi nuovi sacerdoti. La parrocchia più grande della diocesi, chiamata da mons. Napolioni a farsi piccola e vicina ai più poveri.
Ben tre i nuovi sacerdoti che hanno fatto il loro ingresso ufficiale: il parroco mons. Giansante Fusar Imperatore (che prende il testimone da don Angelo Lanzeni), il vicario don Andrea Piana (che sostituisce don Matteo Pini, diventato parroco di Arzago e Casirate) e il nuovo collaboratore parrocchiale don Bruno Grassi (al posto di don Giovanni Fiocchi, nuovo parroco dell’unità pastorale Cafarnao). I tre sacerdoti potranno continuare a contare anche sull’ausilio di don Gianni Maccalli, collaboratore a Caravaggio dal 2017, festeggiato in questa giornata per il suo compleanno.
Una tregua del maltempo, che ha costretto a cambiare un po’ i piani organizzativi, ha consentito alla banda di allietare l’arrivo dei sacerdoti e dei numerosi fedeli, giunti anche dalle parrocchie lasciate dai tre sacerdoti, in particolare da Soresina, ben distinguibili dalle loro magliette gialle, e con anche il sindaco Diego Vairani. Presenti con i propri labari anche le associazioni del territorio e in uniforme gli scout del Caravaggio1.
Il benvenuto ufficiale, però, è stato nell’intervento del primo cittadino di Caravaggio, Claudio Bolandrini, che con lo sguardo rivolto ai tanti presenti ha sottolineato l’importanza di questo momento. Quindi uno sguardo alla «complessa, disponibile e generosa» realtà caravaggina, con la richiesta al nuovo parroco di aiutare l’intera comunità a sentirsi tale. Ai tre nuovi sacerdoti ha voluto quindi affidare le giovani generazioni, insieme a tutti i bisogni e le fragilità della cittadina.
Dopo il saluto del sindaco, ai piedi dell’altare, è iniziata la Messa, animata dalla corale parrocchiale per l’occasione insieme al coro dell’oratorio e subito caratterizzata dalla lettura del decreto di nomina del nuovo parroco, da parte di don Maccalli. Quindi due gesti di particolare significato compiuti da don Giansante Fusar Imperatore – l’aspersione dei fedeli e l’incensazione della mensa – prima di ricevere il saluto da parte del rappresentante parrocchiale, che non ha nascosto lo sconcerto alla notizia del cambio di ben tre sacerdoti, ma anche la voglia di una piena collaborazione a partire dalla ricca tradizione di questa comunità. Il pensiero è andato anche alle iniziative che i nuovi sacerdoti saranno chiamati a portare avanti: dalla realizzazione del nuovo oratorio all’impegno in ambito educativo con la scuola Conventino-La Sorgente. Ovviamente affidando il tutto ai santi patroni e a Santa Maria del Fonte.
Come segno di benvenuto a don Piana e don Grassi è stato fatto dono di una stola mariana, mentre al parroco è stata regalata una casula che ha voluto indossare già durante la sua prima Messa. Doni a cui si è unita anche la generosità della comunità per i bisogni della parrocchia.
Iniziando la sua omelia il vescovo Napolioni ha voluto ringraziare anzitutto i sacerdoti per la disponibilità dimostrata e sottolineando come i rapporti di amicizia potranno favorire una maggiore collaborazione fraterna. In questa che – ha ricordato il Vescovo – è la più grande parrocchia della diocesi, monsignor Napolioni ha voluto proporre «il programma del Padre per il suo popolo» attraverso tre “p”: piccoli, poveri e profeti.
Profezia che significa capacità «di vivere l’esistenza come dono che porta frutti di carità e trasforma la realtà che la circonda con la propria opera e il proprio servizio». Profezia che non significa, dunque, essere veggenti, ma mettersi in ascolto della Parola, sull’esempio di Maria.
Mettendoci insieme, in fraternità – ha concluso il vescovo – la comunità diventerà profetica e non avrà paura del futuro. Perché lo costruirà secondo lo spirito di Dio, che è spirito di libertà e creatività infinita. Questo non è solo il programma del Padre, è anche il contenuto della mia preghiera per voi: è l’augurio e il patto su cui continueremo a camminare insieme. Grazie ai sacerdoti che ieri, oggi e domani serviranno questa comunità».
Come consuetudine al termine dell’Eucaristia ha preso la parola il nuovo parroco per un indirizzo di saluto e i ringraziamenti, a cominciare dal Signore, per i doni che non fa mai mancare nella vita di ciascuno e per quanti si fanno suoi strumenti, nella certezza che «il Signore non mancherà di sostenere il mio lavoro». «Non dobbiamo partire da zero», ha detto mons. Giansante ringraziando chi l’ha preceduto. E ancora: «Faccio conto sulla vostra carità», ha detto rivolto ai propri parrocchiani, perché «ogni parrocchia ha i sacerdoti che si merita», ha scherzato chiedendo affetto, consigli e pure qualche critica, ma sincera e costruttiva e non in piazza. Poi l’invito alla preghiera e il pensiero ai tanti collegati alle celebrazioni in chiesa parrocchiale attraverso la radio.
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Biografia del nuovo parroco
Mons. Giansante Fusar Imperatore, nato a Romanengo nel 1956, è stato ordinato il 21 giugno 1980. Ha iniziato il proprio ministero come vicario parrocchiale a Viadana. Dal 1984 al 1990 è stato vicerettore del Seminario vescovile; dal 1990 al 2002 segretario vescovile. Nel 2002 è stato nominato parroco di Bozzolo e dal 2008 era parroco della parrocchia “Santa Maria Immacolata e San Zeno” in Cassano d’Adda. Ora monsignor Napolioni l’ha scelto come nuovo parroco della parrocchia “Santi Fermo e Rustico martiri” in Caravaggio.
Saluto di mons. Fusar Imperatore
Cari parrocchiani
entro per la prima volta, in punta di piedi, nelle vostre case tramite “Nostra Famiglia” per inviarvi il mio saluto. Inizierò ufficialmente il mio servizio di parroco dal 26 settembre prossimo ma, da quando il vescovo mi ha proposto questo nuovo servizio, siete già tra le persone che affido al Signore nelle mie preghiere.
Vengo con un po’ di trepidazione, entrando in una realtà nuova e per me del tutto sconosciuta: oltretutto con il fatto che anche i più stretti collaboratori, don Andrea e don Bruno, sono nuovi di questa esperienza. Raccolgo il lavoro pastorale dove don Angelo, don Matteo e don Giovanni lo lasciano, avendo speso in mezzo a voi le loro energie sacerdotali: mi ci vorrà un po’ di tempo per conoscere la realtà della parrocchia di Caravaggio, i suoi punti di forza e le persone che collaborano all’azione pastorale. Qualche volta sono stato nella vostra (e tra poco nostra) chiesa parrocchiale accompagnando il vescovo per le cresime ma, come dice la bibbia, questi incontri “si dileguano come il ricordo dell’ospite di un solo giorno” (Sap. 5, 14). Se tutto è ancora da “scoprire” per me, sono però certo che il Signore ha in serbo sorprese per farmi incontrare testimonianze di fede e di vita cristiana che mi stupiranno: come tante volte ha fatto in altri contesti.
Vengo portando il peso degli anni (uno in più rispetto a don Angelo); vengo a spendere tra voi gli ultimi anni del mio servizio sacerdotale. Certamente non ho più l’entusiasmo della gioventù ma porto con me un po’ di esperienza. Però non confido su quanto ho imparato nel servizio da parroco prima a Bozzolo per sei anni e poi a Cassano per tredici, ma sull’esperienza di quanto il Signore sa fare più e meglio di noi. Insieme dovremo curare l’aspetto organizzativo della parrocchia senza dimenticare che se a noi compete seminare è solo Lui che fa crescere.
Vengo tra voi con la consapevolezza che non è il parroco che fa la parrocchia, ma i parrocchiani che “plasmano” il prete con la loro vicinanza, le loro preghiere e le loro richieste. In questo senso vi chiedo di aiutarmi ad essere un buon parroco con voi e per voi.
Non ci mancherà l’aiuto e l’intercessione di Nostra Signora del Fonte che, da prima di entrare in Seminario, visitavo con il pellegrinaggio a piedi dalla mia parrocchia di Romanengo. Adesso che la distanza geografica si è fatta molto più corta dovrà crescere ulteriormente il mio affidarmi a Lei.